Laghi Boden 2.370 m. e Rupe del Gesso 2.438 m.
(Italia – Val Formazza – Riale)
grandiosa escursione di trekking che vi porterà a vedere più di 9 laghi in una “valle incantata” tra sentieri, pianori erbosi,
nevai, fiori, e importanti vette a ridosso del confine con la Svizzera
Località di partenza: Riale 1.730 m. (Alta Val Formazza)
Punto di arrivo: Laghi Boden 2.370 m. e Rupe del Gesso 2.438 m.
Quota di partenza: 1.730 m.
Quota di arrivo: 2.438 m.
Dislivello: 708 m.
Posizione: nel cuore dell’Alta Val Formazza, con partenza dalla frazione di Riale
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 2h 20 minuti per la salita da Riale fino ai Laghi Boden percorrendo il sentiero e un totale di 2h 45 minuti per
arrivare alla Rupe del Gesso
2h 50 minuti per la salita da Riale fino ai Laghi Boden percorrendo la strada poderale (spesso utilizzata dagli amanti
della MTB) e un totale di 3h 15 minuti per arrivare alla Rupe del Gesso
Circa 2h 10 minuti per la discesa complessiva che avviene lungo il medesimo percorso di salita, considerate circa 20 – 25
minuti in più passando per la strada poderale che scende su Riale
Periodo: da maggio (previa verifica delle condizioni di innevamento), a fine ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: n° G24
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
I due laghi di Boden suddivisi in Lago di Boden nord e Lago di Boden sud, si trovano nell’Alta Val Formazza,
a poca distanza uno dall’altro, separati tra loro da un piccolo pianoro erboso.
Ma in realtà i laghi di Boden sono in totale 7, di cui i restanti 5 classificati come “laghetti minori”, hanno un raggio di
circa 500 m.
I due laghi di Boden (nord e sud) sono permanenti, mentre quelli minori hanno un complesso sistema idrico, perché
non presentano a prima vista ruscelli o corsi d’acqua che li alimentano e tendono a scomparire a fine estate.
Vi anticipo che il posto offre una visuale incantevole, su altri laghi presenti nella vallata, su tutte le montagne circostanti
e su tanti sentieri e percorsi di salita che vediamo chiaramente scrutando l’orizzonte.
Sarete immersi in un contesto montano meraviglioso, quasi sul confine svizzero.
Se poi come nel nostro caso, salirete oltre i Laghi di Boden, beh……verrete ripagati da quello che a breve vi andremo
a descrivere e documentare.
Benvenuti o ben tornati sulle pagine del nostro sito.
Oggi ci troviamo nella parte più settentrionale del Piemonte, dove la strada asfaltata che ci conduce fino al paesino
di Riale, termina.
Oltre, con la macchina, non si può proseguire, siete arrivati al capolinea.
Ma la cosa ancora più intrigante è che poco dopo il parcheggio, si dirama una serie innumerevole di sentieri e di
percorsi accessibili solo a piedi che vi portano nel paradiso dell’Alta Val Formazza, la porzione più settentrionale
dell’Ossola, dove solo questa vallata conta 72 laghi alpini e che volendo permette in più punti l’accesso in Svizzera.
Nella piana di Riale nasce il fiume Toce.
Oggi siamo saliti ai sette Laghi del Boden che sapevamo essere belli, ma nella realtà sono bellissimi.
Scusate l’espressione, ma questo rappresenta il mio pensiero.
L’ambiente ci è piaciuto così tanto che dopo una sosta nei pressi dei laghi, abbiamo voluto proseguire fino a
raggiungere la Rupe del Gesso, itinerario stranamente non segnalato, che vi porterà a una croce di vetta con
un panorama……..pazzesco.
Ma andiamo per ordine.
Siamo in una bella giornata di metà giugno, con cielo quasi sgombro dalle nuvole e temperatura piacevole.
Il punto di partenza dell’escursione di oggi è Riale, un piccolo paese a 1.730 m. di altitudine, dove poco dopo aver
superato sulla destra un albergo, troviamo sulla sinistra il parcheggio a pagamento in un’area abbastanza ampia.
Il percorso per arrivare fin qui prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi
proseguire dopo il casello sulla SS33 del Sempione fino a Crodo (km 128), dove lasciamo la strada statale per
prendere la SS659.
Proseguiamo sulla SS659 fino ad arrivare a un bivio (al km 8,5), dove gireremo a destra seguendo le indicazioni
per la Val Formazza.
Arrivati al paese di Baceno giriamo a destra (sempre restando su SS659), come indicato da un cartello che
indica la Val Formazza a circa 20 km.
Attraversiamo quindi il comune di Premia e poi quello di Formazza che prevedono il passaggio in varie
frazioni intermedie.
Proseguiamo fino alle Cascate del Toce che troviamo al km 40 per poi giungere al km 41,7 alla frazione di Riale e
quindi al parcheggio.
Una volta “sistemata” la macchina, ci incamminiamo a piedi lungo una strada asfaltata che in pochi minuti ci conduce
a un bivio dove troviamo alcune indicazioni e un pannello informativo.
Manteniamo la destra e proseguiamo per pochi metri su un’ampia strada sterrata, fino a individuare facilmente il
sentiero di salita che troviamo alla nostra sinistra.
Noi abbiamo optato per il percorso di salita tramite il sentiero (vedi traccia segnata in rosso sulla cartina).
Tuttavia, è possibile proseguire dritti lungo la strada poderale, adatta in particolare agli amanti della MTB
(vedi traccia segnata in giallo sulla cartina).
Il dislivello per arrivare ai Laghi Boden e successivamente alla Rupe del Gesso è in totale poco più di 700 m.
Tuttavia il sentiero parte salendo fin da subito.
Passiamo inizialmente accanto ad alcune mucche al pascolo, per poi inerpicarci lungo la traccia ben segnalata e
facilmente individuabile.
Uno sguardo all’indietro ed ecco che il parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, incomincia a “diventare piccolino,
laggiù in basso”, così come anche il minuscolo paese di Riale, dove da una collinetta, resta ben evidente la chiesetta gialla
e sullo sfondo il grande muraglione di contenimento della diga del Lago di Morasco.
Saliamo con il sole che incomincia a sbucare da dietro le montagne.
Prendendo quota, iniziamo a vedere all’orizzonte sopra il muraglione della diga, le acque del Lago di Morasco che
hanno sommerso il vecchio paese.
Acque di un colore “blu notte” poste ai piedi delle imponenti pareti della Punta di Morasco 2.831 m. e del
Corno di Ban 3.027 m. oggi entrambi avvolti da diverse nuvole che stazionano nei dintorni delle loro cime mascherandole.
Il sentiero attraversa in più tratti la strada poderale, andando a tagliarla e facendoci recuperare parecchio tempo,
rendendo meno lungo il percorso.
Ci fermiamo accanto a un muretto in pietra formato da diversi archi, ad ammirare il paesaggio che ci circonda.
Siamo nettamente sopra la diga del Lago di Morasco oramai ben evidente, mentre guardando indietro individuiamo
facilmente una grande parte del percorso di salita che abbiamo fin qui superato.
Riprendiamo a salire lungo il sentiero, alternando passaggi a brevi tratti sulla poderale.
Accanto a noi fiori meravigliosi e frequenti bollini “rossi e bianchi”.
Incontriamo diversi escursionisti che salgono con le MTB, che in questo caso permettono di raggiungere più
località in breve tempo.
Trascorsa circa un’ora di salita, la pendenza diventa decisamente meno marcata e il sentiero si riallinea con la poderale
che andiamo a percorrere fino a giungere a un bivio dove troviamo diverse indicazioni.
Proseguendo dritti si potrebbe arrivare in breve tempo al Rifugio Maria Luisa e al Lago Toggia, oltre a tutta
un’altra serie di percorsi.
Noi invece prendiamo il bivio alla nostra destra, nei pressi di una casa di servizio per gli addetti alle condotte
idroelettriche.
I cartelli riportano i percorsi per il Lago Kastel, il Lago Nero e il Passo Tamier, oltre ai Laghi Boden (la nostra destinazione
di oggi) e alla Bocchetta di Val Maggia.
Il segnavia da seguire è il G24.
La strada poderale che dopo il bivio ci accompagna verso i Laghi Boden, l’andremo a tagliare su un sentiero,
per poi ritornare nuovamente su poderale.
Giungiamo a un ultimo bivio poco prima di arrivare al muraglione della vecchia diga del Lago Kastel, dove giriamo a sinistra passando sopra un ponticello in cemento.
Seguiamo quindi un’ampia strada poderale che ci porta nei pressi di una malga.
Siamo all’Alpe Kastel 2.242 m. dove si apre una visuale molto panoramica, con alla nostra sinistra il grande bacino del
Lago del Toggia 2.200 m. e alla nostra destra tutta la catena montuosa del Pizzo Fiorina 2.925 m. con la sua linea di
cresta che segna il confine tra l’Italia e la Svizzera, e che appena dietro maschera la zona del Ghiacciaio del Basodino
già ampiamente in territorio elvetico.
Risaliamo il sentiero con una pendenza poco impegnativa e con una traccia ben marcata, mentre alla nostra sinistra
individuiamo dei “laghetti minori” (che però non fanno ancora parte dei laghetti del Boden), di cui uno ha un colore
verde smeraldo e l’altro poco distante di colore marrone scuro.
Camminiamo immersi in un mare di fiori dai molteplici colori, trovando diversi “ometti in pietra” e parecchi “bollini gialli”
che ci permettono di muoverci con disinvoltura, sicuri di essere sulla giusta via.
Risaliamo una collinetta e arrivati sulla sommità ecco che si materializza il primo dei laghi minori del Boden.
Uno specchio d’acqua limpida con un raggio di una quindicina di metri, nel quale si specchiano le nuvole e le vette che
in parte lo circondano.
Proseguiamo lungo il sentiero e dopo una decina di minuti, compaiono altri due laghetti minori che “fuoriescono” come
per magia da una pietraia, di cui uno di essi presenta ancora un residuo di nevaio che ci finisce direttamente dentro.
La purezza di quest’acqua permette di vedere bene il fondale sul quale sono posati diversi massi.
Ancora 5 minuti di cammino ed ecco che arriviamo al primo dei due grandi Laghi Boden, entrambi immersi in due conche circondati da un fitto manto erboso.
Il cielo si è rannuvolato, c’è un pò di vento e entrambi i laghi hanno le loro acque leggermente increspate con un
colore scuro.
Questo genera un effetto specchio straordinario, dove nuvole, cielo e montagne si riflettono perfettamente sopra l’acqua.
Siamo a quota 2.370 m. come riporta il cartello.
Ci fermiamo per una sosta rigeneratrice sedendoci sull’erba, lambendo la riva e ammirando i tanti fiori colorati che
danno un tocco di magia a un posto già bello e appartato.
Appena dietro di noi, alle nostre spalle il secondo Lago di Boden, più grande rispetto al primo e in parte alimentato da
un piccolo corso d’acqua che scende dal percorso di salita che porta verso la Capanna Basodino in
territorio elvetico.
Noi decidiamo di lambire le acque del secondo lago per risalire un sentiero che si inerpica verso una selletta erbosa
in parte ancora ricoperta della neve invernale.
Risaliamo quindi il nevaio e giunti sulla sommità di questa selletta, giriamo a sinistra dove intravvediamo all’orizzonte
sopra un promontorio, una croce di vetta.
Il sentiero che porta verso la croce di vetta è appena marcato e stranamente non troviamo nessuna indicazione che
indica il nome di questo posto che abbiamo scoperto per caso “girovagando in zona”.
Stiamo arrivando alla Rupe del Gesso 2.438 m., un promontorio di origine calcarea.
Ma è arrivando in cima che restiamo estasiati, perché davanti ai nostri occhi si apre un panorama incredibile formato
da più laghi su più piani….
Alla nostra destra il grande bacino del Lago del Toggia 2.200 m., spostandoci leggermente a sinistra e in posizione
più rialzata rispetto al primo, vediamo il Lago Kastel 2.230 m. e ancora più a sinistra i due Laghi del Boden, con i
vari laghetti minori che si intravvedono sbucare tra le verdi e colorate conche erbose.
Tutto questo spettacolo lambito dalle vette svizzere della zona del Basodino, in parte mascherate da una coltre di
nuvole basse tra le quali vola un grosso rapace che, con ali completamente aperte si lascia trasportare e sfrutta le
correnti del vento.
Riguardando la zona del Lago Toggia, intravvediamo all’orizzonte una lunga strada poderale che costeggia l’intero
bacino e sale verso il Passo San Giacomo 2.313 m.
Ma si dirama anche tutta una serie di sentieri che andrebbero percorsi, perché ognuno di questi porta in posti unici e
molto panoramici.
Mi fermo ad ammirare un qualcosa di magico, una vista incredibile e un accavallamento di vette infinito che si
disperde all’orizzonte.
Mi rendo conto che non basta una vita intera per visitare questi posti, queste vallate.
Quanto darei per trascorrere qui interi mesi, passando le mie giornate a risalire e ridiscendere i molteplici sentieri,
documentando la bellezza di luoghi, (in alcuni casi), sperduti di alta montagna.
Andando a raccontare le emozioni, le impressioni, gli incontri, i colori e gli ambienti che cambiano nelle varie
stagioni dell’anno.
Dopo una sosta di un’oretta alla Rupe del Gesso, riprendiamo la via di discesa, ma senza ridiscendere dalla selletta
percorsa in precedenza.
Ci dirigiamo verso la riva opposta del Lago di Boden, scendendo lungo una ripida collinetta erbosa particolarmente
ricca di fiori e andando a lambire le acque azzurre del lago.
Il percorso di discesa nel nostro caso è stato il medesimo di quello di salita.
Siamo quindi ripassati per i laghi minori del Boden, che con uno strano gioco di luci, sembrano degli specchi rivolti
verso il cielo.
In fase di discesa davanti ai nostri occhi, le acque azzurre del Lago Kastel, mentre alla nostra destra ancora
il Lago del Toggia.
Deliziati dai mille colori dei fiori arriviamo all’Alpe Kastel per poi ridiscendere in parte lungo la poderale e in parte
lungo il sentiero che ci riporta a Riale.
Siamo giunti al tardo pomeriggio e si sta concludendo una giornata di trekking che è stata particolarmente gradevole
in un ambiente montano estremamente panoramico.
La Val Formazza ancora una volta ha saputo regalare un “tocco di magia e di colore” mentre abbiamo percorso una delle
tante vie della zona.
Rientriamo verso casa contenti come bambini, già pensando alla prossima meta.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: giro di trekking decisamente remunerativo dal punto di vista paesaggistico.
Lungo il percorso arriverete a vedere più di 9 laghi.
Il Lago della diga di Morasco durante la salita da Riale, il Lago del Toggia (con alcuni laghetti minori) quando sarete nella
zona dell’Alpe Kastel, i 2 Laghi del Boden e altri 5 minori quando sarete quasi arrivati a destinazione e in fase di
discesa il Lago Kastel.
Dalla Rupe del Gesso il panorama è unico: un incanto di vallate, sentieri, laghi, pianori erbosi, fiori, nevai, creste…..
La descrizione di questa relazione e le fotografie, riescono solo in parte a far “rivivere” una giornata grandiosa.