Alpe Veglia – dal Ciamporino sul sentiero dei fiori – 1.750 m.
(Italia – Val Cairasca)
il “sentiero dei fiori” attraversa tutta una dorsale regalandoci degli scorci e dei panorami da favola,
un giro ad anello magnifico ed emozionante
Località di partenza: San Domenico 1.420 m.
Quota di partenza: 1.420 m.
Quota di arrivo: 1.750 m.
Dislivello: 330 m.
Posizione: nel Parco Naturale dell’Alpe Veglia (comune di Varzo), ai piedi del Monte Leone
Difficoltà: E [scala livelli difficoltà],
totalmente inaccessibile per molti mesi dell’anno
Ore: 2h percorso di andata e 1h 40 minuti percorso di ritorno
Periodo: da inizio giugno a fine ottobre
(previa verifica delle condizioni del manto nevoso)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita o scendendo dalla strada poderale che dall’Alpe Veglia porta a Ponte Campo
(noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione formando un giro ad anello)
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Per raggiungere l’Alpe Veglia ci sono diverse vie di accesso sia dal versante italiano che dal versante svizzero.
Per chi ha voglia di camminare e di fare lunghi e panoramici giri di trekking, guardando la cartina si contano almeno 8
percorsi che permettono di arrivare in questo posto meraviglioso e inaccessibile per molti mesi all’anno.
Noi oggi siamo saliti dall’Alpe Ciamporino e vi raccontiamo la nostra esperienza.
Benvenuti o bentornati sul nostro sito.
Siamo a metà del mese di settembre, è una piacevole domenica con sole e nuvole nel cielo e una
temperatura frescolina di 7°.
L’avvicinamento in auto all’Alpe Veglia prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce e raggiungere
il paese di Varzo, per poi salire lungo la strada stretta e tortuosa fino a San Domenico dove si parcheggia.
A piedi bisogna arrivare agli impianti di risalita (che si trovano sulla destra andando in direzione di Ponte Campo), e
prenderemo due seggiovie che in circa 15 minuti ci porteranno all’Alpe Ciamporino, permettendoci di evitare un
notevole dislivello.
Prima di organizzare la salita all’Alpe Veglia dal Ciamporino, conviene informarsi sull’apertura degli impianti e sugli
orari di chiusura a fine giornata.
Noi abbiamo optato per un giro ad anello che prevede una via di discesa differente da quella di salita.
Abbiamo quindi sfruttato la seggiovia solo per la salita del mattino, che all’ora della nostra partenza (8:30) era quasi
deserta, in parte in ombra e in parte al sole che ci ha riscaldato dall’aria frizzante.
Arrivati all’Alpe Ciamporino abbiamo preso il sentiero a sinistra degli impianti che inizialmente scende e ci fa
addentrare in un bosco di larici.
Inizia qui un lungo, piacevole e panoramico traverso che ci condurrà fino all’Ape Veglia.
Questo sentiero denominato anche “sentiero dei fiori” è facilmente percorribile e richiede un modesto sforzo fisico.
Dall’alto è ben visibile San Domenico (che abbiamo da poco lasciato) e la strada che conduce fino a Ponte Campo.
Il sentiero è piacevole, ben esposto al sole, percorribile senza alcuna difficoltà.
Uno sguardo all’indietro in direzione di Varzo, ci permette di vedere una serie di vallate che si accavallano una dopo
l’altra, immerse in una foschia che ci ricorda l’avvicinarsi inesorabile dell’autunno.
Superiamo alcuni massi residui di uno smottamento, e successivamente il sentiero risale e passa accanto a delle
pareti di roccia che troveremo alla nostra destra, per poi risalire una breve “scalinata”.
Lungo questo primo tratto troviamo delle catene fisse che agevolano il percorso nel caso fosse presente un terreno
scivoloso con neve o ghiaccio, ma in salita su asciutto, non abbiamo avuto bisogno di alcun tipo di aiuto.
Proseguendo il nostro cammino, superiamo la piccola cappella di San Silvestro e poi intravvediamo all’orizzonte una
croce che man man che ci avviciniamo diventa sempre più evidente.
Stiamo parlando di una croce di vetta, realizzata dagli Alpini di Varzo – Trasquera nel lontano agosto del 1987 e posata su
un terrazzino erboso sul quale ci soffermiamo per ammirare un panorama strepitoso:
alla nostra destra il sentiero che prosegue e conduce verso l’Alpe Veglia;
spostando leggermente lo sguardo verso sinistra, è ben evidente in lontananza il sentiero che dall’Alpe Vallée sale e
porta verso il Passo del Croso 2.395 m. e la Piana D’Avino (posti di una bellezza incredibile per i quali vi invito a leggere la
nostra relazione) e appena dietro la parete NE del Monte Leone 3.552 m.;
spostando ancora lo sguardo, davanti a noi il Monte Teggiolo 2.391 m. e tutta una cresta che prosegue e che
percorro con gli occhi fin dove mi è possibile vedere, con una voglia matta di andare anche lì il prima possibile;
spostandoci ancora con lo sguardo verso sinistra, San Domenico è oramai minuscola e, alle sue spalle, “vallate una
dietro l’altra a ondate”, con le creste che confinano con il cielo e sulle quali vorrei trascorrere lunghi momenti in
solitudine, per immergermi nel silenzio e nella maestosità della montagna.
Un semplice terrazzino, con una croce di vetta a metà strada tra l’Alpe Ciamporino e l’Alpe Veglia, diventa
un posto estremamente panoramico e di gran valore.
Ci fermiamo ad ammirare per una decina di minuti, sorseggiando l’acqua fresca della nostra borraccia.
Alle nostre spalle le Torri del Veglia.
Riprendiamo quindi il sentiero e dopo una decina di minuti, appena dietro una leggera curva, ecco che compare
all’orizzonte e ben illuminata dal sole l’Alpe Veglia e il minuscolo borgo di Cianciavero, con le sue case in pietra di
colore grigio chiaro.
Alla nostra sinistra invece, sul versante opposto e parallelo al nostro sentiero, vediamo molto bene la strada poderale che
da Ponte Campo sale fino all’Alpe Veglia.
E’ una lunga striscia di colore marrone chiaro, un lungo traverso su pendio che sale affrontando continue curve, ed è
percorribile solo in alcuni mesi dell’anno, diventando totalmente inaccessibile durante tutto il periodo invernale e parte
di quello primaverile.
La forte pendenza delle pareti, favorisce il continuo formarsi di slavine.
In mezzo tra il “sentiero dei fiori” (quello sul quale siamo) e il sentiero parallelo che attraversa il versante opposto,
troviamo il Torrente Cairasca che scorre in una gola molto stretta.
Che luogo, che meraviglia.
La via di accesso all’Alpe Veglia partendo dall’Alpe Ciamporino (denominata “sentiero dei fiori”) è estremamente panoramica,
oltre ad essere la meno faticosa rispetto a tutte le altre vie.
Il sentiero prosegue in lenta discesa, addentrandosi prima in un bosco di larici e successivamente arriveremo su un
vasto pianoro erboso, che ci porterà in direzione della Località La Balma.
Ecco che compaiono le prime baite in pietra con i tetti che toccano quasi il manto erboso.
Scendiamo lentamente andando verso La Balma, dove troviamo delle mucche al pascolo con i loro vitelli.
Accanto al borgo della Balma, un grosso masso diviso in due da un’ampia crepa, con sopra una croce di vetta.
Ci fermiamo qui per una pausa e per pranzare nei pressi di un B&B – Voglia di Veglia -, molto ospitale e con un’ottima cucina.
Il sole ci riscalda e approfittiamo di queste ultime giornate di tepore prima della lunga pausa invernale.
Dopo circa due ore di sosta, dalla Balma prendiamo un’ampia poderale che in circa 10 minuti ci porta all’ingresso della
Piana del Veglia che si presenta davanti a noi in tutta la sua bellezza, con i suoi immensi prati circondati dalle vette.
Attraversiamo un primo ponte di legno per percorrere in senso antiorario tutto l’anello della piana.
Ci fermiamo ad ammirare il Monte Leone parzialmente “nascosto” tra le nuvole, dalle quali filtrano i raggi del sole,
formando delle lunghe strisce verso il basso “stile riflettore”.
Che spettacolo!!
Proseguiamo in direzione dell’albergo La Fonte e con lo sguardo all’orizzonte intravvediamo la Bocchetta D’Aurona,
altra via di accesso all’Alpe Veglia per chi passa dalla Svizzera, ma è un sentiero con un grado di difficoltà EEA.
Davanti a noi un’immensa distesa erbosa sulla quale ci sono zone di ombra e zone di sole, a seconda delle nuvole che
corrono nel cielo.
Le mucche pascolano in tranquillità nelle ultime giornate prima di scendere verso valle.
Lentamente, per vivere e ammirare questo posto, facciamo tutto il giro della piana, superiamo l’Alpe Aione, fino a
portarci nei pressi del borgo di Cianciavero che oltrepassiamo attraversando un ponte in pietra.
Sono quasi le 4 del pomeriggio, e prima di iniziare la discesa verso Ponte Campo, ci fermiamo nei pressi di una
casetta dov’è possibile gustare i prodotti di un’azienda agricola locale.
Qui la semplicità è di casa.
Sopra un tavolo in legno troviamo in vendita diverse forme di formaggio e di tome d’alpeggio, vari tipi di yogurt,
il latte fresco e la ricotta.
Decidiamo di gustarci due bicchieri di yogurt e veniamo serviti da una ragazzina di circa 14 – 15 anni.
Mi fermo ad osservarla e resto piacevolmente colpito dal suo sorriso, dall’entusiasmo che ha nel proporre i prodotti
dell’attività dei suoi genitori.
Mi piace il suo sguardo e il suo atteggiamento puro al 100%.
Un silenzioso e umile insegnamento di vita, che dovrebbe ricordare a tutti che le “cose semplici e naturali” sono le
più belle, hanno un grande valore e ci sanno riempire di gioia e allegria.
Seduti su due sedie di legno, gustiamo il nostro yogurt.
Trascorsi una decina di minuti, scendiamo lungo la poderale verso Ponte Campo: un tragitto in discesa che si percorre in
circa un’oretta e 10 minuti, dove non è raro incontrare le capre che generalmente verso quest’ora risalgono.
Giunti a Ponte Campo, prendiamo la strada asfaltata che in circa 25 minuti ci riporta al parcheggio di San Domenico,
dove questa mattina abbiamo lasciato la macchina.
Si chiude una giornata bellissima.
Un giro ad anello con panorami magnifici in un posto montano di grande valore.
L’Alpe Veglia ha la capacità di emozionarci ogni volta.
Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: la salita all’Alpe Veglia passando dal Ciamporino è una tra le più panoramiche e meno faticose, anche perché le
due seggiovie ci “risparmiano” un bel pò di dislivello.
Il sentiero è un traverso su una dorsale che ci riserva dei panorami da favola e ci permette di spaziare con lo sguardo
da Varzo fino alla Bocchetta D’Aurona passando per il Monte Teggiolo, risalendo il Passo del Croso, e il Monte Leone.
Informarsi sugli orari di apertura (e soprattutto chiusura) degli impianti, nel caso si decidesse di scendere per la stessa
via di salita intrapresa al mattino.
Come ultima immagine ho voluto mettere questa fotografia che ho scattato mentre percorrevo il “sentiero dei fiori”.
La bellezza della natura, la purezza dell’acqua e il rispetto dell’ambiente è fondamentale per il nostro benessere e per
tutti quelli che verranno dopo di noi.
Vorrei sensibilizzarvi su questo aspetto, con la promessa di fare tutti un pò più di attenzione ai luoghi meravigliosi che
ci circondano e che sono sempre lì ad aspettarci, per farci vivere giornate meravigliose.
Grazie.