Challancin 1.610 m. – Charvaz 1.520 m. (Italia – Valdigne)
semplice e piacevole percorso di trekking, che unisce tra loro questi due minuscoli paesi di montagna.
Charvaz nel periodo invernale, con la neve, è raggiungibile solo a piedi, ed è scarsamente abitato.
La sua chiesetta, il forno per fare il pane, e le casette in pietra, ci hanno riportato indietro nel tempo di almeno 100 anni
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Località di partenza: Challancin 1.610 m. (Valdigne)
Località di arrivo: Charvaz 1.520 m.
Quota di partenza: 1.610 m.
Dislivello: circa 90 m.
Posizione: il punto di partenza è accanto alla chiesetta di Challancin
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 1h 10 minuti in andata e stessa tempistica al ritorno.
Nel nostro caso, con il percorso innevato, abbiamo impiegato circa 25 minuti in più rispetto al previsto
Periodo: tutto l’anno, previa attenta verifica delle condizioni di innevamento nella stagione invernale
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: ==
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Dopo una nevicata notturna, che ha ben presto lasciato spazio a una splendida giornata di sole di fine gennaio,
abbiamo raggiunto il minuscolo abitato di Challancin, per iniziare un semplice percorso di trekking, che ci ha accompagnato
fino alla borgata di Charvaz.
Passaggi tra neve immacolata, che ha ridisegnato completamente il paesaggio e le sue forme, il silenzio del luogo,
il bosco e l’aria pulita e fresca, ci hanno regalato dei momenti particolarmente gradevoli nel cuore della Valdigne.
Mettetetivi comodi che vi raccontiamo tutto in dettaglio.
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La Valdigne si estende tra il Comune di La Salle e il Comune di Courmayeur, ed è una tra le più belle vallate
della regione valdostana.
La particolarità di questa zona, è quella di riuscire ad accontentare senza compromessi, chiunque ami la montagna.
Piste da sci, amanti del trekking, amanti della mountain bike, rifugi, bivacchi, laghi, croci di vetta, creste, passi,
strade poderali, qui c’è veramente tutto.
Dai percorsi più semplici a quelli più complessi.
Un paradiso di paesi e paesini, molti dei quali abbarbicati e aggrappati alla montagna, offrendo dei panorami da sogno.
Il punto di partenza del trekking di oggi è la chiesetta di Challancin, questo paesino formato da una decina di case
e all’incirca una decina di abitanti, che si trova sulle alture della collina di La Salle.
Per arrivare fino qui, bisogna prendere (sia che per chi proviene da Aosta, sia per chi proviene da Courmayeur),
la SS26, raggiungendo l’abitato di La Salle.
Da La Salle, si prosegue seguendo le indicazioni per Beauregard, successivamente per Remondey e poi per Cheverel.
Arrivati a Cheverel, bisogna svoltare a destra in direzione di Challancin che si raggiunge dopo 1 km 1/2
E’ possibile parcheggiare l’auto nei pressi della chiesetta, dove troviamo una piccola area di sosta,
con qualche posto disponibile.
Lasciando alle nostre spalle la chiesetta, si prosegue a piedi in lieve salita lungo la strada principale, superando
l’abitato di Challancin.
In pochi minuti, si arriva nei pressi di un cartello con un divieto di transito, dove si devia leggermente sulla destra,
andando a prendere una strada poderale in lieve discesa.
Oggi, la magia della neve caduta nella notte, ci ha permesso di caminare su un manto bianco soffice e immacolato,
dove a ogni passo, alzavamo il pulviscolo dei fiocchi posati da poche ore.
Ci siamo fermati diverse volte ad ammirare i rami e le pigne, parzialmente ricoperti dalla neve, con il loro contrasto di colori
tra il marrone e il bianco: capolavori della natura perfettamente disegnati.
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Mantenendo sempre la destra, il tracciato prosegue inoltrandosi all’interno di un fitto bosco di pini, dove un cartello in legno
che riporta il nome Charvaz, conferma la correttezza del percorso che stiamo seguendo.
Si attraversa un corso d’acqua di modeste dimensioni, e si sale per una ventina di minuti lungo un ampio sentiero,
immersi tra piante secolari, dove il silenzio avvolge ogni cosa.
L’unico rumore che si avverte, è lo scricchiolio generato dai nostri scarponi sopra il manto nevoso, precedentemente calpestato
da probabili caprioli e camosci, che hanno lasciato le impronte dei loro zoccoli impressi nelle neve.
Dopo vari saliscendi, si arriva nei pressi di un bivio con le indicazioni per il Col de Bard 1.750 m., che tralasciamo,
mantenendo sempre la destra e andando così ad uscire dal bosco.
Ci si ritrova nei prati sopra Charvaz, dove il sentiero (oggi completamente ricoperto dal manto nevoso), si perde un pò.
Bisogna seguire l’antica mulattiera che si individua dopo qualche minuto e dalla quale si apprezza una visuale stupenda
e completamente aperta verso il il Plan de L’Arolla, dove a 2.270 m. c’è il Bivacco Cosimo Zappelli e in alto le cime
del Paramont 3.301 m. e della Testa del Paramont 3.140 m.
Alla nostra destra la zona del Colle San Carlo, il Vallone di La Thuile, il Mont Crammont.
Che spettacolo, che bellezza, vedere quelle creste e quelle punte, dove oggi in quota soffia un vento piuttosto teso,
che alza tutta la neve appena caduta, simulando l’effetto di nuvole che corrono nel cielo.
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Dopo l’uscita dal bosco, la poderale scende costantemente per circa 25 minuti, fino a farci scorgere i tetti delle case
del paese di Charvaz.
Charvaz in inverno, con la neve, è raggiungibile esclusivamente a piedi.
Gli accessi alla frazione sono possibili salendo da La Salle, o come nel nostro caso, scendendo (solo) a piedi da Challancin.
Al nostro passaggio, abbiamo trovato un paese curato, con la chiesetta, la fontana, una decina di baite,
ma completamente disabitato.
Non c’era nessuno.
Le lontane origini di questa frazione, ci raccontano che Il villaggio è formato da edifici generalmente a tre piani fuori terra,
con pareti in legno e vasti spazi aperti all’ultimo piano.
Le travi dei tetti e i balconi, sono quasi tutti in legno.
La zona bassa dei fabbricati è destinato al ricovero del bestiame e alle cantine.
Scale e balconate permettono l’accesso ai vani abitativi, posti nel piano di mezzo.
Mentre all’ultimo piano si trova il fienile, il cui ingresso è situato dal retro, facilitato dall’inclinazione naturale del terreno.
I tetti e le case sono spesso uniti, in modo da creare passaggi coperti.
Alcune facciate sono decorate da meridiani, due delle quali accompagnate da questa scritta:
“L’heure passe et comme l’ombre un jour il nous faudra quitter ce monde 1877”.
Non si conosce la data precisa della costruzione della chiesetta del villaggio, ma nel 1621 risulta già esistente.
Pensate quanto tempo è trascorso da quella data, quante cose sono successe, quante situazioni sono cambiate…
Un affresco raffigurante il Giudizio Universale, ricopre interamente la facciata.
Alcuni preziosi arredi provenienti dalla cappella, sono attualmente esposti nel museo d’arte sacra della chiesa parrocchiale
di La Salle.
Davanti alla chiesa, si trova una fontana a due vasche datata 1884 e, poco a monte, il forno comunitario del paese di Charvaz.
Un forno in pietra, sul quale è incisa la data del 1783, ossia quando è stato realizzato.
Accanto ad esso, si trova una piccola area dedicata a impastare il pane locale, perché un tempo si viveva così,
ogni cosa veniva prodotta in loco.
La visita a Charvaz, ha rappresentato per noi un viaggio all’indietro nel tempo.
Vi lascio qui sotto qualche scatto di questo borgo, disabitato in alcuni periodi dell’anno.
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Non vi nascondo che restare seduti tra queste case, dove l’unico rumore che abbiamo avvertito, è stato quello della neve
che si fondeva dai tetti e sgocciolava sul prato, se da un lato ci ha regalato un senso di pace e di ristoro,
dall’altro ci ha fatto riflettere.
Sarebbe bello poter far rinascere e rivivere “come una volta”, ma con le comodità di oggi, questi paesi, e tornare a rivedere
le luci accese dietro le finestre, dove si potrebbe svolgere una vita e una quotidianità, al momento purtroppo assenti.
Dopo esserci aggirati tra le vie delle case di questo piccolo borgo, abbiamo ripreso la traccia di rientro, che è la stessa
percorsa all’andata.
Da Charvaz, siamo risaliti lungo l’antica mulattiera per circa 40 minuti, fino a giungere nel bosco.
Superato il bosco, (quasi tutto) in discesa, andando in direzione di Challancin, siamo arrivati sulla poderale che
ci ha accompagnato nei pressi della strada del paese.
Pochi minuti e siamo giunti al parcheggio accanto alla chiesetta, nostro punto di partenza di questa mattina.
L’escursione che da Challancin conduce a Charvaz è un tracciato semplice e piacevole.
Si svolge per il 50% all’interno di un fitto bosco e successivamente si attraversano delle ampie zone prative.
In circa 1h 15 minuti da Challancin si arriva a Charvaz.
Stessa tempistica al rientro.
Nel nostro caso, abbiamo impiegato circa 30 minuti in più, perché il piacevole manto di neve fresca,
ha rallentato la progressione.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj
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Note: lasciando alle spalle la chiesetta di Challancin, bisogna salire per qualche minuto la strada asfaltata
e nei pressi di un cartello con il divieto di transito, si devia sulla destra, scendendo leggermente una poderale.
Ci si inoltra all’interno di un fitto bosco che bisogna risalire per intero, fino a giungere dopo circa 30 minuti nei pressi
dei prati che sovrastano la minuscola frazione di Charvaz.
Si scende quindi lungo l’antica mulattiera per una ventina di minuti, e si arriva tra case del borgo.
Luogo (in inverno), isolato e disabitato, ma piacevole.
Qui si riscopre la montagna pura, ancora quella di una volta, dove non esiste nulla, tranne la bellezza del luogo.
Quindi c’è tutto…