Rifugio Antonio Omio e Bivacco Silvio Saglio 2.100 m.
(Italia – Valtellina)
il Rifugio Omio è adagiato su un comodo terrazzino erboso, un balcone naturale affacciato sulla Val Masino
clicca sull’immagine per ingrandirla e visualizzare il percorso
Località di partenza: Bagni di Masino
Quota di partenza: 1.172 m.
Quota di arrivo: 2.100 m.
Dislivello: 928 m.
Posizione: su un terrazzino erboso in alta Valle dell’Oro in posizione panoramica
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 4h a/r
Periodo: da metà giugno a metà settembre
Attrezzatura richiesta: nessuna
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Nell’alta Valle dell’Oro, sotto il Pizzo dell’Oro e vicino al Pizzo Ligoncio, il rifugio Omio è adagiato su un comodo
terrazzino erboso, un balcone naturale affacciato sulla Val Masino.
Sorge in posizione isolata sotto queste pareti di rocce imponenti, ma nel periodo estivo è frequentatissimo essendo
un punto d’appoggio fondamentale per chi compie le alte vie che passano da qui (i Sentieri Life, Bonatti e Roma) o
ascensioni su questi monti.
Tralasciando le arrampicate, i sentieri che partono da qui sono tutti piuttosto impegnativi, presentano tratti esposti
con catene e richiedono passo sicuro.
Per chi soggiorna a San Martino o semplicemente sale in giornata l’escursione a questo rifugio, nella splendida
Valle dell’Oro, è vivamente consigliata.
Visto da valle, rimane un sentiero un po’ più isolato e sicuramente meno frequentato rispetto a quelli che
portano al rifugio Gianetti o in Val di Mello, ma proprio per questo più godibile.
E’ un percorso praticabile da chiunque, basta solo avere un po’ di allenamento nelle gambe per affrontare questi 1000
metri di dislivello, che dai Bagni di Masino si superano praticamente in linea retta.
In pratica pochi chilometri di sentiero ma ripidi.
Lasciamo l’auto nel cortile di queste terme, raggiungibili prendendo in Valtellina la strada per la Val Masino
(abbandonando ad Ardenno la statale principale).
Seguiamo la strada sterrata fino ad arrivare ad un largo con le indicazioni di vari percorsi, tra cui sulla destra
anche quello per il rifugio Gianetti che tralasciamo.
Attraversiamo il torrente su di un ponticello e puntiamo in direzione del bosco prendendo il sentiero che sale sulla destra.
Inizia qui la salita, ci addentriamo in una bellissima faggeta e procediamo già con una pendenza abbastanza impegnativa,
fino ad incontrare un’indicazione su una pianta che ci fa virare a sinistra.
Salendo sempre nel bosco, a tornanti, arriviamo in una verdeggiante radura, Pian del Fango.
Da qui abbiamo anche una bella visuale della Punta Medaccio che incombe su di noi, e dei monti della Valle dell’Oro
e della Merdarola.
Proseguiamo rientrando nel bosco ed ignorando la deviazione posta su una baita indicante a destra il
Sentiero Life delle Alpi Retiche.
Ricominciamo a macinare dislivello affrontando una pendenza costante e sostenuta.
A circa 1.700 metri usciamo dal bosco in corrispondenza dell’Alpe dell’Oro e ci addentriamo in una zona di massi enormi.
Sulla destra, sotto uno di questi massi incontriamo un vecchio rudere, un tempo ricovero per uomini e animali.
Qui il terreno concede un po’ di tregua che però è destinata a durare poco.
Dal punto in cui ci troviamo, manca ancora mezz’ora al rifugio.
Proseguiamo con percorso diretto (niente più tornanti!), superando vari dossi erbosi e seguendo i classici bolli
rossi-bianco-rossi.
Ora il rifugio è visibile ma, data la pendenza, ad ogni passo sembra allontanarsi.
Raggiunta la meta ci concediamo il meritato riposo.
La fatica è ottimamente ripagata dalla cucina (immancabile!) e dal bel panorama.
Il rifugio è chiuso alle spalle dai monti della Valle dell’Oro tra cui spicca il Pizzo dell’Oro.
Più a destra, volgendoci a valle il Ligoncio e le cime della Merdarola.
A sinistra la cima e il Passo del Barbacan e sullo sfondo il Disgrazia con i Corni Bruciati.
Di fronte alla struttura, ma molto più in basso, la Val Masino con le terme da cui siamo partiti, e più lontano San Martino.
Accanto al rifugio è presente anche il bivacco in lamiera Silvio Saglio che è il locale invernale del rifugio.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Note: il rifugio è un punto d’appoggio strategico per le traversate in quota, o le vie di arrampicata sulle cime più
belle della Valle dell’Oro.
Da qui passano il Sentiero Roma, il Sentiero Life delle Alpi Retiche e il Sentiero Bonatti.
La salita non presenta alcuna difficoltà ed è adatta a tutti.
I quasi mille metri di dislivello si affrontano su un sentiero con sviluppo in linea retta, che sale a tornanti nel bosco
e su prati, e per questo è richiesto un discreto allenamento.