da Eggum a Unstad – via Lago Nedre Helmredalsvatnet e via Lago Utdalsvatnet
(Norvegia – Lofoten – Eggum Naturreservat)
trekking che si svolge all’interno di una immensa riserva naturale, in un ambiente solitario, con il sentiero che si snoda
tra il Mare di Norvegia e la montagna, costeggiando due laghi, prati infiniti e scogliere, con panorami e colori da incanto,
fino a raggiungere il minuscolo paese di Unstad. Servono 6 ore tra andata e ritorno per “vivere questa poesia”
Località di partenza: il parcheggio, che si trova nei pressi del campeggio del paese di Eggum, a circa 25 km da Leknes
Punto di arrivo: Unstad
Quota di partenza: 50 m.
Quota di arrivo: 50 m.
Dislivello: circa 200 m.
Posizione: Eggum situata sul lato esterno delle Lofoten verso l’Oceano Atlantico
Difficoltà: E / EE (limitato al tratto indicato in rosso sulla mappa) [scala delle difficoltà]
Ore: circa 3h il percorso che dal paese di Eggum conduce al paese di Unstad e stessa tempistica per il ritorno,
per un totale di 6h complessive
Periodo: dal mese di aprile al mese di settembre, ma vanno valutate con attenzione le condizioni meteo;
da evitare in caso di forte vento
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: ==
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Tracciato di trekking piuttosto particolare.
Si incomincia con un’ampia e rilassante strada poderale (quasi una passeggiata), e dopo circa 2 ore, ci si ritrova
su un sentiero stretto, un pò esposto, attrezzato con catene, sferzato (nel nostro caso), da un vento molto forte
che ci ha più volte obbligato ad abbassarci per “non essere scaraventati a terra”.
Troveremo e supereremo due laghi, cammineremo su prati deserti, senza incontrare nessuno, salvo qualche pecora.
Oltrepasseremo scogliere naturali e arriveremo a un piccolo faro, per poi giungere su una spiaggia di sabbia bianca.
Tra andata e ritorno, si contano sei ore di cammino, all’interno di una prestigiosa riserva naturale.
Pioggia, sole e vento e il pulviscolo delle onde del mare, che spazzato dal forte vento, ci ha letteralmente lavato,
mentre eravamo sul sentiero a mezza costa.
Che avventura: ne abbiamo “viste di tutti i colori”, compreso l’arcobaleno.
Benvenuti sul percorso che da Eggum conduce a Unstad.
Si parte.
Ci troviamo a circa 25 km da Leknes e il punto di partenza dell’escursione prevista per oggi, è il parcheggio
che si trova accanto al campeggio di Eggum, poco distante dai ruderi di una “torre di vedetta” risalente
alla seconda guerra mondiale.
Infatti a Eggum, in un rapporto dell’intelligence inglese del novembre 1944, è riportato che sopra questa “torre di vedetta”
c’era un radar con collegamenti elettrici alimentati a benzina….
Costruita dai tedeschi nel 1943 è terminata nel 1944, era importante per sorvegliare il passaggio dei convogli.
Eggum è una delle più grandi comunità di pescatori di Vestvågøya, situata sul lato esterno delle Lofoten
verso l’Oceano Atlantico.
Per molti anni ha attirato pescatori anche dai luoghi più a sud delle Lofoten.
Ma questo tratto di mare nei pressi di Eggum, è particolarmente pericoloso per via dei venti marini che da nord-ovest
possono cambiare in pochi minuti la loro condizione, da calmi a estremamente forti, oltre isolotti e rocce che affiorano
lungo le rotte di navigazione.
Appena dopo l’area di parcheggio, si prende un’ampia strada poderale che dolcemente si addentra nel pieno
di questa immensa riserva naturale.
Al nostro fianco avremo lungo tutta la tratta, il grigio Mare di Norvegia.
Dopo qualche minuto di cammino, a sinistra, adagiato in una conca tra ripide e strapiombanti pareti rocciose alte quasi
600 m. e circondato da prati verdi con fiori rossi, compare in tutta la sua maestosità il Lago Nedre Helmredalsvatnet.
Un lago abbastanza ampio, che si addentra nella montagna, a sua volta alimentato da altri due laghi
il Lago Øvre Heimredalsvatnet e il Lago Øvre Heimredalsvatna, che si trovano rispettivamente su pianori molto più in alto
rispetto alla nostra posizione.
Immaginate questi pianori come terrazze e conche naturali, immersi nel verde della vegetazione disposte a più altezze,
una sopra l’altra, ma traslate tra loro.
Pensate che questi laghi si sono creati in zone derivanti da grandi morene, dove qualche migliaio di anni fa
c’erano i ghiacciai.
Qui alle Lofoten, dietro ogni angolo, si scoprono scenari inaspettati, unici, non basterebbe una vita per conoscere
tutte le meraviglie naturali che queste terre ospitano.
I primi incontri mattutini, e praticamente gli unici di tutta la giornata, sono stati con le pecore, che qui pascolano liberamente
su terreni dei quali non si intravvede mai la fine.
E proprio questo aspetto di immensità a noi è piaciuto particolarmente.
Poco minuti dopo aver oltrepassato il grande Lago Nedre Helmredalsvatnet, si arriva nei pressi della scultura “Hode”,
realizzata dall’artista Markus Raetz e posizionata lungo il percorso, dove non ci si aspetterebbe di trovare una statua,
formata da una testa che poggia su un pilastro di pietra.
La testa è immobile, ma si capovolge quando ci si muove attorno alla scultura…
Il tracciato prosegue e la poderale si trasforma prima in un ampio e piacevole manto erboso e poi in un sentiero
che si dirama tra il Mare di Norvegia alla nostra destra e le pareti rocciose alla nostra sinistra.
Dopo circa 20 minuti dalla scultura “Hode”, si arriva a un secondo lago chiamato Utdalsvatnet, di taglia decisamente
più contenuta rispetto al precedente e alimentato da un corso d’acqua che scende dalla montagna.
Il Lago Utdalsvatnet e gli stagni circostanti, rappresentano un terreno ideale per lo sviluppo e la crescita di particolari
piante all’interno di questa riserva naturale.
A tal proposito, ricordiamo che è importante camminare solo sul sentiero tracciato, minimizzando così l’impatto
della nostra presenza, sul delicato ambiente naturale circostante.
Abbiamo completato circa 3 km dei 7 previsti.
Qualche raro ometto, conferma la correttezza del percorso che resta sempre facilmente intuibile.
Per circa un’oretta la traccia si alterna tra il sentiero che si dirama, prima nei prati, e poi, facendoci superare grossi
pietroni che troviamo in abbondanza lungo il selvaggio litorale del Mare di Norvegia.
Qui tra le rocce, abbiamo posato uno dei “sassi disegnati da Andreina”.
Una nostra recente idea e creazione.
Raccogliamo alcuni sassi che troviamo nei nostri giri di trekking, li portiamo a casa, li disegniamo, per poi riposarli
nuovamente lungo i tracciati.
Il fine è quello di regalare un sorriso e un ricordo a colui che avrà il piacere di raccoglierlo.
A questa pagina, trovate tutti i dettagli e tutte le nostre creazioni.
Arrivati a circa metà percorso, il sentiero incomincia a prendere quota e il vento a soffiare con prepotenza,
andando a increspare il mare.
Alla nostra destra, a circa 1,5 km da Unstad abbiamo trovato un piccolo faro dal colore bianco con il tetto rosso.
Nelle Lofoten questi fari li troverete un pò ovunque.
Sono fondamentali per la navigazione, e il loro ruolo è quello di segnalare promontori, rocce, asperità e isolotti,
che affiorano dal mare.
Sono fari piccolini, non custoditi, e alimentati elettricamente grazie ai pannelli solari installati sul piccolo balconcino
che ruota attorno al faro stesso.
Il sentiero sale arrivando a mezza costa.
Il panorama è magnifico a cominciare dai colori, con il verde dei prati, il grigio del mare, e il bianco delle onde che iniziano
a diventare sempre più frequenti.
All’orizzonte intravvediamo montagne che come zampe di elefanti, scendono a picco con le loro pareti verticali,
direttamente nelle grigie, fredde e profonde acque.
Il sentiero (in particolare l’ultimo km 1/2, quello che aggira il Monte Kleivheia 361 m.) è sempre ben tracciato,
e presenta dei tratti con una leggera esposizione, ma restando comunque facilmente superabile.
Lunghi tratti di catene garantiscono sicurezza e agevolano la progressione.
Tuttavia non bisogna sottovalutare il vento, che come nel nostro caso, si è alzato all’improvviso e in modo violento
e inaspettato, creando qualche difficoltà.
La parte del tracciato che ho segnato in rosso sulla mappa, è quella maggiormente esposta alle raffiche e,
in quelle condizioni, anche la zona più delicata da affrontare.
In diversi momenti, siamo stati costretti ad accovacciarci, ancorandoci alle catene, per non rischiare di essere
letteralmente spinti a terra, o peggio, rischiare di cadere verso la zona esposta.
Le forti raffiche (che ci hanno anche strappato via la copertura antipioggia dello zaino), hanno in diverse occasioni
alzato il “pulviscolo” dell’acqua di mare, scaraventandolo sul sentiero, rendendolo scivoloso e lavandoci completamente.
Valutate quindi di portare con voi, ed essere comunque equipaggiati, con un abbigliamento tecnico adeguato.
Una volta aggirato il Monte Kleivheia, vedrete comparire all’orizzonte la baia di Unstad.
Da qui in avanti il sentiero dopo circa 20 minuti ritorna a trasformarsi in un’ampia e semplice poderale
che conduce al piccolo paese.
Il villaggio di Unstad, si affaccia sul grande mare, ed ha una lunga ed emozionante storia, a cominciare dal fatto
che tra sei e settemila anni fa, questo paese era in realtà il fondale dell’oceano….
Oggi Unstad è un piccolo paradiso nascosto, dove le case sono tutte raccolte attorno a un unico sito agricolo,
ed è uno degli ultimi tre villaggi della Norvegia che conserva tutt’ora questa caratteristica..
Le abitazioni, sono disposte in modo da poter resistere ai forti venti da sud, che in inverno possono anche raggiungere
la velocità di un uragano.
Unstad è un paese dai forti contrasti, perché se da una parte si può apprezzare la pace e la tranquillità del luogo,
dall’altra si può sperimentare e osservare la forza della natura, con i forti venti e le potentissime onde.
Ci si può rilassare sulla spiaggia, o fare escursioni di trekking sulle montagne circostanti, salendo e raggiungendo laghi,
e creste di vetta, riuscendo anche ad intravvedere le aquile.
L’aurora boreale, spesso illumina i bui mesi invernali di Unstad, che a oggi, in totale conta una ventina di abitanti residenti
(un tempo erano quasi 400).
Il vento che ci ha accompagnato fino a Unstad, ha preso ulteriore intensità, regalandoci dalla spiaggia,
uno spettacolo veramente unico verso il mare diventato bianco dalla schiuma della risacca e delle onde.
Onde spinte con violenza verso la riva, ma anche spazzate via verso il largo, con nuvole d’acqua polverizzata che volavano
e si disperdevano nell’infinito orizzonte.
Il cielo cupo e il verde / bianco dell’acqua, unito al rumore incessante delle onde del mare, sono spesso una costante
di questa zona, e la vita degli abitanti di Unstad, si confronta continuamente con la forza della natura.
Bisogna imparare a conviverci.
Il tracciato di trekking che da Eggum ci ha accompagnato fino Unstad, richiede circa 3 ore di cammino.
Bisogna considerare la stessa tempistica anche per il ritorno, ossia Unstad – Eggum, per un totale complessivo
di circa 6 ore.
Il dislivello è limitato, il panorama e i colori sono meravigliosi.
A noi questa escursione è piaciuta parecchio, perché ci si ritrova (come spesso accade in queste zone), immersi
in un ambiente naturale e solitario, dove il contatto con la natura è autentico e immacolato.
Per me la vita è questa.
Camminare e percorrere spazi sconfinati, ben lontani da quel mondo che si definisce “civile”, ma che in realtà
ha ben poco da insegnare.
Al ritorno, nuvoloni carichi di pioggia, ci hanno completamente “docciati”, ma l’arrivo di qualche raggio di sole,
che faticosamente è riuscito a trovare qualche spiraglio tra le nuvole, ci ha permesso di passare sotto un arcobaleno
in “stile Heidi”, che partendo dal mare è “risalito” fin sulla cima della montagna.
La bellezza di un luogo è spesso tanto grande, quanto semplice.
Questi ambienti naturali, di altissimo prestigio, sono splendidi, emozionanti, ma anche particolarmente fragili.
Ricordate che ogni roccia, ogni fiore, ogni filo d’erba, ha il suo piccolo spirito e porta con sé la sua storia.
Preservare quello che ci circonda e averne cura, significa contribuire a costruire e mantenere un futuro meraviglioso,
così come lo sono le isole Lofoten.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano, Andreina Baj e Gaia Giordano
Note: trekking che si svolge in un ambiente solitario, con il sentiero che si snoda per tutta la tratta,
tra il Mare di Norvegia e la montagna, costeggiando due laghi, prati infiniti e scogliere naturali, con panorami e colori
da incanto, fino a raggiungere il minuscolo paese di Unstad, con la sua grande spiaggia.
Tra andata e ritorno bisogna considerare circa 6 ore di cammino.
Un breve tratto del percorso ha una leggera esposizione, ma il sentiero è sempre ottimamente tracciato e le catene fisse,
agevolano i passaggi.
Attenzione alle eventuali forti raffiche di vento, che quando si aggira il Monte Kleivheia, possono essere fastidiose.
Per tutto il resto, preparatevi a vivere una favola, in un ambiente sperduto e solitario, a “tu per tu” con la natura (e le pecore).