“I Sentieri del Barolo”: sentiero “rosso” n° 310 / 301
– Barolo – Monforte d’Alba – Barolo
(Italia – Barolo)
rilassante e piacevole trekking sulle colline, totalmente immerso tra i vigneti e arricchito nel mio caso dai caldi colori autunnali.
Lasciatevi guidare e trasportare da un ambiente unico e da un paesaggio straordinario
Località di partenza: Barolo 213 m. (CN)
Località intermedia: Monforte d’Alba 480 m. (CN)
Località di arrivo: Barolo 213 m.
Tempo richiesto: 1h 45’ percorso di andata e 1h 45’ percorso di ritorno
tempistica che non tiene conto della visita e del tour nella splendida cittadina di Monforte d’Alba,
alla quale ho dedicato circa 2h
Dislivello: 267 m.
Segnavia: n° 310 (per il primo tratto con partenza dal Borgo di Barolo)
e n° 301 per il secondo tratto dalla frazione di Panirole, fino ad arrivare a Monforte d’Alba
Livello di difficoltà: E [scala dei livelli]
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Se avete appena chiuso una settimana stressante, con molti impegni di lavoro, corse, riunioni, clienti, questioni
da risolvere, problematiche varie da affrontare…..
Cosa c’è di meglio che arrivare a casa, preparare un bel bagno caldo, musica in sottofondo, luce soffusa nella stanza,
e il pensiero che corre verso il relax.
Eh se io invece vi proponessi di sostituire il “bagno caldo” con una piacevolissima passeggiata tra i vigneti,
la “musica in sottofondo” con il silenzio, la “luce soffusa della stanza” con i caldi colori autunnali e
il “pensiero che corre verso il relax” con lo sguardo disperso tra colline infinite e borghi meravigliosi?
Questo è quello che vi aspetta se andrete a percorrere il sentiero n° 310 che da Barolo porta a Monforte d’Alba e
poi ritorna a Barolo.
Un trekking di totale relax, con una grande accoglienza a Monforte d’Alba.
Mettetevi comodi che vi racconto la giornata di oggi e ancora una volta la magia che riservano questi posti che
sono straordinari in tutto, dall’inizio alla fine.
Benvenuti o bentornati sulle pagine del nostro sito.
E’ una giornata autunnale e grigia di fine ottobre, ma con temperatura piacevole e ancora tanta voglia di stare fuori,
di andare a scoprire dei nuovi trekking in queste zone patrimonio dell’Unesco e di una bellezza che saprà incantarvi.
Il punto di partenza è il borgo di Barolo, che raggiungo sul presto la mattina e dove si parcheggia la macchina.
Ci sono almeno due differenti percorsi che da Barolo permettono di raggiungere Monforte d’Alba.
Oggi ho voluto andare a scoprire e documentare il sentiero n° 310 denominato anche “trekk rosso” e vi anticipo che
sono restato molto soddisfatto per i tanti motivi che a breve vi andrò a illustrare.
Seguite queste indicazioni per prendere il percorso corretto.
Arrivati a Barolo raggiungete Piazza Cabutto, attraversate la Strada Provinciale SP163 andando a prendere via
Vittorio Veneto che andremo a percorrere in leggera salita per qualche minuto, fino a giungere a un bivio.
Se andiamo a destra troviamo via Vecchia Ravera, mentre se andiamo a sinistra troviamo via Einaudi.
Bisogna tenersi sulla destra e prendete (vedi foto), via Vecchia Ravera denominata anche Strada Vicinale Terlo,
che inizialmente ha un breve tratto in cemento, e dopo pochi metri si trasforma in ampia poderale in terra battuta.
Inizia qui un percorso da favola che attraversa infiniti vigneti che troviamo sia alla nostra destra che alla nostra sinistra.
La poderale è un falso piano, mai faticosa, rilassante e piacevole.
All’orizzonte le dolci curve delle colline, oggi parzialmente mascherate da un inizio di nebbia autunnale, deliziano
il nostro sguardo e regalano un senso di pace.
Mentre cammino in tutta tranquillità, mi fermo più volte ad ammirare il colore delle foglie delle viti che si alternano
dal giallo al marrone, dal rossiccio al verde, con ancora qualche grappolo d’uva che è restato attaccato dall’ultima
vendemmia e con un colore degli acini misto tra il blu scuro e il viola.
Si va così a “dipingere” e rendere ancora più piacevole e ricco un paesaggio quasi fiabesco.
In questo primo tratto, dopo circa 20 minuti di cammino, mi volto e ammiro alla mia destra il borgo di Barolo,
mentre alla mia sinistra, più in alto e sopra una collina individuo il Castello della Volta.
Proseguo lungo la poderale che dolcemente vira un pò a destra e un pò a sinistra, fino a trovare il primo “ciabot”.
In piemontese con il termine “ciabot” vengono indicate quelle piccole case in pietra, caratteristiche dei vigneti piemontesi,
adibite a ricovero per gli attrezzi agricoli.
I classici segni “rossi e bianchi” dipinti sui pali di sostegno dei vigneti, confermano la correttezza del nostro percorso,
che in questa prima tratta pecca un pò di mancanza di cartelli, ma resta comunque intuibile.
Il primo cartello lo troviamo dopo circa 25 minuti nei pressi di un piccolo capanno con alcune capre,
e al termine di questo primo tratto di poderale.
Il cartello ci invita a svoltare a sinistra andando a prendere per un breve tratto una strada asfaltata in leggera discesa
che andremo a percorrere per circa 200 metri, prima di trovare un altro cartello che ci farà svoltare a destra,
con il numero del sentiero 310 e l’indicazione per Monforte d’Alba.
Ritorniamo così nel pieno delle vigne ancora per un’oretta abbondante di cammino.
All’orizzonte davanti ai nostri occhi, infinite colline tutte coltivate con i vigneti che qui rappresentano l’oro e
la fortuna di queste zone, apprezzate dal mondo intero per la qualità del vino prodotto ogni anno.
Il Barolo nasce nel cuore delle colline della Langa, curate e coltivate da mani esperte e “sorvegliate” da
imponenti castelli medioevali, tra cui proprio quello di Barolo che ha dato il nome al vino, oggi celebre in tutto il mondo.
Il bosco e i filari, il leggero vento e le nebbie, rendono questa escursione una poesia.
Il gorgoglio dei rivi sono gli unici rumori che si avvertono, oltre allo scricchiolio della terra sotto ai nostri piedi
che avviene lungo i percorsi che seguono l’irregolare andamento delle colline.
La grande varietà di paesaggi sfuggenti non annoia mai, anzi ci porta a voler scoprire e girovagare per questi
posti unici che frequento in tutte le stagioni dell’anno, per apprezzare il mutamento della natura e la trasformazione
di queste zone nei vari periodi.
Le Langhe hanno saputo sempre riempire i miei occhi e il mio cuore, e mi sono più volte lasciato guidare dai
molteplici sentieri disegnati sul terreno.
In leggera discesa, poi nuovamente in piano e poi su lieve salita, proseguo tra le vigne fino ad arrivare in
località Panirole 363 m.
Qui, nei pressi di un’area di sosta attrezzata con panche e tavoli, trovo un “libro aperto” con le pagine riprodotte in pietra
e posato su un leggio in ferro battuto.
All’interno è scritta una storia e un ringraziamento a due coniugi della frazione di Panirole che nell’autunno del 1943
e fino al mese di aprile del 1945, diedero ospitalità a una coppia di ebrei con un bimbo di 2 mesi, per fare in modo che
non venissero fatti prigionieri dai frequenti rastrellamenti nazisti.
Questi due coniugi abitanti della frazione di Panirole, Giovanni e Genoeffa Blangino, hanno dimostrato che nell’orrore e
nella caduta dei valori della civiltà, è comunque possibile dare una lezione esemplare di umanità e speranza.
Dalla frazione di Panirole si attraversa la strada asfaltata e si prosegue seguendo le indicazioni in questo caso del
sentiero n° 301
Attraverseremo ancora dei vigneti, per poi prendere una strada asfaltata secondaria che tra sali e scendi,
ci condurrà fino alla piccola Cappella della Natività di Maria Vergine.
Da qui percorriamo circa 10 minuti della strada provinciale, per poi giungere in quella perla del Borgo di Monforte d’Alba,
nel quale mi addentro risalendo via Boeri.
Monforte d’Alba è un piccolo borgo medioevale entrato a far parte dall’anno 2018 dei borghi più belli d’Italia,
ed è piacevolmente assediato e circondato dai vigneti del Barolo.
Stradine ripide e strette in acciottolato, abbellite da lampioni caratteristici, mi conducono in un sali scendi romantico e
poetico fino a giungere nel cuore di questo borgo, rappresentato da piazza Antica Chiesa dove troviamo gli edifici storici
più significativi.
Prima tra tutti svetta la Torre Campanaria, nata in origine come torre di vedetta e in seconda battuta come campanile.
Ma resterete incantanti davanti all’anfiteatro naturale, l’Auditorium Horszowski, inaugurato nel 1986 e ricavato tra gradoni
in pietra rivestiti d’erba, che vanta un’acustica così perfetta che è stata sede di rappresentazioni teatrali e proiezioni di film,
oltre che grandi concerti.
Un palcoscenico fuori dal tempo e dalla norma, dove la sera sarete immersi nella sua luce soffusa e nel silenzio
delle mura antiche, il tutto a cielo aperto.
Ma è qui che sono restato sorpreso e piacevolmente stupito da una musica che risuona tramite degli altoparlanti
in tutta la piazza, creando un’atmosfera gradevolissima che ancora una volta ha saputo dare quel tocco di originalità
che solo questi luoghi sanno offrire.
Una grande accoglienza, un ambiente curato, un luogo magico.
Qui nel cuore del Barolo, uno dei vini italiani per eccellenza ottenuto da uve di Nebbiolo e apprezzato in tutto il mondo,
abbiamo sotto ai nostri piedi un borgo di una bellezza inestimabile da scoprire passo dopo passo.
Incantato, mi appoggio su un muro in pietra a guardare nell’orizzonte di una giornata tipicamente autunnale,
queste colline e questi suggestivi itinerari che a centinaia attraversano una delle parti più belle d’Italia e che
il mondo intero ci invidia.
Mi propongo di percorrerli tutti questi sentieri, per poterli documentare e raccontare, e per tentare di testimoniare e
condividere la ricchezza di questi luoghi.
Vi segnalo che all’Ufficio del Turismo di Monforte d’Alba che si trova in via Della Chiesa, troverete opuscoli e indicazioni
importanti per trekking ed escursioni da fare sia a piedi che in bicicletta.
Dopo un lungo e piacevole giro per Monforte d’Alba, riprendo il sentiero di rientro che è lo stesso percorso in andata.
Con sopra di me il cielo cupo e la nebbiolina di un pomeriggio inoltrato di quasi fine ottobre, torno a immergermi in
queste stradine poderali che si diramano tra i vigneti con un fascino ogni volta diverso.
Stradine che si snodano in decine di direzioni e che collegano tutti gli 11 comuni che fanno parte della Langa.
Lungo il percorso di rientro mi fermo a fotografare altri ciabot, alcuni funghi, altre foglie dai colori indescrivibili,
perché da questi posti non hai mai voglia di andare via.
Lentamente rientro ripercorrendo a ritroso il sentiero.
Arrivo a Barolo nel tardo pomeriggio, un altro borgo di una bellezza unica.
Si chiude così una giornata trascorsa su un percorso di trekking in un ambiente incantevole, romantico e poetico.
Un trekking che saprà rigenerarvi e che vi arricchirà lo spirito, lo sguardo e la mente.
Il pensiero già corre alle prossime uscite sempre in queste zone, che presto troverete documentate all’interno
di questa rubrica e di queste pagine.
Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano
Note: il sentiero n° 310 che dal borgo di Barolo conduce al Borgo di Monforte d’Alba è rilassante, piacevole e
si snoda tutto all’interno di infiniti vigneti.
La vista sulle dolci curve delle colline della Langa è straordinaria.
I colori, i profumi, il silenzio, i panorami, saranno sempre al vostro fianco, offrendo un ambiente gradevole in ogni
momento e del quale vi innamorerete e del quale resterete stregati.
Monforte d’Alba è un borgo bellissimo, con un centro storico arroccato e formato da stradine strette e tortuose tutte
in acciottolato.
Un borgo da vedere, da vivere e da amare.