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Rifugio Arp 2.446 m. (Italia – Valle D’Ayas)
il Rifugio Arp è da sempre una meta classica per l’escursionismo in Val d’Ayas e si trova sotto la Punta di Valfredda

rifugio arp invernale

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Località di partenza:
Estoul (fraz. Brusson)

Quota di partenza: 1.815 m.
Quota di arrivo: 2.446 m.
Dislivello: 631 m.
Posizione: sotto la Punta Valfredda, nei pressi dei laghi di Palasinaz
Difficoltà: WT2 [scala dei livelli delle difficoltà]
Ore: 3h 30′ a/r 
Periodo: da dicembre a primavera inoltrata
Attrezzatura richiesta: ciaspole e bastoncini
Discesa: seguendo il percorso di salita fino al parcheggio di Estoul
Download cartina percorso invernale

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Il Rifugio Arp è da sempre una meta classica per l’escursionismo in Val d’Ayas.
Il rifugio si trova sotto la Punta di Valfredda ed è noto per la presenza nelle vicinanze dei laghi Palasinaz,
molto frequentati d’estate.
Il percorso estivo che conduce al rifugio è facile, con una bella strada poderale che sale sempre gradatamente
sotto le pendici del monte Bieteron e della Punta Valnera.
D’inverno il luogo è una meta altrettanto ambita con le ciaspole, anche se il percorso è leggermente diverso.
In presenza di molta neve, (quasi 2 m come nel caso della mia escursione) la traccia estiva non è battuta e
si è costretti a scendere e poi risalire la Valfredda con uno strappetto finale poco prima del rifugio.

Con l’auto si lascia l’autostrada a Verres e si imbocca la Val d’Ayas fino a Brusson.
Superato l’abitato si svolta a destra verso la località Estoul, parcheggiando poco oltre il paesino.
Calzate le ciaspole si prende la traccia nel bosco che comincia dal parcheggio.
Il tratto iniziale non è immediato ed è abbastanza ad orientamento d’inverno.
Vi è un cartello iniziale e poi quasi più nulla fino ai casolari di Chavanne; sulla neve invece, ci sono sempre numerose
tracce di ciaspole e sci, così da non rendere subito immediata la direzione da seguire.
Per non sbagliare occorre prendere come riferimento i piloni della seggiovia di Brusson.
Dal parcheggio si sale leggermente sempre in linea retta attraversando all’inizio due piste da sci di fondo.
La traccia prosegue per un tratto nel bosco, fino ad arrivare ad un bel pianoro dove la via di salita si fa più chiara
essendoci qui una traccia unica.
Si continua a salire nel bosco verso sinistra, fino a sbucare direttamente sulle piste da sci di Brusson e
ai casolari di Chavanne.

La traccia qui sembra di nuovo perdersi e anch’io all’andata non trovandola, sono risalito per la pista da sci
fino alla stazione della seggiovia per poi ritrovare la traccia che scendeva nel vallone di Valfredda.
In presenza di molta neve questo percorso è sconsigliato; si fa molta fatica, e in un paio di punti la pendenza
in discesa è notevole.
Una volta arrivati a Chavanne, si attraversano invece con attenzione le due piste da sci.
Ci si ricongiunge con la traccia che passa in mezzo alle case, e in linea orizzontale per una buona mezz’ora, si percorre
la Valfredda fino ad arrivare ai piedi dell’ultimo strappo che conduce al rifugio.
A parte un po’ la fatica, non c’è nulla di difficile in questo tratto e dopo un’altra mezzoretta si arriva finalmente
al Rifugio Arp.

In presenza di così tanta neve diventa molto difficile andare oltre, e anche per raggiungere i laghi (coperti d’inverno),
bisognerebbe tracciare con un dispendio enorme di energie e con un pericolo valanghe mai da sottovalutare.
Questa volta ci fermiamo sulla terrazzina del rifugio e dopo un buon pranzo, ammiriamo il panorama che
la neve d’inverno ci offre.
E che panorama!
Si vede tutta la via di salita e più lontano parte della Val d’Ayas, ancora con i boschi più in basso non imbiancati.
Sopra al rifugio incombe la parete della Punta Valfredda e poco distante il Colle e la Punta Palasinaz.
Durante la discesa compare come per magia il Monte Bianco illuminato dal sole. Spettacolo!

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
una bella passeggiata con le ciaspole non impegnativa, una classica invernale.
Attenzione nell’attraversare le piste da sci, il primo tratto è un po’ ad orientamento.