Lago Kastel 2.230 m. – percorso invernale – (Italia – Alta Val Formazza – Riale)
escursione magica in un ambiente immacolato, dove la neve ha ricoperto ogni cosa, trasformando completamente
il paesaggio e rendendolo unico in tutto. I laghi sono ben visibili, anche se riposano sotto la spessa coltre di ghiaccio e il loro
profilo che segna la linea di confine tra l’acqua e la terra, sembra disegnato con la matita di un artista
Località di partenza: Riale 1.730 m. (Alta Val Formazza)
Punto di arrivo: Lago Kastel 2.230 m.
Quota di partenza: 1.730 m.
Quota di arrivo: 2.230 m.
Dislivello: 500 m.
Posizione: nel cuore dell’Alta Val Formazza, con partenza dalla frazione di Riale
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 1h 50 minuti per la salita da Riale fino al Lago Kastel percorrendo la strada poderale (spesso utilizzata nella stagione
estiva dagli amanti della MTB). Circa 1h 30 minuti per la discesa che avviene lungo il medesimo percorso di salita
Periodo: da dicembre a marzo (previa verifica delle condizioni di innevamento), ma valutare con attenzione
gli eventuali rischi di slavine o manto nevoso instabile
Attrezzatura richiesta: classica da trekking, ramponcini e ciaspole
Segnavia: n° G00 – G22 – G24
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Bella d’estate, bella d’inverno.
La Val Formazza non delude mai in nessuna stagione dell’anno.
Anzi, al contrario, ogni mese porta con sé i suoi colori, i suoi profumi, il suo ambiente, sempre particolare, sempre piacevole.
E anche se nel periodo invernale, per ovvie ragioni di sicurezza, gli accessi a molte escursioni, non sono percorribili,
è possibile valutare tracciati “tranquilli”, che si inerpicano e conducono in luoghi che appaiono sotto una veste completamente
diversa da quella estiva.
Oggi vi accompagniamo al Lago Kastel, già precedentemente illustrato in una nostra “uscita tra fiori, prati e sentieri”
e oggi riproposto tra “neve e ghiaccio”, dove tutto è immacolato sotto una coltre bianca da favola.
Benvenuti sulle pagine del nostro sito internet.
Il Lago Kastel si trova nell’Alta Val Formazza, nella parte più settentrionale del Piemonte, dove la strada asfaltata che conduce
fino al paesino di Riale (l’ultimo della vallata), finisce.
Siete arrivati al capolinea, oltre è possibile proseguire solo a piedi.
Da Riale si diramano molti sentieri che consentono di addentrarsi nel cuore e nel paradiso di queste montagne,
permettendo di arrivare fino in Svizzera.
Previa una attenta verifica della stabilità del manto nevoso e delle sue relative condizioni, generalmente la salita
al Lago Kastel nel periodo invernale, viene considerata sicura e per circa 3/4 del cammino, si segue l’ampia ed evidente
traccia che conduce al Rifugio Maria Luisa.
In una bella giornata di fine dicembre, sotto un cielo azzurro e una temperatura ben al di sopra della normalità per il periodo,
siamo arrivati a Riale, questo piccolo paese a 1.730 m. di altitudine che, con i suoi 6 residenti, rappresenta il punto di partenza
dell’escursione di oggi.
Il percorso per arrivare fin qui prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi proseguire
dopo il casello sulla SS33 del Sempione fino a Crodo (km 128), dove si lascia la strada statale per prendere la SS659.
Si prosegue sulla SS659 fino ad arrivare a un bivio (al km 8,5), dove si gira a destra e si seguono le indicazioni
per la Val Formazza.
Arrivati al paese di Baceno si prende un ampio tornate che gira a destra (sempre restando su SS659), come indicato
da un cartello che indica la Val Formazza a circa 20 km.
Si attraversa quindi il comune di Premia e poi quello di Formazza che prevedono il passaggio in varie frazioni intermedie.
Si prosegue fino alle Cascate del Toce che troviamo al km 40, per poi giungere al km 41,7 alla frazione di Riale
e quindi al parcheggio, che, nel periodo invernale, si trova pochi metri prima dell’ingresso al paese.
A piedi bisogna fare un breve tratto di strada asfaltata, e poi si giunge sul manto nevoso che lambisce la pista dello sci di fondo.
Si tiene la destra, e in meno di un minuto, si arriva al ponte in cemento che superiamo e conduce a un bivio, dove troviamo
alcune indicazioni e un pannello informativo.
La direzione da prendere è quella del Rifugio Maria Luisa sentiero n° G00.
Il tracciato invernale, differenzia da quello estivo, perché anziché tagliare lungo i sentieri, bisogna seguire l’intera strada
poderale, (ampia e battuta dal gatto delle nevi), che con un percorso più lungo e disegnando ampi tornanti, incomincia a salire.
La poderale “invernale”, è la stessa che nel periodo estivo viene utilizzata da chi sale con la MTB.
Il dislivello per arrivare al Lago Kastel è modesto: circa 500 m. e la maggior parte lo si andrà a completare proprio lungo
questa ampia strada.
Con i ramponcini calzati sotto gli scarponi, si riesce ad avere un grip migliore lungo alcuni tratti in parte ghiacciati, non è
indispensabili averli, ma è consigliato.
Man mano che si sale, si vede in basso sulla piana, il paesino di Riale con la sua chiesetta gialla abbarbicata
su una collinetta e, alle sue spalle, l’imponente muro di contenimento della diga del Lago di Morasco, interamente ricoperto
da una spessa coltre di ghiaccio e neve.
Sotto le acque gelide è sommerso il vecchio paese. (a questo link trovi la storia completa).
Uno sguardo all’indietro ed ecco che il parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, è oramai diventato piccolino,
e si individua facilmente una parte del percorso di salita che abbiamo fin qui superato.
Ben presto il sole incomincia a lambire il tracciato, illuminando la poderale ricoperta dal soffice manto nevoso.
In circa 25 minuti si arriva al primo grande tornante, “protetto” da un muretto in pietra con delle arcate, dove ci fermiamo
per ammirare le vette che si inoltrano verso l’Alpe Bettelmatt, la Punta dei Camosci e il Piano dei Camosci.
Ai piedi delle acque ghiacciate del Lago di Morasco, troviamo le imponenti pareti della Punta di Morasco 2.831 m.
e del Corno di Ban 3.027 m.
Lungo il tracciato si superano altri tre tornanti con i caratteristici muretti in pietra, e, dopo circa un’ora di salita,
la pendenza diventa meno marcata.
Si continua a percorrere la poderale fino a giungere a un bivio dove troviamo diverse indicazioni, oggi in parte sepolte
dal manto nevoso che cambia notevolmente il suo spessore a secondo del luogo dove il vento ha spostato
e accumulato la neve.
Proseguendo dritti si arriva in breve tempo al Rifugio Maria Luisa e al Lago Toggia, oltre a un’altra serie di percorsi
escursionistici quali ad esempio il Passo San Giacomo, quest’ultimo non percorribile e non raggiungibile nel periodo invernale
a causa del rischio di slavine.
Noi invece prendiamo il bivio alla nostra destra, nei pressi dello chalet di servizio per gli addetti alle condotte idroelettriche.
I cartelli riportano i percorsi per il Lago Kastel, il Lago Nero e il Passo Tamier, oltre ai Laghi Boden e alla Bocchetta di Val Maggia.
Il segnavia da seguire è il G22 – G24, ma oggi ci si orienta seguendo le tracce lasciate nella neve, di chi ci ha preceduto.
Man mano che si sale, gli accumuli nevosi diventano più importati e immacolati.
Bisogna mantenere la destra, (a sinistra si andrebbe ai Laghi Boden), e in una decina di minuti, si materializza in tutto
il suo splendore il Lago Kastel, oggi “rivestito” da una coltre spessa di ghiaccio e ricoperto da un manto nevoso
che lo fa rassomigliare a un paesaggio lunare più che a un paesaggio montano.
Al contrario, in estate, parliamo di un lago dal colore blu intenso / verde petrolio, abbastanza grande con una profondità
massima di 39 m.
Noi abbiamo lambito tutta la sua riva, tenendoci sul lato destro e seguendo (quello che nelle altre stagioni dell’anno è il sentiero)
e che oggi invece è la traccia nella neve, fino ad arrivare alla chiesetta bianca, che si trova sul lato opposto del Kastel,
accanto a una casetta in pietra oramai abbandonata.
Il profilo e le ombre del Corno Castello 3.128 m. e del Pizzo di Cavergno 3.223 m. vengono disegnate e ricreate sul ghiaccio,
così come riuscirebbe a tracciare l’abile matita di un’artista.
Pensate che questo lago, custodisce una storia incredibile e ancora una volta ci dimostra che l’uomo può far ben poco
nel “contenere” la forza della natura.
Infatti sotto le acque Lago Kastel, che ricordiamo essere un lago naturale e non artificiale come altri presenti in zona,
si nasconde un lungo e travagliato periodo.
Bisogna tornare indietro di oltre un secolo quando l’uomo costruì a sud di questo lago una diga alta circa 14 metri e lunga 87,
per contenere le sue acque e sfruttare maggiormente il bacino tentando di trasformarlo da “naturale” ad “artificiale”.
Ma questa opera fallì miseramente la notte del 16 novembre 1923 quando dopo un enorme boato, la diga collassò.
Una valanga di acqua, fango e pietre precipitò lungo la vallata investendo in pieno il paese di Riale e successivamente
arrivando fino alle Cascate del Toce (che da qui distano a piedi oltre un’ora e 3/4 di cammino).
Ampie zone vennero ricoperte da detriti, non ci furono perdite umane, ma morirono diversi animali.
Nel periodo compreso tra il 1924 e il 1928 venne ricostruita una seconda diga, ma anche’essa manifestò fin da subito
delle problematiche di “strane infiltrazioni” e nel 1955 cedette nuovamente.
Dai rilievi e dagli studi eseguiti, risultò che il terreno sottostante essendo in prevalenza calcareo, formato da gesso e cavità,
non si prestava assolutamente a sostenere un muro di contenimento con una pressione così intensa.
Ed è questo il motivo per il quale al Lago Kastel si associa il nome “diga di cartapesta”.
Oggi le acque del lago sono tornate al loro stato e alla loro dimensione naturale.
Tra i due pezzi di muro rimasti della vecchia diga, “risistemati” e in parte abbattuti, è stato aperto un grande varco centrale,
per la fuoriuscita naturale delle acque che neppure arrivano a lambire questi muraglioni.
Vi riporto qui sotto alcune fotografie scattate con il nostro drone, dal quale si individuano oltre al Kastel, i Laghi del Boden,
il Lago del Toggia e il Lago di Morasco.
Questa zona è una delle parti più belle e panoramiche dell’Alta Val Fomazza.
Posti e luoghi conosciuti, ma non così frequentati e che oggi abbiamo ritrovato immersi nel silenzio di un paesaggio
invernale da favola, dove il bianco candido della neve, si è accostato all’azzurro del cielo e le tracce lasciate dagli scarponi,
hanno solcato pendii incantevoli.
Nei pressi della chiesetta del Lago Kastel, abbiamo posato uno dei “sassi disegnati da Andreina”.
Lungo i sentieri che percorriamo per raggiungere la varie mete, raccogliamo alcuni sassi dalle forme particolari.
Una volta arrivati a casa, questi sassi vengono lucidati, colorati, disegnati e dipinti, per poi essere nuovamente posati
accanto ai sentieri.
Il nostro unico obiettivo finale, è solo quello di “regalare un sorriso” a colui che avrà modo di trovarlo, raccoglierlo e custodirlo
come “porta fortuna”.
Visita, cliccando qui, la “pagina dei sassi di Andreina”, per scoprire tutte le nostre creazioni.
Dopo una gradevole sosta lungo le sponde del Lago Kastel, lentamente abbiamo ripreso il percorso di rientro che
ci ha riportato a Riale in circa un’ora e 20 minuti di rilassante cammino.
E quando il sole di queste giornate ancora corte, ha incominciato ad allungare le sue ombre, andando successivamente
a nascondersi dietro le creste, è arrivato il momento di salutare una giornata spettacolare, vissuta nel paesaggio invernale
dell’Alta Val Formazza.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: la salita invernale al Lago Kastel avviene percorrendo la strada poderale che dal minuscolo paese di Riale,
sale portandoci in poco più di un’ora nei pressi del bivio, dove si abbandona il sentiero G00 per prendere il sentiero G24
L’ambiente imbiancato dalla neve, rende particolarmente magica questa escursione, in particolare quando si arriva a lambire
le sponde del lago e ci si ritrova “a tu per tu” con le vette a due passi da noi.
“Ascoltare” il silenzio e immergersi nella tranquillità di questi luoghi, è un regalo non negoziabile con nient’altro.