Cerca

Bocchetta del Cantone o Bocheta dal Canton 2.752 m.
(Italia – Lombardia – Alta Valtellina)
giro ad anello attraverso tre vallate isolate, molto particolari e suggestive dato il tipo di rocce e terreno franoso

bocchetta del cantone

clicca sulle immagini per ingrandire la mappa


Località di partenza:
Lago di Livigno (Gesgina da Vieira).

Quota di partenza: 1.811 m.
Quota di arrivo: 2.752 m.
Dislivello: 941 m.
Posizione: su una forcella tra il Monte Saliente e la Corna dei Cavalli
Difficoltà: EE [scala delle difficoltà]
Ore: 7h a/r
Periodo: da inizio giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la Val Salient
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

In una magnifica giornata di sole, sulle sponde del lago di Livigno, io e Laura Besseghini (accompagnatrice di
Media Montagna) stiamo per intraprendere un magnifico giro ad anello toccando tre vallate molto selvagge
e isolate e per questo poco frequentate.
Qui non ci sono strade che salgono, cosi come non ci sono rifugi o bivacchi.
I monti e le rocce di queste zone sono molto particolari e diverse da tanti altri posti.
Si notano chiaramente le numerose stratificazioni ad indicare le varie fasi di sedimentazione e gli immensi
ghiaioni che scendono fino a valle.
Sono perlopiù rocce marce e molto franose ma non per questo meno belle ed attraenti.
Il paesaggio che modellano è veramente suggestivo.
I sentieri che attraversano queste zone meritano di essere percorsi per assaporare la vera montagna, in molti tratti
un po’ diversa dal solito, nonchè per allontanarsi dal caos e dalla folla di Livigno (presa veramente
d’assalto d’estate come d’inverno).
Con l’auto scendiamo a Livigno superando i passi del Foscagno ed Eira e ci teniamo sulla destra in direzione del lago.
Superiamo una chiesetta e una rotatoria in località Gesgina da Vieira e parcheggiamo nel posteggio che si trova
sulla destra prima di imboccare il primo tunnel con arcate sulla strada che scende in Svizzera.

Attraversiamo la statale e incontriamo l’inizio del sentiero con chiare indicazioni verso la Val Vieira e il Mot (il Motto),
una cima che domina il lago di Livigno.
Iniziamo a camminare su bel sentiero che in questa prima parte entra nel bosco e corre in piano in parallelo al lago.
Usciti dal bosco, il sentiero svolta decisamente a sinistra verso la Val Vieira che imbocchiamo dopo aver scattato
ancora qualche foto al lago.
Il sentiero è sempre abbastanza largo e comodo, e si fa strada tra la bassa vegetazione seguendo sulla destra
orografica il letto di un torrente.
La valle diventa però man mano più selvaggia e severa, e il versante opposto caratterizzato da pareti quasi verticali
solcate da frane e ghiaioni impressionanti sono li a dimostrarlo.
In questa parte del percorso incontriamo molta gente, in quanto poco più avanti vi è una piccola sorgente,
Aqua dal Zofri, dove tutti sono diretti.
Oltre questo punto più nessuno.
Il sentiero si stringe un pochino e ogni tanto taglia qualche ghiaione su cui facciamo attenzione a non scivolare.
Il paesaggio cambia a vista d’occhio e in breve diventa surreale, lunare.
Dopo aver superato qualche mugo, scendiamo direttamente nel torrente.
Il percorso, che in origine proseguiva a mezza costa sul versante destro orografico rispetto al torrente, è franato, e
la traccia nuova si fa largo tra grossi ciottoli, massi e guadi.

In realtà ogni anno questi versanti franano e si è costretti ogni volta a variare la traccia di salita.
Degli ometti indicano la via nel letto del torrente ma in ogni caso è impossibile smarrirsi.
Superato questo punto, risaliamo sul versante opposto della valle, affrontando ancora una parte tranquilla di sentiero
in mezzo ai mughi che poco oltre scompaiono lasciando campo libero alla ghiaia e sfasciumi.
Tagliamo ancora un ghiaione salendo e poi scendendo qualche metro, fino a portarci sotto una magnifica cascata.
Che spettacolo e che sorpresa non vederla fino all’ultimo, e trovarsela di fronte all’improvviso!
L’espressione “portarci sotto” non è casuale, guadiamo infatti proprio sotto il salto dell’acqua dove forma la pozza.
Una leggera rinfrescata, qualche foto, e siamo pronti a ripartire.
Lasciamo la Val Vieira ed entriamo ora in Val Canton.
La pendenza aumenta sensibilmente, e il sentiero alterna tratti su erba e ghiaia, fino a raggiungere
i ruderi del Baitel dal Canton.
Siamo già in alto (2.121 m.) e il colpo d’occhio sulle montagne circostanti è elevato.
Ghiaia, terra e sfasciumi ovunque.
Canaloni immensi di terra scendono da questi versanti.

Guardando verso l’alto, con particolare riferimento alla nostra meta la Bocchetta del Cantone, lo scenario cambia.
Le formazioni rocciose, pur restando molto friabili, assomigliano come forma e dimensioni a quelle delle Dolomiti.
Un angolo davvero particolare e caratteristico.
Da qui in avanti il sentiero si fa tosto e più impegnativo, in quanto a volte occorre aggirare salti rocciosi,
e altre volte passarci sotto.
Nel farlo percorriamo un sentiero piuttosto stretto, a volte molto esposto e terroso, dove facciamo attenzione a non scivolare.
In alcuni punti saliamo contro la roccia aiutati da catene.
Sono tratti brevi, e a mio avviso più facili rispetto a quelli senza protezione e franosi.
Ci voltiamo indietro increduli del posto in cui ci troviamo.
Quando eravamo più in basso, era inimmaginabile pensare che il sentiero avesse questo sviluppo così unico e incredibile.
E quanta strada abbiamo già fatto!
Passiamo sotto ad un’altra piccola cascata in un ambiente magnifico, e dopo essere saliti ancora un po’,
raggiungiamo la Bocchetta del Cantone.

Chiusi tra due monti, alla nostra destra il Monte Saliente e alla sinistra la Corna dei Cavalli, con un bellissimo
panorama di fronte ai nostri occhi.
Non possiamo non rimanere incantati dal Bernina coi suoi ghiacciai, che sotto questo vivo sole luccicano.
Più a sinistra in lontananza, il Disgrazia e la Cima Piazzi, fanno da sfondo a tutta la conca di Livigno con la Vetta della
Blesaccia, il Mottolino e il Monte della Neve.
Nel pomeriggio iniziamo la discesa verso Livigno per la Val Salient.
Dopo pochi passi siamo sorpresi dal volo di un gipeto, quasi sopra le nostre teste.
Anche se è difficile, proviamo a scattare una foto a questo re della montagna.
Scendiamo, e sotto di noi vediamo quasi tutto il tortuosissimo tracciato da percorrere, intagliato nei versanti della
vallata che anche qui alterna prati e ghiaie.
Diversamente dalla parte bassa, risulta facile nella parte alta e non particolarmente scivoloso,
non presentando alcun tratto esposto.
Passiamo di fianco a una caratteristica guglia rocciosa, come se ne trovano a centinaia sulle Grigne e proseguiamo a
mezza costa sul versante sinistro, fino a guadare il torrente, il Rin da la Pontiglia, che anche in questo caso taglia la valle.
Ci portiamo sul versante opposto, lasciamo sulla destra la deviazione che conduce alla bocchetta del Tropione,
e affrontiamo il tratto più delicato e stretto della Val Salient, su terra e ghiaietto friabile in esposizione e in pendenza,
senza protezioni.
Nulla di difficile o impossibile, ma occorre massima attenzione e piede fermo per non scivolare su una parte di
sentiero piuttosto stretto.
Nella foto, si vede chiaramente il sentiero tagliare quasi a metà una frana della montagna.
Anche questa valle è molto selvaggia e caratterizzata da versanti scoscesi e franosi, soprattutto in questa parte bassa.
Superato il punto più delicato, il sentiero rientra nel bosco per un lungo tratto, e la pendenza diminuisce fino a giungere
alle prime baite di Livigno in località Camposc tìn.
Da qui, su comoda strada, scendiamo in località Calcheira, e in breve raggiungiamo le sponde del lago, dove abbiamo
parcheggiato l’auto.
Un ultimo raggio di sole illumina queste acque, regalandoci l’ennesimo momento magico di questa favolosa giornata.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Un ringraziamento particolare a: Laura Besseghini


Note:
escursione ad anello ai margini di Livigno e del suo lago attraverso tre vallate isolate, molto particolari
e suggestive dato il tipo di rocce e terreno franoso, fatto di sabbia, detriti e sfasciumi.
Grande il panorama sulla conca di Livigno e i monti della Lombardia.
Essendo il giro abbastanza lungo è richiesto un buon allenamento.