Lago dei Sabbioni 2.460 m. – Piano dei Camosci 2.480 m.
(Italia – Val Formazza – Riale)
lunga escursione al Lago dei Sabbioni, che ci accoglie con la sua acqua verde smeraldo nella quale si specchia
(quello che resta) dell’omonimo ghiacciaio. Siamo saliti da un versante e scesi da un altro, con panorami e viste
da cartolina, spesso in ambienti solitari e selvaggi: un incanto
ATTENZIONE !!
Causa imponente distacco detritico e relativa frana,
il tratto compreso tra il Piano dei Camosci e il Lago dei Sabbioni (segnavia G41) è
CHIUSO
Località di partenza: Riale 1.733 m. (Alta Val Formazza)
1° punto intermedio: Lago di Morasco 1.815 m.
2° punto intermedio: Alpe Bettelmatt 2.098 m.
3° punto intermedio: Piano dei Camosci 2.480 m.
Punto di arrivo: Lago dei Sabbioni 2.460 m.
Quota di partenza: 1.733 m.
Quota di arrivo: 2.460 m.
Dislivello: circa 727 m.
Posizione: Alta Val Formazza, dove termina la strada che porta fino al borgo di Riale
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 3h 15 minuti in andata e circa 2h 30 minuti al ritorno
si parte dal parcheggio di Riale e si arriva al Lago di Morasco, poi si prosegue fino a raggiungere l’Alpe Bettelmatt
e successivamente si gira a sinistra e si risale il sentiero seguendo le indicazioni prima verso il Rifugio Città di Busto
e poi verso il lago
Periodo: da inizio giugno a metà ottobre, (previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento, sconsigliata
in caso di neve la tratta Piano dei Camosci – Lago dei Sabbioni)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking, in caso di ampi nevai residui, indispensabili i ramponcini
Segnavia: G00 e G41 seguendo la “via classica”
G00 e G39 seguendo la “via direttissima”
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
In una mattina di inizio settembre, siamo ritornati in Alta Val Formazza, precisamente a Riale.
Questo minuscolo e delizioso paesino, formato da una decina di case, rappresenta il punto di partenza
dell’escursione di oggi, ma è anche l’ultimo paese raggiungibile in auto, oltre non si può andare.
Ci troviamo nella punta più estrema del nord del Piemonte, quasi sul confine di Stato con la Svizzera.
La nostra destinazione sarà il Lago dei Sabbioni, un bacino artificiale inaugurato nel 1953, il più grande del Piemonte,
alimentato dal Ghiacciaio del Sabbione, purtroppo in forte ritiro, come tutti i ghiacciai delle Alpi.
Faremo un lungo giro ad anello, saliremo da un versante, per scendere da un altro, attraversando posti incantevoli,
selvaggi, estesi pianori, circondati da imponenti vette, superando corsi d’acqua, intrecciando sentieri,
passando pietraie e continuando su prati……
Andremo a lambire alcuni rifugi con panorami incredibili, nei quali abbiamo lasciato il nostro cuore.
Vi anticipo che ci aspetta un lungo giro di trekking che prevede diverse ore di cammino, ma ancora una volta
queste zone affascinanti, ci hanno ripagato fino all’ultimo, con colori, ambienti e scenari di prim’ordine.
Vi raccontiamo tutto nel dettaglio.
Benvenuti o ben tornati sulle pagine del nostro sito.
Per raggiungere il paesino di Riale, bisogna prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce,
per poi proseguire dopo il casello sulla SS33 del Sempione fino a Crodo (km 128), dove lasciamo la strada statale
per prendere la SS659.
Proseguiamo sulla SS659 fino ad arrivare a un bivio (al km 8,5), dove gireremo a destra seguendo le indicazioni
per la Val Formazza.
Arrivati al paese di Baceno giriamo a destra (sempre restando su SS659), come segnalato da un cartello
che indica la Val Formazza a circa 20 km.
Attraversiamo quindi il comune di Premia e poi quello di Formazza che prevedono il passaggio in varie frazioni intermedie.
Proseguiamo fino alle Cascate del Toce che troviamo al km 40 per poi giungere al km 41,7 alla frazione di Riale e
quindi al parcheggio visibile alla nostra sinistra.
Ci incamminiamo sulla strada asfaltata lasciando Riale alla nostra destra, e andando in direzione del Lago di Morasco
un grande bacino artificiale, del quale intravvediamo il muraglione della diga di contenimento.
Il Lago di Morasco lo si raggiunge da Riale in circa 15 minuti, risalendo una serie di tornanti, che volendo è possibile
“tagliare” passando su sentieri improvvisati in terra battuta.
Superata la diga, compare davanti a noi il grande bacino artificiale, con la sua acqua oggi dal colore verde petrolio,
nella quale si specchiano le montagne circostanti.
A sinistra svetta alta verso il cielo la Punta di Morasco 2.831 m. e il Corno Maggiore di Nefelgiù 2.954 m.
Il Lago di Morasco “nasconde” il paese sommerso che si trova sul fondale a diversi metri di profondità.
Nel caso fosse di vostro interesse scoprire la sua storia, a questo link trovare tutti i dettagli.
Ci teniamo sulla destra, (avendo quindi il lago alla nostra sinistra), andando a percorrere l’ampia strada poderale.
Superiamo un primo bivio sulla sinistra che tralasciamo, (ci porterebbe a fare il giro del lago), mentre prendiamo
il secondo bivio sempre a sinistra che ci farà passare accanto a una costruzione in cemento.
Il percorso è molto ben indicato lungo tutta la tratta, e si trovano frequentemente i cartelli con i numeri dei sentieri
e le varie tempistiche.
Superiamo un ponticello in cemento e seguiamo l’evidente sentiero sulla destra che incomincia e inerpicarsi e che
in breve tempo ci farà vedere il Lago di Morasco laggiù in basso, raccolto nella sua conca.
Si arriva dopo una decina di minuti a un bivio.
I cartelli indicano la possibilità di raggiungere il Lago dei Sabbioni sia andando a destra che andando a sinistra,
ma con tempi molto diversi uno dall’altro a seconda del percorso che andremo a scegliere.
Infatti le possibili vie di salita per il Lago dei Sabbioni sono due: la “direttissima” o la “classica”
(vedi bollino “A” sulla mappa)
Vi spieghiamo la differenza.
Via Classica (segnavia G41)
Al bivio, prendendo a destra per la “via classica”, indicata da questo punto con una tempistica di 2h 40 minuti,
si andrà a raggiungere la meravigliosa conca dell’Alpe Bettelmatt che andremo a percorrere per intero,
(sullo sfondo il Passo del Gries), per poi risalire in direzione del Rifugio Città di Busto.
Successivamente si raggiungerà il Piano dei Camosci, per proseguire su un un sentiero con alcuni brevi tratti
su sfasciumi che scende leggermente, attraversa una cascata e successivamente risalendo ci porterà fino
al Lago dei Sabbioni.
Questa via, anche se più lunga, è decisamente più panoramica e appagante, ed è quella da noi oggi percorsa.
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO
Tre settimane dopo il nostro transito sul sentiero G41, nel tratto compreso tra il Piano dei Camosci e il Lago dei Sabbioni,
un importante distacco di materiale roccioso, ha creato una frana di grandi proporzioni.
Purtroppo due escursionisti che stavano percorrendo il sentiero G41 sono stati travolti e hanno perso la vita.
A seguito di questa disgrazia e considerando il rischio di nuovi distacchi di materiale dalla parete instabile,
il sentiero G41 nel tratto compreso tra il Piano dei Camosci e il Lago dei Sabbioni, è stato
CHIUSO DEFINITIVAMENTE.
Via Direttissima (segnavia G39)
Al bivio, prendendo a sinistra per la “via direttissima”, indicata da questo punto con una tempistica di 1h 50 minuti,
si andrà a risalire per intero un canalone ottimamente segnalato, ma molto ripido, che effettivamente taglia una lunga
parte del percorso, ma è anche meno panoramico, andando a escludere totalmente l’Alpe Bettelmatt e il
Piano dei Camosci.
Questa via, noi l’abbiamo percorsa al ritorno.
La consigliamo in fase di salita, a colui che ha l’esigenza di raggiungere in “breve tempo” il Lago dei Sabbioni
per poi proseguire per altre destinazioni.
Noi abbiamo quindi optato per la “Via Classica G41” e siamo andati a risalire il sentiero che con il suo
dolce andamento, circondati da erba e rododendri, in circa 30 minuti ci ha portato nella conca paradisiaca nella quale
si trova la piana dell’Alpe Bettelmatt.
Parliamo di una enorme distesa prativa, dove regna la pace e la tranquillità più assoluta, attraversata dal
Torrente Rio del Gries che superiamo passando su un ponticello realizzato da blocchi di pietra.
Stiamo camminando sui pascoli dell’Alta Val Formazza, quasi al confine tra la Val d’Ossola e lo svizzero Vallese.
Questa è una via che da secoli unisce i due paesi confinanti.
All’orizzonte ben visibile, leggermente sulla destra il Passo del Gries, dal quale si intravvede il sentiero di salita
con i suoi tornanti e, al confine con il cielo, il tetto del bivacco, che abbiamo raggiunto in una precedente escursione.
(consultabile a questo link)
All’Alpe Bettelmatt le uniche costruzioni presenti, sono tre piccole baite.
Questo posto è famoso per la produzione dell’omonimo formaggio, (considerato come il tesoro della Val Formazza),
che viene prodotto esclusivamente in 9 alpeggi sopra i 2000 m. di altitudine, tra la Valle Antigorio e la Val Formazza,
all’estremo nord del Piemonte.
Qui, su questi prati, in un determinato periodo dell’anno, cresce l’erba mottolina, capace di apportare al latte
un’aroma particolare.
Questo delicato formaggio è ottenuto esclusivamente dal latte vaccino crudo e intero e proveniente da una
sola mungitura.
Caseificato due volte al giorno in alpeggio e solo nel periodo compreso da inizio luglio a metà settembre.
Successivamente il formaggio viene stagionato per circa 60 giorni su assi di legno, all’interno di cantine.
Attraversiamo per intero la piana dell’Alpe Bettelmatt, oltrepassiamo alla nostra sinistra le 3 baite, e prendiamo
sempre a sinistra il ripido sentiero che zigzagando ci farà guadagnare rapidamente quota, portandoci quasi
alla stessa altezza del Passo del Gries, visibile sul versante opposto, insieme alle pale eoliche poste già in
territorio svizzero.
Il sentiero che dall’Alpe Bettelmatt sale fino a portaci al bivio per raggiungere il Rifugio Città di Busto, è ottimamente
tracciato e lo si percorre in circa 30 minuti.
Tralasciamo il bivio per il rifugio che vediamo alla nostra sinistra insieme all’edificio giallo della funivia di servizio,
e proseguiamo dritti attraversando un’ampia conca erbosa.
Dopo una decina di minuti, ecco comparire all’orizzonte il grande muraglione della diga del Lago dei Sabbioni
e la Punta d’Arbola 3.235 m. dal quale scende come una colata lavica il Ghiacciaio del Sabbione.
Questa parte del tracciato è particolarmente piacevole perché abbiamo da un lato alla nostra sinistra, le rocce
ricoperte dal prato, mentre alla nostra destra l’intera catena montuosa che porta alla Punta dei Camosci 3.044 m.
indicata come via alpinistica e che confina con la vicina Svizzera.
Giungiamo così al Piano dei Camosci 2.480 m. in un paesaggio semilunare, poco frequentato, immersi nel silenzio
di spazi sconfinati, interrotto solo dai fischi delle marmotte che risuonano nel cuore dell’Alta Val Formazza.
Intravvediamo all’orizzonte, intagliato nella roccia della montagna il sentiero che conduce al Lago dei Sabbioni,
che sembra vicino, ma in realtà c’è ancora un pò da “sgambettare”.
Infatti dal Piano dei Camosci, bisognerà prendere un sentiero che scende lungo degli sfasciumi e conduce
nei pressi di un torrente (più simile a una cascata), che bisogna superare con attenzione attraversandolo.
Da qui si riprende a salire una traccia che attraversa dei brevi tratti di pietraia, e in circa 15 minuti ci conduce nei
pressi della roccia intagliata con una lieve esposizione, (accanto avremo un tubo nel quale scorre dell’acqua).
Questo tratto si supera senza problemi e ci porta al Lago dei Sabbioni, finalmente raggiunto.
Da Riale al Lago dei Sabbioni, noi abbiamo impiegato circa 3h 15 minuti.
Il Lago dei Sabbioni è contenuto da una diga alta 61 m. e lunga 300 m. costruita negli anni compresi tra
il 1949 e il 1953 ed ha una profondità massima di circa 50 m.
Il lago è percorribile sul lato destro orografico tramite un comodo sentiero e si riesce ad arrivare agevolmente fino
al fondo, dove scende dall’omonimo ghiacciaio, il torrente che lo alimenta.
Alla sinistra orografica troviamo il Rifugio Somma Lombardo, mentre se si prosegue risalendo il sentiero G39 che
costeggia un lato del lago, si raggiunge il Rifugio 3A.
Nello specchio d’acqua si riflettono le vette circostanti, veramente un incanto.
Ci siamo fermati lungo la sponda del lago per rilassarci e per godere a pieno del panorama, posto in un
ambiente naturale silenzioso e selvaggio.
La vista sul Ghiacciaio del Sabbione è meravigliosa, ma al contempo desolatamente triste.
Nonostante in questa zona, le temperature restino prossime alle zero e spesso al di sotto di questo valore per quasi
sei mesi all’anno, anche in questo caso, come su tutta la catena delle Alpi, il ghiacciaio è in forte sofferenza.
Le lingue di ghiaccio sono parzialmente ricoperte da un colore grigio scuro dei detriti di rocce e terra,
che accelera ulteriormente la già rapida fusione in atto.
Manca totalmente la copertura nevosa che servirebbe a preservare il ghiaccio sottostante.
Rispetto all’anno 1978 il Ghiacciaio Sabbione nord è arretrato di oltre 800 m. con una media di circa 20 m. l’anno
di ritiro forzato.
Ma purtroppo questi calcoli a oggi, non si possono più considerare validi.
Infatti degli ultimi 7 anni, le temperature troppo elevate, unite alla scarsità di precipitazioni nevose, hanno fatto arretrare
le lingue di ghiaccio di quasi 45 m. l’anno, (quindi la fusione è più che raddoppiata).
I ghiacciai si stanno dissolvendo con una velocità che rischia di portarli all’esaurimento nel giro di qualche decennio.
A questa considerazione, va aggiunto lo spessore della massa glaciale che si sta assottigliando in modo inarrestabile
e dal 1960 a oggi è andato perso il 40% del volume totale.
Ricordando a tutti che i ghiacciai sono una fonte fondamentale di risorsa d’acqua dolce, questi dati dovrebbero
far riflettere ed essere presi in seria considerazione, in particolare da chi è nelle condizioni di poter
“dettare e imporre” regole sullo stile di vita corretto da assumere.
Il percorso di rientro può avvenire su due differenti tracce.
E’ ovviamente possibile, ripercorrere a ritroso la “Via Classica” segnavia G41 quella che abbiamo fatto oggi
per arrivare fin qui.
Oppure optare per la discesa, (come nel nostro caso), prendendo la “Via Direttissima” segnavia G39.
Abbiamo attraversato per intero la diga, camminando sopra l’imponente muraglione di cemento armato,
per poi girare a sinistra nei pressi della casetta gialla dell’Enel e risalire una poderale che costeggia
un muro di cemento.
Si arriva così nei pressi di altre casette dell’Enel, e seguendo le indicazioni, inizia la discesa su un sentiero
ben tracciato che prima ci porta a superare delle collinette erbose e successivamente una pietraia,
dove i molti “ometti” indicano il percorso corretto da seguire.
Si attraversa quindi un torrentello, si risale per poche decine di metri il sentiero che ci porterà all’imbocco del ripido
canalone che faremo in discesa, e dal quale intravvediamo decisamente più in basso il Lago di Morasco.
La discesa lungo il canalone, è ottimamente segnalata, non particolarmente difficile, ma in certi punti richiede
l’aiuto delle mani per avere una maggiore agilità e sicurezza.
Si arriva in circa un’ora e quaranta minuti al Lago di Morasco e successivamente in altri quindici minuti a Riale,
nostro punto di partenza.
Si chiude così una giornata da favola e di intenso cammino, che ci ha permesso di vedere un altro angolo molto
panoramico e selvaggio della Val Formazza.
Le ombre del sole un pò allungate, il cielo parzialmente velato e i caldi colori, ci ricordano che il mese di settembre
è già iniziato e l’autunno è in avvicinamento.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: l’escursione al Lago dei Sabbioni è un lungo percorso di trekking che permette di salire da un versante
per scendere da un altro, che hanno però in comune lo stesso punto di partenza e di arrivo, ossia il Lago di Morasco.
Il sentiero è ben segnalato e ben tracciato lungo tutto il percorso, che regala dei paesaggi molto molto panoramici
per l’intera escursione, se si prende in fase di salita la ”Via Classica” (segnavia G41).
E’ richiesto un buon allenamento, ma verrete premiati con visuali da cartolina.
A nostro avviso, le tempistiche indicate sui pannelli, sarebbero da rivedere, in quanto troppo ottimistiche rispetto
all’effettiva lunghezza del percorso.