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Colle del Chiapous 2.526 m- Rifugio Morelli Buzzi 2.351 m.
(Italia – Alpi Marittime)

sono accompagnato da una famigliola di stambecchi, è magnifico vedere questi animali liberi nel loro ambiente naturale

mappa colle del chiapous

clicca sulle immagini, per visualizzarle ingrandite


Località di partenza:
Lago della Rovina (Valle della Rovina)

Quota di partenza: 1.535 m.
Quota di arrivo: 2.526 m. (Colle del Chiapous), 2.351 m. (rifugio Morelli-Buzzi)
Dislivello: 1.166 m. in totale
Posizione: il Colle del Chiapous si trova tra la Cima del Chiapous e il gruppo dell’Argentera,
il rifugio Morelli-Buzzi è posto nel vallone di Lourousa, diramazione laterale della Valle Gesso della Valletta

Difficoltà: E [scala dei livelli delle difficoltà]
Ore: 7h a/r 
Periodo: da metà giugno a fine settembre

Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita 
Se si decide di scendere alle Terme di Valdieri occorre organizzare il rientro al luogo di partenza con una seconda auto

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Raggiungo con l’auto il paese di Borgo San Dalmazzo e prendo la Val Gesso in direzione Valdieri.
Ad una rotatoria, seguo le indicazioni per Entracque, un bellissimo paesino che si trova già nel
Parco Naturale delle Alpi Marittime.
Poco distante una diga forma il bacino artificiale del Lago della Piastra.
Passo sotto alla diga e svolto a sinistra fino ad un successivo bivio.
Lascio a sinistra la deviazione per San Giacomo e arrivo sulle sponde del Lago della Rovina.
Il posteggio e l’area camper posti nelle vicinanze del chiosco al fondo della strada che costeggia il lago sono a pagamento.
Il mio consiglio è di arrivare per tempo la mattina, e lasciare l’auto nello spiazzo erboso che si trova circa 700 metri prima.
E’ una strada asfaltata in piano e ne approfitto per scaldare i muscoli anche perché ci sono zero gradi!
Mi porto sotto le rocce che chiudono la Valle della Rovina camminando lungolago in una conca bellissima.
Già dalla mattina presto non è raro incontrare numerosi pescatori sulle rive del lago, così come greggi di pecore al pascolo.
Alle 9 del mattino ho visto queste pecore recarsi anche nell’area bar, probabilmente per la colazione!
La strada finisce qui, tutt’intorno si innalzano vere e proprie pareti rocciose.

Alla destra il gruppo del Barbis, di fronte quelle del Chiotas (che rimonterò) con la diga già visibile, e a sinistra
le Rocce di Laura con l’omonima punta, quella di Ciamberline e la Cima della Valletta.
Sulla sinistra del chiosco trovo una chiara segnaletica relativa alle escursioni in questa valle: tutte partono dal
bacino del Chiotas che devo per prima cosa rimontare.
Due le alternative.
Prendere il vecchio sentiero dei guardiani della diga, più comodo ma più lungo; oppure il sentiero Figari che sale
piuttosto dritto tra rocce e vegetazione.
Io consiglio di fare un piccolo anellino, salire dal Figari e scendere dal percorso più lungo.
Le gambe stanche al ritorno percorreranno più strada, ma le ginocchia e i piedi saranno molto meno sollecitati
rispetto alle pendenze e ai salti tra roccette del Figari.
Questo percorso più ripido e diretto, parte a tornanti e si inerpica su roccette, alternando a queste
tratti con molta vegetazione.
Non vi è mai una seria esposizione, sono invece presenti molti punti panoramici dove ammirare
il lago sottostante e la valle appena percorsa.
In alcuni tratti trovo dei cavi d’acciaio che aiutano nella progressione, anche se il sentiero
rimane sempre abbastanza largo e agevole.
Faccio solo attenzione a non scivolare data la continua presenza d’acqua su terreno semi gelato.
La bassa temperatura che ho incontrato,
ha fatto sì che l’acqua gelasse in alcuni punti, richiedendo cautela.
Raggiungo un bivio dove prendo a destra e continuo su comoda traccia, lasciando a sinistra il vecchio percorso
di salita attrezzato con gradini di metallo e cavi.

Dopo alcuni tornanti, a un’oretta dalla partenza, raggiungo la strada sterrata che proviene dalla
variante e che arriva alla diga.
A salutarmi un bellissimo stambecco intento a fare la sua passeggiata mattutina.
Lascio a sinistra la deviazione che in mezz’oretta porta al Rifugio Genova-Figari, struttura ora chiusa data la
fine della stagione ma sicuramente oggetto di prossimi giri.
Passo sotto ad una galleria ed esco in prossimità del muraglione della diga.
Già da qui lo spettacolo è maestoso su tutta la valle sottostante, sulla pianura che si riesce addirittura a vedere,
e sul lago del Chiotas chiuso da pareti verticali tutto intorno (il Baus è forse da qui quella più imponente).
Seguo le indicazioni per il Colle del Chiapous e attraverso la diga.
La sensazione di vuoto che provo su questo camminamento largo 5 metri è intensa.
Il salto è di ben 130 metri.
La diga è imponente e i tre laghi, Chiotas, Rovina e Piastra alimentano la più grande centrale idroelettrica d’Italia che
si trova proprio a Entracque.
Attraversata la struttura inizia il sentiero che dopo numerosi tornanti arriva al Colle del Chiapous.

colle del chiapous

Ben visibile, buona parte del pendio che salirò.
La pendenza è sempre costante e moderata, senza strappi.
Cammino su erba e ghiaia a zig-zag, ammirando le sottostanti acque del Lago del Chiotas.
Dall’alto la struttura della diga è ancora più impressionante.
Ad un bivio prima del colle, lascio sulla sinistra la deviazione per il Passo del Porco e il Bivacco del Baus e
proseguo ora su una mulattiera in pietra più larga, che in passato venne costruita per il
re Vittorio Emanuele II amante della caccia.
Arrivo finalmente al colle con una visuale magnifica sulla conca del Chiotas e sui monti circostanti da una parte,
e dall’altra su quelli della Valle Gesso, anche se con un angolo più chiuso.

Sono sullo spartiacque tra la Valle di Lourousa e quella del Chiapous, sotto le verticali pareti del
gruppo dell’Argentera e del Corno Stella.
Scendo nel vallone di Lourousa tra grossi massi e dopo pochi istanti appare alla vista il Rifugio Morelli-Buzzi.
Lo raggiungo in circa mezz’oretta di discesa, facendo attenzione a mettere bene i piedi in queste immense
pietraie che mi accompagnano fino alla meta.
La visuale dal rifugio è molto limitata al percorso di discesa dal colle che ho appena affrontato e al vallone di Lourousa.
Di fronte, a pochi metri, la parete immensa del Corno Stella, mentre alle spalle parte il sentiero che porta al
Passaggio del Punto Nodale e al bivacco Costi-Falchero.
Dopo una breve sosta decido di salire solo un pezzettino in quest’ultima direzione fino a raggiungere
un piccolo laghetto dalle acque verdi e azzurre, un piccolo paradiso naturale. 

Sono costantemente accompagnato da una famigliola di stambecchi che essendo abituati all’uomo, mi seguono
fino al lago per poi tornare fino alle soglie del rifugio.
Si sono affezionati!
E’ magnifico vedere questi animali liberi nel loro ambiente naturale.
Nel primo pomeriggio mi preparo a rientrare, ripercorrendo a ritroso il sentiero della mattina.
Guardando la cartina, mi era venuta l’idea per un giro ad anello, ma in breve realizzo che non posso scendere
per il vallone di Lourousa fino alle Terme di Valdieri, in quanto non ho una seconda auto che mi
riconduca al punto di partenza.
Da solo poi credo che la cosa sia un po’ impossibile.
Così come è impossibile pensare di camminare a piedi sulla statale per tutta la Valle Gesso, risalire a Entracque
e poi al Lago della Rovina, troppi chilometri.
Risalgo quindi al Chiapous e scendo di nuovo alla diga.
Affretto un po’ il passo data l’ampia copertura nuvolosa sopraggiunta piuttosto repentinamente.

Sul sentiero che scende dal colle, incontro uno stambecco che mi guarda incuriosito.
Accelero un po’ il passo facendogli capire che devo passare ma lui non si sposta.
Quando sono a circa un metro, si defila leggermente sbuffando col caratteristico fischio per ben due volte.
Sicuramente è infastidito da me, ma da una parte c’è la roccia e dall’altra il vuoto.
Devo per forza passare dal sentiero.
Rallento e guardo dall’altra parte.
Per fortuna non decide di “caricarmi”, anche se di episodi simili non ne ho mai sentiti.
Lo supero e mi involo in discesa.
Tornato più a valle
e superata la galleria, oltrepasso la deviazione a sinistra per il sentiero Figari e tiro dritto per
la variante più comoda (anche se un po’ esposta).
Dalla diga in circa un’oretta ritorno al Lago della Rovina e quindi alla macchina, ormai l’unica rimasta,
dopo una giornata bellissima ed emozionante come non mai.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
escursione lunga con un discreto dislivello ma che non comporta alcuna difficoltà, anche nella parte finale
della salita al Colle del Chiapous e nella relativa discesa al rifugio dove tuttavia ci si muove su pietraie e grossi massi.
Splendida la vista sui laghi della Rovina e del Chiotas e su buona parte delle Alpi Marittime.
Il rifugio è raggiungibile anche con percorso più breve direttamente dalle Terme di Valdieri.