Reinebringen 484 m. (Norvegia – Lofoten – Reine)
1978 scalini, rappresentano la distanza da colmare per arrivare da Reine alla cima del Monte Reinebringen.
E’ solo grazie a questa grandiosa opera che si riesce a risalire il ripido fianco della montagna, dalla quale si apprezza
un panorama vastissimo e sconfinato
Località di partenza: il paese di Reine, percorrendo per un breve tratto la E10 in direzione di Moskenes
Punto di arrivo: Monte Reinebringen 484 m.
Quota di partenza: 0 m.
Quota di arrivo: 484 m.
Dislivello: 484 m.
Posizione: a nord-est della città di Moskenes, a circa 5 km da quest’ultima e 26 km a sud di Ramberg
Difficoltà: E – vanno considerati alcuni tratti esposti – [scala delle difficoltà]
Ore: circa 1h 10 minuti per completare il percorso di salita
Periodo: da metà aprile a metà ottobre
In inverno o comunque con ghiaccio e neve, il tracciato non è percorribile per ragioni di sicurezza, e concreto
pericolo di scivolamento, valanghe e caduta massi
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: seguire le indicazioni Reinebringen
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
1978 scalini per 484 m. di dislivello
Si sale uno scalino dietro l’altro, dall’inizio alla fine, lungo tutto il tracciato, prendendo rapidamente quota.
Si arriva così sulla cima del Reinebringen, dal quale si apprezza un panorama a 360° su Reine, sulla baia,
sui fiordi, sul Reinejorden, sul Vestjorden e sulle montagne di Moskenesøya.
A differenza di molte altre escursioni “solitarie” (e magnifiche), che abbiamo fatto qui alle Lofoten,
questa che vi descriviamo oggi, è parecchio frequentata.
Noi preferiamo posti più “defilati”.
Ma se siete in zona, non perdete la possibilità di arrivare fin quassù, perché lo scenario è bellissimo,
in particolare riuscendo a cogliere la luce calda del tramonto o dell’alba.
Vi raccontiamo la nostra impressione.
Reine, un piccolo paese di pescatori, ubicato a nord-est della città di Moskenes, è il punto di partenza
per la salita al Reinebringen.
Questo villaggio, incastonato tra il mare e il Monte Reinebringen, è facilmente raggiungibile tramite la E10,
la strada europea che parte dal paese di Å (l’ultimo villaggio più a sud delle Lofoten) e arriva fino in Luleå in Svezia
per una lunghezza complessiva di 850 km
La E10 la percorrerete in lungo e in largo alle isole Lofoten, unite tra loro da un sistema di ponti e tunnel,
e vi accompagnerà e vi farà attraversare paesi e fiordi, passando in mezzo a montagne e campagne infinite,
portandovi alle varie mete che avrete scelto.
Ci troviamo sull’isola di Moskenesøya, a circa 25 km da Ramberg.
Reine fin dal 1800 è stato un centro importante per la lavorazione del pesce e la sua successiva commercializzazione,
oltre ad avere un porto abbastanza ampio dedicato a questo settore.
La pesca del Baccalà, da sempre ha rappresentato l’attività principale del paese.
La cittadina è piccola, con circa 300 residenti, ma è piuttosto frequentata dai turisti, che oggi sono uno dei principali
introiti economici.
Parcheggiata la macchina in paese nella zona del porto, dove c’è una grande area di sosta, il percorso di trekking
prevede di uscire leggermente da Reine, passando sopra il ponte Reineveien (l’unico che permette l’accesso al paese
sia a piedi, sia in auto), per poi girare subito a sinistra, in direzione di Moskenes.
Si prosegue per circa 300 m. sul marciapiede della E10, fino a giungere nei pressi di una galleria che tralasciamo,
continuando a sinistra, (quindi all’esterno della galleria), su quella che una volta era la vecchia strada veicolare.
Ci si inoltra su un tratto asfaltato che si addentra in una boscaglia di betulle e che in pochi minuti ci ha portato all’inizio
della salita per il Reinebringen, che troviamo ben indicata alla nostra destra.
Tra il paese di Reine e l’inizio del percorso di salita, c’è circa 1 km di distanza.
Da qui in poi, si salgono le scale, senza sosta, con un movimento sempre ripetitivo.
E sarà così, fino a pochi metri dal punto di arrivo.
1978 scalini in pietra, posati uno dopo l’altro.
Questa grandiosa opera si è resa necessaria in conseguenza del notevole afflusso di escursionisti che, nel tempo,
ha creato danni importanti di erosione al sentiero e aumentato il rischio di caduta massi.
Per ragioni di sicurezza, quest’ultimo è stato addirittura chiuso nel 2016
Si è così intrapreso un importante intervento di “ristrutturazione” con degli Sherpa nepalesi, che hanno costruito
sul fianco della montagna, questa infinita scalinata tra il 2016 e il 2021, garantendo così la sicurezza per gli escursionisti
e preservando la bellezza naturale del delicato ecosistema.
I norvegesi hanno avuto la capacità di “fondere insieme” questa maestosa montagna con l’abilità artigianale
degli Sherpa.
Certamente quella di oggi è un’escursione unica nel suo genere.
Completamente diversa da quelle alle quali siamo abituati lungo i sentieri, gli ometti, i segnavia: qui non esiste nulla
di tutto questo.
Uno scalino dopo l’altro, e si incomincia a prendere quota.
Man mano che si sale, si esce rapidamente dalla boscaglia e la visuale si apre notevolmente sul Mare di Norvegia.
La scalinata si inerpica decisa e anche se si resta sempre in sicurezza, bisogna considerare un pò di esposizione.
Uno sguardo all’indietro, ci fa rendere conto, di quanto sia verticale il percorso che stiamo seguendo, e,
tornante dopo tornante, si ha la percezione del dislivello che si supera.
L’ambiente cambia, il verde scompare lasciando spazio alle rocce.
Senza il susseguirsi della scalinata, solo con il sentiero in terra battuta, sarebbe stato particolarmente complesso
l’avvicinamento alla cresta della montagna.
Lungo il tracciato, sono stati pensati diversi “slarghi” con panchine in pietra per potersi fermare e prendere fiato.
La pietra lastricata garantisce un buon grip, ma in caso di pioggia potrebbe risultare scivolosa.
Sono indispensabili calzature da trekking adatte a un percorso di montagna.
Scalino dopo scalino, in circa 1h e 10 minuti si arrivano a completare i 1978 previsti.
Attenzione al vento che man mano che si prende quota, aumenta la sua intensità e la sua spinta.
Volendo è possibile fermarsi al termine della scalinata per beneficiare di una vista grandiosa.
Tuttavia salendo con attenzione su sentiero esposto, un pò fangoso e scivoloso, è possibile proseguire per una decina
di minuti lungo la linea di cresta, arrivando sulla cima del Reinebringen.
Non è possibile andare oltre per ragioni di sicurezza, perché la linea di cresta si restringe ulteriormente,
diventando una “lama di coltello”.
Da qui la vista sui piccoli villaggi dei pescatori di Reine e Hamnøy, sul Reinejorden, sul Vestjorden e sulle montagne
di Moskenesøya è incredibilmente panoramica.
Si vedono i ponti che collegano tra loro le varie isole, come se tutto fosse stato costruito allo stesso modo
di un modellino della Lego.
Sembra quasi irreale.
Sedersi e guardare l’orizzonte, la natura selvaggia, i fiordi, le montagne imponenti, e quello che trovate ai vostri piedi
da 500 m. di altezza, vi ripagherà fin da subito della fatica.
Resterete incantati da come la natura ha saputo collocare tutto al posto giusto.
Arrivare fin quassù, ne vale veramente la pena.
Vi riporto qui sotto qualche foto, scattata dalla vetta del Reinebringen.
Non sottovalutate il tracciato, perché la salita al Reinebringen, anche se ottimamente mantenuta, non è un’escursione banale,
peraltro sconsigliata in alcuni mesi dell’anno per il rischio di valanghe, ghiaccio e possibili scivolamenti.
Il meteo e la condizione del terreno è necessario valutarlo con attenzione.
Gli scalini anche se agevolano notevolmente la progressione, in determinate condizioni possono rappresentare
una pericolosa insidia, in particolare con pioggia gelata o ghiaccio al suolo.
In inverno la salita al Reinebringen è del tutto sconsigliata, quindi da evitare.
Inoltrarsi equivarrebbe a mettersi in difficoltà o restare bloccati lungo il percorso.
Generalmente la maggior affluenza dei turisti sul tracciato, avviene nella mattinata e nelle prime ore del pomeriggio.
Approfittando delle lunghe ore di luce del periodo estivo, se riuscite a fare questa escursione nel tardo pomeriggio
o in serata, avrete una maggior possibilità di vivere questa esperienza senza affollamento.
Giacca antivento, vestiti asciutti e scarpe adeguate, sono fondamentali per vivere al meglio questa esperienza.
Il percorso di rientro è ovviamente lo stesso affrontato in salita.
Nonostante l’importante afflusso di persone di tutte le nazionalità, e un tracciato anomalo rispetto a quelli che siamo
abituati a percorrere.
Il panorama con la vista del Vestfjord, dei piccoli villaggi di pescatori di Reine e Hamnøy, delle quasi infinite montagne
all’orizzonte e dei fiordi, ci ha permesso di vivere un’altra giornata ricca di emozioni.
Una delle caratteristiche delle Lofoten, è che in ogni angolo si nasconde qualcosa di particolare, di inaspettato,
di incredibilmente vario.
E così è stato anche per il Reinebringen.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano, Andreina Baj e Gaia Giordano
Note: volendo sintetizzare al massimo il concetto di salita al Monte Reinebringen, si potrebbe scrivere così:
“1978 scalini per 484 m. di dislivello”
E non si sbaglierebbe.
Perché il tracciato che permette di raggiungere la vetta è un’unica e costante scalinata in pietra, creata per garantire
una più agevole e sicura progressione.
La vista e il panorama visibile dalla vetta sono strepitosi e vi consentiranno di vivere una nuova favola.
Fiordi, montagne, paesi, laghi, strade, tutto è collocato al posto giusto.
Conclusa la scalinata in circa 1h e 10 minuti di intensa salita, è possibile proseguire ancora per una decina di minuti
su un sentiero per arrivare alla vetta.
Ma bisogna fare attenzione, perché il cammino è un pò esposto, c’è fango ed è scivoloso.
Oltre non si può proseguire per ragioni di sicurezza.
La salita al Monte Reinebringen non è fattibile nel periodo invernale a causa del ghiaccio e della neve che creano
situazioni di pericolo e inaccessibilità.