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Arpnouva – Planpincieux – via Rifugio Bonatti (Italia – Val Ferret)
il lungo sentiero a mezza costa che collega Arpnouva a Planpincieux, passando per il Rifugio Walter Bonatti,
è denominato “Balconata della Val Ferret”, perché riserva dall’inizio alla fine uno spettacolo difficilmente immaginabile

arpnouvaz - planpincieux


Località di partenza:
Arpnouva 1.760 m. (Alta Val Ferret)

Punto di arrivo: Planpincieux 1.600 m. (Val Ferret)
1° Punto intermedio: Rifugio Walter Bonatti 2.025 m. (Val Ferret)
2° Punto intermedio: Alpe Arminaz Inferiore 2.033 m. (Val Ferret)
Quota di partenza: 1.760 m.
Quota di arrivo: 1.600 m.
Dislivello: circa 273 m.
Posizione: Alta Val Ferret, percorrendo il lungo traverso denominato <TMB> “Balconata della Val Ferret”
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: circa 4h partendo da Arpnouva per arrivare a Planpincieux passando prima dal Rifugio Walter Bonatti
e successivamente dall’Alpe Arminaz

Periodo: da inizio giugno a metà ottobre, (previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: <TMB> e Alta Via n°1
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

“Controcorrente” è il titolo che ho assegnato alla relazione di trekking che tra poco vi illustro, e che si svolge lungo
i panoramici sentieri dell’Alta Val Ferret.
Il primo motivo, è che questa parte del sentiero <TMB>, generalmente viene percorso da Planpincieux verso Arpnouva
e raramente in senso contrario come abbiamo fatto noi.
Ma percorrerlo “al contrario” (anche se in realtà non esiste una direzione da seguire), permette di ammirare e avere sempre
difronte a voi l’intera catena del Monte Bianco, fino ad arrivare con lo sguardo in Val Veny, dove svettano le due storiche
“piramidi” delle Pyramides Calcaires.
Il secondo motivo è che questi panorami da favola, tra imponenti vette di granito e ghiacciai, in realtà celano
una “montagna ferita”, una montagna che sta soffrendo, dove le piante e le pietre stanno sostituendo a ritmi spaventosi
il ghiaccio, che svanisce davanti ai nostri occhi impotenti e spesso distratti.

Mettetevi comodi, perché questa volta, voglio andare oltre la descrizione di un tracciato e condividere con voi
qualche riflessione.

arpnouva - planpincieux - TMB - val ferret

E’ mattina presto quando il primo bus partito da Courmayeur ci fa scendere al capolinea di Arpnouva, l’ultimo minuscolo
paesino della Val Ferret.

Una vallata tra le più belle della regione, di cui una parte di essa è raggiungibile solo in alcuni mesi dell’anno.
L’accesso alla Val Ferret in auto è sconsigliato per diverse ragioni.
Primo: il costo del ticket, non certo economico.
Secondo: c’è un “numero chiuso” e dopo una quantità prestabilita di auto che sono salite, non è più possibile entrare nella vallata.
Terzo: anche entrando sul presto la mattina, con l’auto è possibile arrivare al massimo alla frazione di Lavachey,
e il tratto successivo quello che da Lavachey conduce ad Arpnouva lo si può superare soltanto a piedi o con il bus.

Motivo per cui, noi consigliamo di prendere la navetta (gratuita nei mesi estivi), a Courmayeur, e arrivare comodamente
e senza pensieri fino al capolinea di Arpnouva.

Così in una mattina di inizio settembre, con un’aria frizzantina, arrivati ad Arpnouva, abbiamo percorso il breve tratto di asfalto
che ci ha accompagnato in pochi minuti nei pressi di un ponticello di legno, che, in questo caso non abbiamo attraversato,
deviando poco prima sulla destra e seguendo un’ampia poderale in direzione del ristorante Chalet Val Ferret.

Superato lo Chalet, la poderale lascia spazio a un sentiero, dove troviamo le indicazioni per il Rifugio Bonatti,
segnavia <TMB>.

Arpnouva - Val Ferret
Arpnouva - Val Ferret

Il sentiero nei primi 15 minuti ci fa prendere rapidamente quota, portandoci a mezza costa, su quello che sarà un percorso
poco faticoso e particolarmente panoramico.

Infatti fin quasi da subito, davanti ai nostri occhi, avremo l’immensa conca della Val Ferret, in parte ricoperta da fitti boschi
di larici, che si estende e ci accompagna con lo sguardo fin dentro la Val Veny, dove all’orizzonte si individuano
le Pyramides Calcaires e poco dopo il Col de La Seigne.

Alla nostra destra, la conca risale in modo ripido e imponente il versante opposto, andando a “comporre” l’immensa parte
di granito che forma la catena del Monte Bianco.

Con uno sguardo all’indietro individuiamo il Mont Dolent e la zona alta della Val Ferret, che confina con la Svizzera.
Mentre spostandoci con gli occhi sopra Arpnouva, si intravvede in alto, il tetto verde del Bivacco Comino:
a questo link trovate la descrizione del percorso di salita. 
Il sentiero <TMB> che stiamo percorrendo oggi, abbreviazione di “Tour du Mont Blanc”, è una piccola parte dei 170 km
e oltre 10.000 metri di dislivello che unisce tra loro i vari rifugi, permettendo di camminare su un tracciato considerato
tra i più belli e panoramici al mondo.

Questo spettacolare itinerario di trekking, che si snoda attorno al massiccio del Monte Bianco, unisce tra loro tre nazioni:
Italia, Francia e Svizzera ed è formato da 12 tappe complessive.

Pinete, morene, ghiacciai, villaggi alpini, prati, boschi, sono ambienti storici, che troveremo e ci accompagneranno mentre
camminiamo su questa via che si snoda accanto alla catena montuosa più alta d’Europa.

Le varie stagioni dell’anno portano con sé il cambio dei colori, dei profumi e un panorama che si trasforma completamente,
rendendolo unico in tutto.

Il fascino di questo trekking, è anche quello che non è accessibile per diversi mesi all’anno, ossia quando il manto nevoso
ricopre tutto e sigilla questi luoghi da favola. 

TMB arpnouva - planpincieux - alta val ferret
TMB arpnouva - planpincieux - alta val ferret
TMB arpnouva - planpincieux - alta val ferret
TMB arpnouva - planpincieux - alta val ferret
TMB arpnouva - planpincieux - alta val ferret

La prima parte della tratta che stiamo percorrendo oggi, quella che da Arpnouva conduce al Rifugio Bonatti,
non presenta difficoltà tecniche.

Come accennato prima, è una linea a mezza costa facilmente accessibile, è molto panoramica e in circa 1h e 50 minuti
permette di arrivare nei pressi del rifugio.

Sedersi sui prati degli alpeggi e ammirare lo spettacolo della catena del Monte Bianco che passando nel territorio italiano,
si estende dalla Francia alla Svizzera è qualcosa di unico.

Un’opera d’arte della natura: un capolavoro.
Tuttavia, questa bellezza e questo incanto, non riescono più a mascherare una montagna malata, dove i ghiacciai lasciano
un vuoto incolmabile, formato da roccia levigata, con un paesaggio d’alta quota che si sta trasformando a ritmi e
a velocità impressionante.

Le scarse precipitazioni nevose non garantisco più una adeguata copertura di protezione per i ghiacciai,
indispensabile nei mesi estivi.

E, complice l’innalzamento delle temperature e le forti ondate di caldo oramai piuttosto frequenti, con lo 0° termico
alle volte ben oltre i 4.000 m. di altitudine, fa si che, la fusione dei ghiacciai avvenga già dalla tarda primavera,
accelerando in modo esponenziale questo fenomeno nel sempre più lungo periodo estivo.

Raccontato in modo semplice, ma tristemente reale, il ghiaccio si sta fondendo con grande rapidità e non riesce a riformarsi
e reintegrarsi neppure nel periodo invernale.

I ghiacciai si stanno così ritirando sempre più verso le zone alte delle vette, lasciando spazio a nuovi ecosistemi,
che non si sono mai visti sulle Alpi.

Andando oltre l’inevitabile e consistente cambiamento del paesaggio d’alta quota, che da decenni attira il turismo da tutto
il mondo, un ulteriore problema è formato dalle piogge torrenziali che, sempre più frequentemente, sono presenti ad altitudini
dove generalmente erano sostituite da abbondanti nevicate.

Queste preoccupanti masse d’acqua, si trasformano in colate detritiche a trasporto torrentizio che formano cascate
di grossa portata, andando a deturpare in verticale immense aree, ed erodendo il terreno che inevitabilmente frana,
portando a valle cumuli di detriti.

Nuove specie di piante, stanno colonizzando intere zone d’alta quota, andando ad alterare la stabilità dei fragili ecosistemi,
minacciando e facendo scomparire una flora alpina che ha sempre caratterizzato le zone alte della montagna,
sostituendole con altre specie di piante, ma provenienti da altitudini decisamente inferiori: una sorta di allarmante
“inversione di rotta”.

Sul nostro sito non ci occupiamo di politica, ma solo di trekking.
Spiace però constatare che questa distruzione, che nel medio periodo porterà problemi importanti di approvvigionamento
delle risorse idriche anche in pianura, colpendo in particolare il mondo agricolo e successivamente le città,
sia ancora oggi, ampiamente sottovalutato.

Fenomeno spesso “mascherato” anche dagli organi d’informazione che trovando maggior terreno fertile su argomenti di cronaca,
ignorano una problematica attuale ben evidente, che al contrario, andrebbe evidenziata per creare una sensibilità
nei confronti dei tanti che non percepiscono questi allarmanti cambiamenti oramai irreversibili.

Le attuali “misure di contrasto”, intraprese a livello internazionale, non hanno portato alcun tipo di risultato.
Nelle zone rosse delle foto che vi riporto qui sotto, ho circoscritto le immense aree fino a pochi anni fa ricoperte di ghiaccio,
ma che oggi hanno lasciato il posto a roccia levigata: è tutto scomparso.

arpnouva - planpincieux - alta val ferret
arpnouva - planpincieux - alta val ferret
arpnouva - planpincieux - alta val ferret
arpnouva - planpincieux - alta val ferret
ruscello d'acqua a arpnouva

Il rilassante trekking che stiamo percorrendo, dopo circa un’ora 1/2 di cammino, ci permette di individuare all’orizzonte
il Rifugio Bonatti, tappa intermedia della nostra escursione.

Si passa accanto a vecchie malghe in parte diroccate, si supera un ponticello in legno e in circa una quindicina di minuti
si arriva al rifugio, che questa volta abbiamo raggiunto da Arpnouva e non da Lavachey come generalmente avviene.

Il Rifugio Walter Bonatti è una struttura diventata operativa nell’agosto del 1988 e conta 75 posti letto, più altri 7 presenti
nel locale invernale.

Ottima cucina e altrettanta accoglienza, garantiscono un meraviglioso soggiorno “abbracciati” da vette fantastiche.
Dal Rifugio Bonatti partono diverse possibili escursioni, tra cui quella al Colle del Malatrà che trovate documentata a questo link.
Oggi, anziché salire ulteriormente o in alternativa scendere, abbiamo optato per continuare a seguire il percorso <TMB>
dell’Alta Via n°1.

Parliamo di un lungo traverso che andando in direzione di Planpincieux, conduce al Rifugio Bertone, che dal Bonatti
dista circa 2h 10 minuti.

TMB arpnouva - planpincieux
fiori al rifugio bonatti in val ferret
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
Rifugio Walter Bonatti - val ferret
Rifugio Walter Bonatti - val ferret

Il sentiero prosegue con un panorama straordinario e la vetta del Monte Bianco, con accanto tutte le sue guglie
è sempre ben visibile alla nostra destra, accompagnandoci in un trekking tra i più panoramici della Val Ferret,
con la conca di questa vallata e la Dora di Ferret che l’attraversa e la divide di netto in due parti.

Ben visibile il piccolo paesino di Lavachey.
Le sfumature dei colori sono incredibilmente varie.
Si passa dal verde scuro delle pinete di larici, a una tonalità di verde più chiaro dei prati degli alpeggi, per poi trasformarsi
nel grigio delle imponenti pareti di granito e nel bianco azzurro (di quello che resta), dei ghiacciai in alta quota,
tra nuvoloni grigi e cielo blu.

Un colpo d’occhio da cartolina anche sulle Grandes Jorasses e sul Dente del Gigante: non a caso questo lungo trekking
è anche definito come “Balconata della Val Ferret”.

Continuando con questo straordinario scenario, si arriva nei pressi dell’Alpe Arminaz Inferiore 2.033 m. dove troviamo
alcune malghe e sotto, più in basso, verso il fondovalle la località Pra Sec Desot.

Il sentiero prosegue in direzione del Rifugio Bertone e andando oltre quest’ultimo, è possibile scendere direttamente
su Courmayeur.

Nel nostro caso, dopo circa un’ora 3/4 di cammino dopo aver lasciato il Rifugio Bonatti, abbiamo deviato sulla destra prendendo
il sentiero di discesa verso Planpincieux, raggiungibile comodamente tramite ampia poderale.

TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux
TMB arpnouva - planpincieux

Si conclude così con l’arrivo a Planpincieux, un trekking meraviglioso, particolarmente appagante e panoramico,
che si snoda accanto alle vette più alte d’Europa che da qui vi sembrerà di toccarle con un dito.

La Val Ferret non ha bisogno di grandi presentazioni, questa vallata non delude mai, anzi al contrario è una tra le più belle
della regione, sia in estate che in inverno.

Spiace notare che interi patrimoni glaciali, negli ultimi anni, siano andati irrimediabilmente perduti davanti agli occhi distratti
di chi non ha percepito la gravità del fenomeno.

Servirebbe una maggiore consapevolezza da parte di tutti, per cercare di invertire o perlomeno rallentare una deriva
particolarmente grave e pericolosa sia a livello paesaggistico che idrico.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Elfrida Martinat

rifugio bonatti - frase


Note:
la tratta che da Arpnouva conduce fino a Planpinciuex passando per il Rifugio Walter Bonatti è un lungo sentiero
a mezza costa, che permette di passeggiare su una delle vie più panoramiche della Valle d’Aosta.

Paesaggi di grande prestigio si alternano tra fitti boschi di larici e imponenti pareti di granito, in parte lambite dai ghiacciai
e con un colpo d’occhio, passerete dal confine di Stato con la Francia, guardando verso la Val Veny, al confine di Stato
con la Svizzera, guardando verso la Tête de Ferret.

Una balconata naturale straordinaria che custodirete a lungo all’interno del vostro cuore.