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Floya – Djevelporten e Djeveltrappa – Porta del Diavolo e Scala del Diavolo
(Norvegia – Lofoten – Svolvær)
percorso di trekking impegnativo, che prevede tratti esposti e in alcuni punti bisogna aiutarsi con le mani per arrampicarsi.
Dalla cresta del Monte Floya si apre un mondo di meraviglie, formato da laghi, fiordi, paesi, montagne, sentieri, strade, passi…
un incanto senza fine

Floya - Djevelporten e Djeveltrappa


Località di partenza:
dalla città di Svolvær, nei pressi della Svolvær Kapell
Punto intermedio: Djevelporten – Porta del Diavolo

Punto di arrivo: Monte Floya 590 m.
Quota di arrivo: 590 m.
Dislivello: 590 m.
Posizione: sopra la città di Svolvær, sulla costa sud di Austvågøy
Difficoltà: EE / EEF – vanno considerati alcuni tratti esposti e di semplice arrampicata – [scala delle difficoltà]
Ore: circa 2h 10 minuti per raggiungere la vetta del Monte Floya salendo dalla “direttissima”, ai quali si aggiungono
altri 25 minuti per raggiungere la Djevelporten (Porta del Diavolo)

Periodo: da metà maggio a inizio ottobre, previa attenta verifica della condizioni meteo e assenza di ghiaccio e neve
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: seguire le indicazioni e i bollini bianchi e blu
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Quella che vi racconto e vi illustro oggi, è un’escursione molto panoramica e anche piuttosto frequentata
nella zona delle Lofoten.

Andremo a bussare alla Porta del Diavolo, maggiormente conosciuta come Djevelporten, ma prima seguiremo
tutta l’affilata linea di cresta, che permette di ammirare e letteralmente “volare” sopra Svolvær, la città più grande dell’arcipelago.

Percorso di trekking entusiasmante e in alcuni punti complesso, con tratti che prevedono una notevole esposizione e,
(come nel mio caso), se salite per la “direttissima”, bisogna usare le mani per arrampicarsi tra pietre, acqua e fango.

Giro bellissimo, ma è necessaria attenzione e prudenza, in particolare sulla cresta, dove non sono consentiti errori o distrazioni.
Questo trekking è adatto a un escursionista esperto e non va in alcun modo sottovalutato.
Il tracciato prevede tratti di arrampicata, passaggi su creste particolarmente esposte, bisogna superare dei lastroni rocciosi
spesso bagnati da ruscelli d’acqua e il sentiero in molti punti è particolarmente fangoso.

Con questa anticipazione, non è mia intenzione scoraggiare il lettore, anzi, vi assicuro che l’escursione per me è stata
particolarmente appagante dall’inizio alla fine.
Tuttavia è necessario mantenere una concentrazione e un’attenzione sempre elevata, per concludere in totale sicurezza
un percorso impegnativo.

Floya - Lofoten - Norvegia

Il punto di partenza del trekking di oggi, si trova a cinque minuti di auto dal centro della città di Svolvær,
sulla costa sud di Austvågøy.

Svolvær è posizionata tra il Mare di Norvegia e le montagne e con i suoi quasi 5.000 abitanti è una città, cosa piuttosto
rara da trovare alle Lofoten, dove la maggior parte degli insediamenti urbani, sono piccoli e graziosi paesi che si affacciano
lungo i fiordi.

Il parcheggio dove bisogna lasciare l’auto è adiacente alla Svolvær Kapell, nei pressi del cimitero.
Vi consiglio di digitare in Google Maps “Svolvær Kapell”, per arrivare in zona senza difficoltà di orientamento.
Ci sono due aree di sosta, la prima, piccolina nei pressi del cimitero, e la seconda più grande, è poco più avanti,
quasi accanto al punto di partenza del sentiero.

Svolvær Kapell - Lofoten

A differenza delle escursioni che abbiamo fatto qui alle Lofoten, spesso (fantastiche) uscite solitarie, dove gli unici incontri
della giornata erano le pecore, il giro di oggi è piuttosto gettonato.
Se riuscite, cercate di arrivare sul presto la mattina, per non avere problemi di parcheggio.
Ulteriore differenza di questa escursione, rispetto a molte altre, è la presenza costante delle indicazioni e dei segnavia,
(in questo caso di colore bianco e azzurro), ottimamente disposti lungo tutto il percorso, e qui particolarmente importanti,
per non lasciare spazio a dubbi o pericolose interpretazioni.
Alle isole Lofoten, la maggior parte delle escursioni, avvengono spesso in assenza o con scarse indicazioni, dove alle volte
bisogna usare le mappe per riuscire a orientarsi in modo corretto.
Questo aspetto a noi è piaciuto, perché si vive a pieno l’ambiente naturale e sperduto della montagna, dove gli infiniti spazi,
danno la possibilità di andare un pò ovunque “all’avventura”.
(vedi la relazione di Stokvika Trail).
L’escursione di oggi, molto panoramica, ci permetterà di raggiungere due mete il Floya e la Djevelporten (Porta del Diavolo)
e si suddivide sostanzialmente in quattro tratte che vi spiego in dettaglio.
La prima tratta ha inizio dal parcheggio (vedi punto “A” sulla mappa), con una serie di gradoni in pietra che uno dopo l’altro
ci permettono di prendere rapidamente quota.
La prima parte della scalinata, denominata “Scala del Diavolo”, attraversa una fitta vegetazione, che man mano che saliamo
si diraderà fino a scomparire.
La costruzione della scalinata è iniziata nel 2019 e questo importante intervento, realizzato dagli Sherpa nepalesi,
ha garantito nel primo tratto la sicurezza per gli escursionisti, andando anche a preservare la bellezza naturale
del delicato ecosistema.
I norvegesi hanno avuto la capacità di “fondere insieme” una parte del tracciato, con l’abilità artigianale degli Sherpa.
Con uno sguardo all’indietro, individuiamo oramai laggiù in basso, il parcheggio nei pressi del cimitero, dove abbiamo lasciato
la macchina e la città di Svolvær.
In circa 20 minuti di salita, si completa la prima parte della scalinata.

Djeveltrappa - Lofoten - Norvegia
Djeveltrappa - Lofoten - Norvegia
Svolvær - Lofoten - Norvegia

La seconda tratta richiede attenzione in salita, e soprattuto al rientro quando si scenderà.
Infatti, terminati gli scalini, è necessario superare delle balze rocciose, che sono sostanzialmente dei lunghi tratti
di roccia levigata, resa spesso scivolosa e viscida, in quanto bagnata dall’acqua dei tanti ruscelli, e “sporcata” dal fango. 
Alcuni assi di legno agevolano il passaggio, che tuttavia richiede l’uso delle mani per proseguire con maggiore disinvoltura.

I bollini blu e bianchi, sono sempre presenti, andando a confermare la correttezza del percorso.
Man mano che si sale, il panorama su Svolvær si completa, ma è solo un “assaggio della bellezza” rispetto a quello
che ci aspetta.

Terminata in circa 20 – 25 minuti la salita delle “balze rocciose”, si giunge a un bivio contrassegnato da un cartello
(vedi punto “B” sulla mappa).

E’ possibile proseguire andando sia a destra che a sinistra.
Entrambe le direzioni portano alle due mete previste per oggi, ma con alcune sostanziali differenze sul livello di difficoltà
del tracciato, e su quale meta raggiungerete prima o dopo.

In dettaglio.
Andando a sinistra arriverete prima alla Djevelporten – Porta del Diavolo – e successivamente alla cresta del Floya.
Questo è il percorso più semplice.

Infatti la salita verso la Djevelporten – Porta del Diavolo, è più moderata, e avviene su tutta una serie di altri scalini in pietra,
simili a quelli che abbiamo fatto nel primo tratto.

Andando invece a destra, si prende la “direttissima”, che prima porta alla cresta del Floya e solo successivamente,
dopo una discesa, ci condurrà alla Djevelporten – Porta del Diavolo.

Questo percorso è decisamente più complesso rispetto a quello sopra citato, in quanto anche se più rapido, richiede
tratti di semplice arrampicata, con un sentiero piuttosto ripido e il superamento di un’ampia pietraia.

Io ho optato per questo tracciato, perché ho voluto raggiungere subito la linea di cresta e perché ammetto che la parte
più complessa, mi ha intrigato maggiormente.

trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia

La terza tratta incomincia al cartello (vedi punto “B” sulla mappa)
Come ho accennato, ho preso a destra per la “direttissima”, con destinazione la cresta del Floya.
Il sentiero decisamente ripido, ma sempre ottimamente segnalato dai bollini blu e bianchi, mi accoglie con una pietraia
che si oltrepassa senza particolari difficoltà.

Ma ben presto la pendenza aumenta e bisogna infilarsi lungo strette vie, tra le rocce nude, arrampicandosi con mani e piedi,
dove si riesce a passare a malapena con lo zaino.

Nulla di particolarmente complesso, bisogna però fare attenzione a non scivolare, perché acqua e fango mi hanno sempre
accompagnano fedelmente.

Dopo l’uscita dal breve tratto di arrampicata, si sale ancora per una ventina di minuti su un terreno che si alterna
tra pietraia e ripido sentiero che si snoda tra lo scosceso prato.

trekking Floya - Norvegia - Lofoten
trekking Floya - Norvegia - Lofoten
trekking Floya - Norvegia - Lofoten
trekking Floya - Norvegia - Lofoten
trekking Floya - Norvegia - Lofoten

Si giunge così sulla linea di cresta, ossia la quarta tratta, rappresentata da un sentiero che forma un lungo arco
sulla parte più alta della montagna.

E appena con lo sguardo, si supera la base della cresta, non crederete ai vostri occhi, perché si apre un panorama pazzesco
e inaspettato.

Davanti a voi verso destra, grande come puntini le case di Svolvær, “posate” su piccole isole collegate tra loro dai ponti,
sembra quasi un plastico in miniatura da quanto è perfetto.

Guardando verso sinistra abbiamo la magnifica vista su Vestfjord e sulle isole di Storskjeringen e Lille Skjeringen,
che sono montagne rocciose che fuoriescono quasi per incanto dal pieno del Mare di Norvegia, una caratteristica
abbastanza comune da queste parti.

Il paesaggio incredibilmente bello, si amplia notevolmente con montagne, laghi ovunque e scogliere che circondano
l’intera area posta ai vostri piedi.

Il sentiero che permette di camminare sulla linea di cresta, è esposto da entrambi i lati, con salti nel vuoto di quasi 600 m.
E’ possibile percorrerlo, ma è necessario prestare attenzione perché in molti punti il terreno è fangoso e in certe zone
l’area calpestabile si riduce notevolmente.

E’ sconsigliato in caso di pioggia, forte vento e nuvole basse.
Impensabile con ghiaccio o neve.
Dalla linea di cresta del Floya, seguendo il sentiero, mi sono diretto verso la vetta dell’omonimo monte, rappresentato
da uno sperone roccioso che si alza di circa 20 m. dal sentiero.

Non mi sono sentito di arrampicarmi e salire questi ultimi 20 m., in quanto l’esposizione notevole, unita all’assenza
di corde e catene, non mi hanno garantito sicurezza.

Non vi nascondo che mi è spiaciuto parecchio non aver percorso quegli ultimi 20 m. che mi hanno separato dalla vetta,
ma è importante saper rinunciare e saper riconoscere i propri limiti.

Tuttavia, dalla linea di cresta del Floya, il panorama non varia di molto rispetto alla vetta.

Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya e Svolvær - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia

Dopo una lunga sosta sulla cresta, ho incominciato il percorso di discesa che in alcuni punti riserva qualche stretto
ed esposto passaggio.

Il ripido sentiero mi ha accompagnato in direzione della prossima tappa prevista per oggi, ossia il Djevelporten,
conosciuto anche come la “Porta del Diavolo”.

Il Djevelporten (vedi punto “C” sulla mappa), è un qualcosa piuttosto particolare e anomalo.
Si tratta di una roccia incastrata in una gola, tra due versanti di due montagne, ed è posta tra il Monte Frosken e il Monte Fløya,
precipitata chissà quando e chissà in quale condizione meteo.

Questo grande masso, ha l’aspetto di un ponte e volendo ci si può anche salire sopra, ma fate attenzione, perché
non c’è nessuna protezione e sotto di esso un bel salto nel vuoto….

Dal Djevelporten, si scende per una lunga scalinata (la seconda che incontro di oggi).
Anch’essa è stata realizzata dagli Sherpa nepalesi e dopo una lunga serie di gradini in pietra, conduce al cartello
che questa mattina all’andata segnalava il bivio, dove ho deciso di prendere la “direttissima” che mi ha condotto
alla salita del Monte Fløya (vedi punto “B” sulla mappa).

Terminata la scalinata, con attenzione ho superato le i balzi rocciosi, per poi prendere l’ultima scalinata che mi ha
accompagnato fino nei pressi del parcheggio.

sentiero djevelporten - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
Floya - Lofoten - Norvegia
trekking Floya - Lofoten - Norvegia
trekking djevelporten - lofoten - norvegia
trekking djevelporten - lofoten - norvegia

La salita di oggi è avvenuta su una formazione rocciosa che incombe sul centro di Svolvær e da lassù il panorama
è incredibile.

Un mix di montagna, laghi, mare, creste, sentieri, vette, fiordi.
L’ambiente è talmente vario che diventa difficile da descrivere.
Si tratta di un’escursione che richiede concentrazione lungo l’intera tratta, in particolare nella zona della cresta del Fløya,
dove l’esposizione arriva a sfiorare i 600 m. di salto.

Fango e acqua sono delle costanti lungo quasi tutto il sentiero.
E’ in programma un progetto di lavori che andranno a creare una immensa scalinata in pietra che porterà gli escursionisti
fin sulla cresta.

Al momento (anno 2024), questi scalini sono presenti solo nella parte iniziale del tracciato.
Mentre la seconda scalinata la si trova quando si sale, dopo le balze rocciose, fino ad arrivare al Ponte Del Diavolo.
Dal mio punto di vista, lascerei la montagna così com’è, con le sue difficoltà e con i suoi percorsi, perché il bello è riuscire
a conquistare la vetta.

Diversamente diventerebbe una “strada di accompagnamento” e si andrebbe a “snaturare” un tracciato di avvicinamento
entusiasmante.

A differenza di molti altri percorsi di trekking, che qui alle Lofoten avvengono molto spesso in luoghi solitari e remoti,
la salita al Fløya e al Djevelporten è piuttosto frequentata, ma fattibile solo per pochi mesi all’anno, perché con l’arrivo
del freddo e delle temperature rigide, si congela tutto e l’ascesa diventa impossibile.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano

Svolvær - Lofoten - Norvegia
funghi lungo il trekking del floya


Note:
la Scala del Diavolo, la Porta del Diavolo e il Monte Fløya, sono le tre meraviglie che si incontrano lungo
l’impegnativo percorso di salita.

600 m. di dislivello, superabili in poco più di 2h, ma con frequenti passaggi tra acqua e fango che rendono in alcuni tratti,
scivoloso il terreno.

Dalla linea di cresta del Fløya, si apre un panorama incredibile, formato da montagne, laghi, fiordi, mare, sentieri, creste
e la città di Svolvær ai vostri piedi, ma grossa come un puntino.

Se si opta per la “direttissima”, bisogna prevedere qualche tratto di semplice arrampicata.
Trekking consigliato a un escursionista esperto.