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Bivacco Teggiolo e Monte Teggiolo 2.385 m. – da Ponte Campo
(Italia – Alta via Valdivedro)
il bivacco è ubicato sulla sommità dell’omonimo monte, dal quale si ha un panorama a 360° da incanto.
Il percorso di avvicinamento, in particolare dall’Alpe Vallé fino a destinazione, è piacevole e mai difficoltoso, anche se
lungo tutta la tratta, mancano completamente i pannelli della destinazione finale: seguite per il Passo delle Possette

bivacco delle possette


Località di partenza: 
Ponte Campo 1.319 m. (Val Cairasca)

1° punto intermedio: Alpe Vallé 1.786 m. (Alta Valdivedro)
2° punto intermedio: Alpe Balmelle 2.067 m. (Alta Valdivedro)
3° punto intermedio: Alpe Pianezzoni 2.141 m. (Alta Valdivedro)
Punto di arrivo: Bivacco Teggiolo e Monte Teggiolo 2.385 m. (Alta Valdivedro)
Quota di partenza: 1.319 m.
Quota di arrivo: 2.385 m.
Dislivello: circa 1.066 m.
Posizione: Alta Valdivedro, nel nostro caso, con partenza da Ponte Campo
Difficoltà: E [scala delle difficoltà] 
Ore: 3h 30 minuti in andata e circa 3h 10 minuti al ritorno

si parte dal parcheggio di Ponte Campo e si prende per un breve tratto la strada poderale che sale verso l’Alpe Veglia,
ma poco prima della sbarra, si gira a sinistra (vedi indicazioni) e si segue per il sentiero che porta in direzione
dell’Alpe Vallé e successivamente all’Alpe Pianezzoni e Passo delle Possette

Periodo: da metà maggio a fine ottobre, (previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento)
In caso di neve al suolo, sono indispensabili i ramponcini per superare i ripidi pendii
Attrezzatura richiesta: classica da trekking e ramponcini con presenza di neve e ghiaccio
Segnavia: F97a / GTA
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

La salita al Monte Teggiolo e al Bivacco Teggiolo, avviene in un ambiente montano spesso solitario,
in una zona più defilata rispetto ad altre mete, ma che regala degli scorci e dei panorami di una bellezza sbalorditiva.

Avevamo già assaporato questa particolare atmosfera in un precedente trekking che ci aveva portato fino
al Passo delle Possette, ma dal Bivacco Teggiolo, è tutto ulteriormente amplificato.

Il percorso di salita (nel nostro caso) da Ponte Campo, attraversa 3 minuscole e affascinanti micro frazioni,
abitate solo in alcuni mesi dell’anno, mentre al nostro fianco, avremo sempre il Monte Leone, che non ci abbandonerà mai.

Il bivacco è molto particolare come struttura e custodisce una storia d’amore verso la montagna “di altri tempi”,
che ci ha commosso e che dovrebbe far riflettere.

Il sentiero di salita è quasi sempre ben evidente, solo in alcuni punti si “perde” tra i prati, ma resta facilmente intuibile.
Curioso e particolare l’aspetto che su nessun cartello venga mai riportato né il nome del bivacco, né il nome del monte,
che non compaiono su alcun pannello lungo tutta la tratta.

Chissà perché….
Benvenuti o bentornati sulle pagine del nostro sito.
Incomincia adesso il racconto di un giro che ci è piaciuto tantissimo.

la vista dal bivacco teggiolo
la vista dal bivacco teggiolo
la vista dal bivacco teggiolo

E’ una calda giornata di fine luglio, quando in auto raggiungiamo Ponte Campo (1.318 m.), parcheggiando in un ampio
prato che segna la fine della strada: oltre si può proseguire solo a piedi.

Il percorso per arrivare a Ponte Campo prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce
e successivamente proseguire su strada statale, fino ad arrivare al paese di Varzo.

Da Varzo, si seguono le indicazioni per San Domenico, che raggiungeremo risalendo una ripida e tortuosa
strada asfaltata.

Arrivati a San Domenico, proseguiamo ancora per circa 10 minuti scarsi, fino a Ponte Campo, che rappresenta il capolinea.
Sulla destra troviamo un ampio prato, che come accennato, è stato adibito a parcheggio, dove con una modica cifra
è possibile lasciare l’auto anche per più giorni.

Ci incamminiamo, attraversando il ponte in cemento sotto il quale scorre il Torrente Cairasca.
Uno sguardo alla nostra sinistra e il sole che spunta dalle creste dietro la montagna, illumina con i suoi raggi i ripidi pendii,
disegnando il profilo della montagna e facendosi largo tra una leggera nebbiolina, residua dell’umidità della notte.

Ponte Campo al mattino

Subito dopo il ponte, si prende un’ampia strada poderale che si addentra in un fitto bosco di larici.
Per i primi 10 minuti, seguiamo il percorso che sale verso l’Alpe Veglia, uno splendido parco naturale,
accessibile per pochi mesi all’anno.

Poco prima di arrivare alla sbarra, anziché proseguire dritto, si gira a sinistra, seguendo le indicazioni per l’Alpe Vallé
e per il Passo delle Possette, sentiero F97a

Sui cartelli, non compare la meta di oggi, il Bivacco e il Monte Teggiolo.

L’ampia poderale si inerpica e si addentra all’interno del bosco, e zigzagando prende quota.
I primi 50 minuti di salita, quelli che conducono all’Alpe Vallé, ci fanno guadagnare dislivello e sbirciando tra i larici,
intravvediamo laggiù, molto più in basso il parcheggio di Ponte Campo, San Domenico e dal lato opposto, il tracciato
che sale verso l’Alpe Veglia.

Le gocce di pioggia cadute nella notte, sono ancora presenti sopra le foglie degli alberi, disegnando delle perfette forme
di ellissi e sfere d’acqua.

Abbiamo cercato di fotografarle, perché ci piace osservare i dettagli che incontriamo lungo i tracciati che percorriamo.
Amiamo cogliere le sfumature, i colori, i particolari, che purtroppo nella pietosa vita frenetica di tutti i giorni, sfuggono.
Ma la natura e l’ambiente che ci circonda è veramente straordinario, molto di più di quello che immaginiamo.

la poderale che sale verso l'Alpe Vallé
gocce di rugiada sulle foglie
gocce di rugiada sulle foglie
gocce di rugiada sulle foglie

In circa un’oretta di cammino, arriviamo all’Alpe Vallé 1.786 m. formata da un ampio pianoro erboso,
dove sia alla nostra destra che alla nostra sinistra, troviamo delle piccole casette in pietra, alcune di esse
completamente ristrutturate.

Vecchie malghe, alle quali è stata data una “seconda vita”, ma che conservano nel tempo le loro forme e la loro
antica architettura.

Sulla destra individuiamo il sentiero di salita per il Lago d’Avino che può essere raggiunto da due differenti percorsi:
salendo dall’Alpe Veglia (più semplice, vedi relazione), o in alternativa passando da qui, dall’Alpe Vallè, tramite
il sentiero di “Balmitt”, con una salita decisamente più impegnativa, che prevede dei tratti esposti e porta sulla
Piana d’Avino e successivamente all’omonimo lago.

Tralasciamo questa deviazione e proseguiamo seguendo la poderale e le indicazioni per il Passo delle Possette,
superando alcune baite recitante da una staccionata in legno.

Alla nostra destra il Pizzo Valgrande e un’infinità di punte e creste.
Poco dopo aver lasciato l’Alpe Vallè, risaliamo per un breve tratto la poderale, che andremo ben presto a “tagliare”,
seguendo il sentiero e i vari segnavia.

I larici che ci hanno accompagnato fin qui, diventano sempre più radi fino a scomparire.

Alpe Vallé
ometto all'Alpe Vallé

In circa 20 minuti dopo aver lasciato l’Alpe Vallé, si arriva all’Alpe Balmelle 2.067 m. un piccolo agglomerato di 7 – 8
casette in pietra.

Qui sembra di essere in paradiso.
Questo minuscolo borgo abbracciato dalle montagne della Valdivedro, si presenta con un praticello dall’erbetta corta
e perfettamente allineata.

Le baite sono state quasi tutte ristrutturate e hanno mantenuto l’antica architettura in pietra con le porte e le
finestre in legno.

Alcune casette hanno una timida recinzione che le delimita.
La fontana con l’acqua di sorgente e due altalene per far giocare i bambini, regalano fin da subito un senso
di pace e serenità, all’interno di un contesto montano piacevolissimo.

Abitate solo nel periodo estivo, siamo stati accolti da mucche al pascolo e galline che razzolavano liberamente.
Chissà come tanti anni fa, si svolgeva la vita quassù, ci piacerebbe conoscere la storia che racchiude e che viene
gelosamente custodita tra le mura di queste baite.

verso l'Alpe Balmelle
l'Alpe Balmelle
Andreina Baj e la mucca
il panorama dall'Alpe Balmelle

Dall’Alpe Balmelle seguendo il sentiero, proseguiamo il nostro percorso che in circa 15 minuti ci conduce
all’Alpe Pianezzoni 2.141 m., ancora più piccola rispetto alle Balmelle.

L’Alpe Pianezzoni altrettanto curata, ha 4 casette in pietra, con attorno una staccionata di legno, quasi a proteggerle
e delimitare il confine del minuscolo paese.

I fili per stendere la biancheria, tirati tra due pali, rievocano la quotidianità di qualcuno che qui ogni tanto ci abita e ci vive.
Dall’Alpe Pianezzoni partono due percorsi:
1° andando dritto (circa 20 minuti), si arriva al Passo delle Possette e la dolce salita avviene su ampi prati solitari,
seguendo delle tracce di sentiero appena accennate sul terreno, ma facilmente intuibili.

Il 2° percorso, quello che interessa a noi, dall’Alpe Pianezzoni, devia tutto a sinistra, seguendo un sentiero che si inoltra
in un immenso e sconfinato prato che ci accompagnerà fino a destinazione.

Non è presente nessuna indicazione per il Bivacco Teggiolo e per l’omonimo Monte Teggiolo.

Alpe Pianezzoni
la vista verso l'Alpe Veglia
il sentiero che porta verso il Monte Teggiolo
ometti verso il Bivacco Teggiolo
sentiero di salita verso il Bivacco Teggiolo
il Monte Leone

La lunga e piacevole risalita del vasto manto erboso, si intervalla con un sentiero che in alcuni punti è ben marcato,
mentre in altri è appena accennato.

Tuttavia qualche (raro) bollino rosso e alcuni ometti, confermano la traccia che bisogna seguire.
Uno sguardo all’indietro ci permette di vedere tutto il massiccio che da Punta Valgrande 2.856 m. si estende fino
al Pizzo Valgrande 2.529 m. e che delimita la Piana d’Avino.

Sopra la Piana d’Avino, il Monte Leone 3.552 m. con la sua inconfondibile forma, che sale a punta verso il cielo.
L’avvicinamento al Bivacco Teggiolo, prevede un lungo traverso su questo immenso piano inclinato che vi posso
garantire è piacevolissimo da percorre oltre ad essere estremamente panoramico.

Portandosi sul lato destro del pianoro e raggiungendo la parte più alta, si arriva nei pressi del bordo, dal quale
si apprezza per tutto il tragitto fino al bivacco, una vista spettacolare sul fondovalle, con un salto nel vuoto di oltre 800 m.

L’ultimo tratto di circa 25 minuti, è quello che sale ripido e ci porta sulla vetta del Monte Teggiolo sul quale è ubicato
il Bivacco Teggiolo.

sentiero di salita al Bivacco Teggiolo
Bivacco Teggiolo
Bivacco Teggiolo
Bivacco Teggiolo

Il Bivacco Teggiolo è stato costruito da Minetti Edoardo, un appassionato di montagna e amante di questi luoghi,
che nel corso degli anni, con impegno e fatica, ha creato sulla cima della montagna questa piccola casetta in muratura.

Pensate che lavoro….
E’ un ricovero di fortuna, con all’interno una stufa a legna per scaldarsi, una panca, uno sgabello, una finestrella,
una mensola e alcune posate per un eventuale pasto.

Oggi purtroppo il sig. Minetti, non è più con noi, ma resta il suo insegnamento e grazie alla sua infinita costanza,
qui abbiamo un gioiellino che dobbiamo saper custodire e mantenere.

Anche se molto semplice e spartano, il bivacco è romantico e se attrezzati, trascorrere la notte quassù ha il suo fascino.
La vista che si apre ai vostri piedi e davanti ai vostri occhi, è un incanto, e cerco di descriverla al meglio.
Guardando verso il basso e sul lato sinistro, individuiamo Trasquera, Varzo, il Pizzo della Colmine (1.622 m.)
e la Croce di Sasso (1.657 m.), oltre a una serie infinita di creste e punte che si accavallano una dopo l’altra.

Guardando davanti a noi troviamo: il Pizzo del Rovale (2.456 m.), il Pizzo Giezza (2.658 m.), il Dosso (2.562 m.)
e il Pizzo Pioltone (2.612 m.)

Guardando verso il lato destro, troviamo la Svizzera con le sue vallate che scendono e formano una grande “V” ,
i suoi paesi, e le cime del Portjengrat 3.654 m. e del Tällihorn 3.448 m. con i loro ghiacciai (purtroppo in forte ritiro
e sofferenza), più una serie infinita di creste e di vette perfettamente disegnate all’orizzonte.

Alle nostre spalle, il Monte Leone che “governa” l’intera catena montuosa, che parte da Punta Valgrande (2.856 m.)
e prosegue fino ad arrivare al Pizzo Valgrande (2.529 m.)

Dietro la Piana d’Avino, un’area molto estesa, con diversi laghetti, che scende verso il Lago d’Avino.
Escursione bellissima, da noi percorsa, documentata e visibile al seguente link.
Ben visibili anche la Piana del Veglia e il Passo di Boccareccio.
Come avete intuito, la vista dal Bivacco Teggiolo è aperta a 360° con un panorama che lascia senza parole.
La zona alle volte è sferzata dal vento e il bivacco permette di ripararsi e proteggersi.
Il posto è una favola, non presenta difficoltà tecniche per essere raggiunto.
Tuttavia bisogna fare attenzione con l’eventuale presenza di neve al suolo, che richiede l’uso dei ramponcini
per muoversi in sicurezza sul ripido pendio che conduce al bivacco.

Come da nostra recente abitudine, abbiamo posato accanto alla finestrella del bivacco, uno dei sassi
disegnati da Andreina.

Un “piccolo regalo”, per questa location realizzata con amore, fatica e altruismo, da parte di una persona che oltre
ad amare la montagna e questi luoghi, ha saputo pensare anche e soprattutto per gli altri.

i sassi di Andreina
i sassi di Andreina
Andreina Baj

Il percorso di rientro, avviene lungo lo stesso tracciato di salita.
Questa zona, che io considero “vera montagna”, sono aree che non conoscono (fortunatamente) il “turismo di massa”,
e forse sono meno blasonate rispetto ad altre, ma non per questo meno interessanti.

Anzi al contrario, questi sono luoghi particolarmente piacevoli, molto panoramici e con un ambiente ampiamente
ricco sia a livello paesaggistico, che escursionistico.

Si conclude così un trekking estremamente appagante, in particolare nella tratta compresa tra l’Alpe Valllé
e il Bivacco Teggiolo.

Ci ha stupito il fatto che dal punto di partenza di Ponte Campo, fino all’arrivo, non abbiamo trovato sulle paline segnaletiche,
nessuna indicazione per raggiungere il Monte Teggiolo e il Bivacco Teggiolo.

Chissà perché….

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj

Monte Teggiolo
Monte Teggiolo
Monte Teggiolo
Alpe Balmelle


Note:
la salita al Bivacco Teggiolo, avviene in un contesto montano e paesaggistico da favola,
con ambienti che variano man mano che si prende quota, passando da fitti boschi di larici, a immensi falsi piani
ricoperti di erba e circondati da montagne straordinarie che si accavallano una dopo l’altra, sia lato Italia che lato Svizzera.

Il bivacco è una casetta “rifugio di fortuna”, posta sulla sommità dell’omonimo monte e costruita a mano
con fatica e impegno.

Il percorso di avvicinamento prevede di seguire da Ponte Campo le indicazioni per il Passo delle Possette,
fino a raggiungere l’Alpe Pianezzoni.

Da qui si devia a sinistra seguendo il sentiero e gli ometti e andando a risalire un immenso piano inclinato erboso
che ci accompagnerà fino alla vetta del Teggiolo.

Nessuna indicazione presente sui pannelli, né per il Monte Teggiolo, né per il Bivacco…