Colle della Margherita 1.984 m. (Italia – Valle Grana)
escursione di trekking che si snoda in un ambiente poco frequentato, con alcuni tratti del sentiero parzialmente mascherati
dalla fitta vegetazione. Raggiunto il colle, e la sua ampia linea di cresta, il panorama sulla Valle Grana e sulla Val Maira
è bellissimo
Località di partenza: Colletto di Castelmagno 1.294 m. (Valle Grana)
1° Punto intermedio: pilone Sacro Cuore Mulino
2° Punto intermedio: Borgo di Campofei 1.428 m.
Punto di arrivo: Colle della Margherita 1.984 m.
Quota di partenza: 1.294 m.
Quota di arrivo: 1.984 m.
Dislivello: circa 690 m.
Posizione: Alta Valle Grana
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 2h 30 minuti in andata, e circa 2h 10 minuti al ritorno
Periodo: consigliato da metà aprile a fine ottobre, previa attenta verifica delle eventuali condizioni di innevamento
e della stabilità del manto nevoso
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: R15 e R10
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Trekking solitario nella terra di Castelmagno, dove il tempo sembra essersi fermato.
Risaliremo prima il sentiero R15 e poi il sentiero R10 attraversando delle fitte boscaglie, passando accanto
a ruderi di antichi paesi, proseguiremo zigzagando su estesi prati adibiti al pascolo, per poi superare delle zone rocciose
che precedono lo strappo finale che conduce al Colle della Margherita, dal quale si apre una vista molto ampia
su entrambi i versanti dell’intera vallata.
Vi illustro i dettagli di questa escursione e di questo tracciato, poco frequentato: noi non abbiamo incontrato nessuno
in tutta la giornata e il sentiero in alcuni punti è parzialmente mascherato dalla fitta vegetazione, a conferma
dello scarso passaggio escursionistico.
Benvenuti nella selvaggia e isolata Valle Grana.
In una mattinata di fine giugno, abbiamo raggiunto la minuscola frazione di Colletto di Castelmagno,
che rappresenta il punto di partenza dell’escursione di oggi.
Per arrivare fin qui, impostate sul navigatore il nome di questa frazione.
Colletto è raggiungibile risalendo in auto la strada provinciale SP112 che lasciamo quando arriviamo in prossimità
del paese, andando a prendere lo stretto e tortuoso tratto di asfalto, con curve a gomito che in pochi minuti ci permetterà
di raggiungere l’abitato.
I posti macchina disponibili sono 5 o 6, ma gli abitanti della borgata, a noi risulta siano solo 2 o 3… e non dovreste
avere difficoltà di parcheggio.
Dallo spiazzo di sosta della frazione, si passa sotto a un porticato che poco dopo sbuca nella piazza centrale
della chiesa.
Tra le vie di Colletto di Castelmagno, è difficile perdersi, e le indicazioni per i vari percorsi escursionistici,
si trovano fin da subito.
Prendiamo il sentiero n° R15 che ci accompagna all’uscita dal paese, risalendo per qualche minuto una strada asfaltata,
fino a trovare dei cartelli che ci porteranno a deviare sulla destra, abbandonando il tratto asfaltato per prendere
un sentiero che si addentra in un fitto bosco.
Ci troviamo avvolti in una straordinaria “galleria verde”, formata da aceri, noccioli e frassini.
Arriviamo così in una decina di minuti al pilone votivo del “Sacro Cuore mulino” che superiamo, fino a raggiungere
un ponticello di legno ricavato da un tronco d’albero che permette di attraversare il Rio Valliera.
Qui, sono ancora visibili i ruderi della costruzione del vecchio mulino e le due macine, ricavate da una roccia
particolarmente dura, estratta in località Sarià, sopra Campofei.
Gli abitanti della frazione venivano a macinare la segale per il pane, che si faceva due volte all’anno e si cuoceva
nei forni comuni.
I mulini erano molto lenti: occorrevano circa 24 ore per macinare un quintale di segale.
Poiché ogni famiglia doveva macinare 3 0 4 quintali per volta, si comprende come fosse impegnativo per la popolazione
concordare e organizzare la macinazione, spesso condizionata anche da situazioni meteorologiche avverse.
Si prosegue seguendo il sentiero che si snoda tra gli alberi, con i vari bollini bianchi e rossi che confermano
la correttezza del percorso.
In circa 45 minuti si raggiunge la Località Campofei 1.428 m. una delle più importanti borgate dell’Alta Valle Grana,
che ha vissuto il suo massimo splendore verso la metà dell’800, per poi spopolarsi completamente durante la prima
metà del 900.
A oggi, in questo piccolo borgo, c’è un forte contrasto, tra alcune case elegantemente ristrutturate, con altre
profondamente segnate dal tempo che è trascorso.
Se da un lato abbiamo finiture di pregio, con vetrate e arredi di ultima generazione, dall’altra ci ritroviamo davanti
a ruderi con il tetto parzialmente crollato e le macerie che hanno invaso le stanze.
Questo è come si presenta Campofei, con il percorso di trekking R10 che passa attraverso le vie della borgata,
andando a lambire le abitazioni di pregio e quelle semi diroccate.
Nell’anno 2009 quattro imprenditori hanno acquistato l’intero nucleo abitativo con l’obiettivo di investire e recuperare
l’intera borgata, con la creazione di microeconomie, legate alla produzione di erbe aromatiche e alla filiera del Castelmagno.
Un’occasione non solo di recupero del territorio, ma anche di lavoro per i giovani.
Non è stato facile riprendere in mano una situazione di degrado e di abbandono, cercando di mettere insieme
il “vecchio” e il “nuovo”, senza “snaturare” un’architettura progettata e costruita oltre 200 anni prima.
Il risultato di oggi è sorprendente e un mio sogno sarebbe il recupero di Narbona:
cliccando qui, trovate la descrizione completa di questa escursione molto molto particolare.
Superato il piccolo borgo di Campofei, il sentiero torna a salire e zigzagando lungo i prati, ci fa prendere rapidamente quota.
Uscendo dal bosco, davanti ai nostri occhi si materializzano le meravigliose forme dei rilievi montuosi che accavallandosi
uno dopo l’altro, compongono il puzzle della Valle Grana.
Decisamente più in basso individuiamo Campofei e ancora più in basso la frazione di Colletto di Castelmagno
da dove siamo partiti questa mattina.
Pur essendo ben indicati i punti di svolta del tracciato, uniti ai frequenti bollini rossi e bianchi, abbiamo trovato un sentiero
in più punti, parzialmente mascherato e nascosto dalla fitta vegetazione che è cresciuta rigogliosa.
Lo scarso passaggio escursionistico, non ha permesso di “segnare” il percorso che alle volte resta appena intuibile.
Dopo la risalita dei prati, lambendo un bosco di larici, il sentiero arriva nei pressi di un’ampia poderale che conduce
ad alcune malghe formate da tre casette.
Alla prima malga, bisogna girare a destra e risalire un pendio erboso, dove anche in questo caso il sentiero è parzialmente
ricoperto dalla vegetazione.
Si prosegue affidandosi ai bollini bianchi e rossi che confermano la correttezza del tracciato da noi intrapreso,
e si arriva nei pressi di una bastionata rocciosa denominata Colle del Passetto che si supera senza difficoltà.
Da qui in poi, si segue il sentiero che risale a mezza costa e in circa 25 minuti ci conduce al Colle Margherita.
La vista dal Colle della Margherita è bellissima perché ci si ritrova sulla dorsale che divide la Valle Grana dalla Val Maira.
Il nostro sguardo si perde in una serie infinita di montagne ricoperte di vegetazione, che si accavallano una dopo l’altra
come onde nel mare.
Oggi purtroppo il meteo è stato un pò birichino.
Le nuvole basse che più volte ci hanno avvolto abbracciandoci e poi rilasciandoci, hanno in parte mascherato una visuale
che diversamente sarebbe stata straordinaria da documentare.
Passeggiare su questa linea di cresta, equivale ad essere su una balconata naturale dove lo sguardo non può che perdersi
nell’infinita risalita e ridiscesa dei pendii, dai quali si individuano paesini di montagna sperduti e abbarbicati
su costoni rocciosi.
Ci sediamo ad ammirare e ad ascoltare il silenzio di queste montagne, forse, meno frequentate rispetto ad altre
più “reclamizzate”, ma che non hanno nulla da invidiare, sia dal punto di vista paesaggistico che escursionistico.
L’intero percorso di salita è avvenuto in un contesto molto colorato, con fiori, farfalle, corsi d’acqua, e boschi
che abbiamo attraversato risalendo il sentiero.
L’arrivo nei pressi del Colle della Margherita, apre un panorama grandioso, in particolare nella zona del Colle del Passetto.
Vi riportiamo qui sotto qualche scatto dell’ambiente che ci ha accolto e accompagnato lungo tutto il tracciato.
Il rientro dal Colle della Margherita alla frazione di Colletto di Castelmagno, avviene lungo lo stesso sentiero di salita
percorso all’andata.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Gaia Giordano
Note: il sentiero di salita che dalla frazione Colletto di Castelmagno, conduce al Colle della Margherita,
avviene su un tracciato ben segnalato.
Si attraversano dei fitti boschi per poi raggiungere il piccolo paese di Campofei, in parte ristrutturato e in parte diroccato.
Successivamente si risalgono degli ampi prati adibiti al pascolo, fino al Colle del Passetto che regala una vista bellissima
sull’intera vallata.
Da qui, un traverso su pendio conduce al Colle della Margherita, dove il panorama si ampia ulteriormente.
Segnaliamo che al nostro passaggio, abbiamo trovato alcuni tratti del sentiero parzialmente mascherato e sommerso
dalla fitta vegetazione, e in alcuni casi, a prima vista, non facilmente individuabile.
Escursione di trekking che si svolge in un ambiente poco frequentato: non abbiamo incontrato nessuno in tutta la giornata.
Niente male.