Alpe Misanco 1.907 m. – Lago Nero 1.980 m. – Alpe Buscagna 1.967 m. – Buscagna 1.941 m.
(Italia – Alpe Devero)
giro ad anello Alpe Devero – Alpe Misanco – Lago Nero – Alpe Buscagna – Buscagna – Alpe Devero con scenari e
ambienti totalmente diversi tra loro e ricchi di fascino
Località di partenza: Alpe Devero 1.634 m.
Quota di partenza: 1.634 m.
Quota di arrivo: 1.980 m.
Dislivello: 346 m.
Posizione: tra l’Alpe Misanco e l’Alpe Buscagna
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 1h 30 minuti per il percorso dall’Alpe Devero al Lago Nero
35 minuti dal Lago Nero all’Alpe Buscagna
Ore: 3h 30 minuti per l’anello completo
Periodo: da metà maggio a fine ottobre (previa verifica delle condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Immaginate di essere al primo piano di uno stabile, poi prendete l’ascensore e arrivate al secondo piano, dove tutto
si replica in modo quasi uguale rispetto al primo.
Questo è quello che abbiamo visto partendo dall’Alpe Devero e arrivando all’Alpe Buscagna.
Due pianori molto simili, quasi gemelli ed entrambi meravigliosi.
Ma andiamo per ordine.
Ben venuti o ben tornati sul nostro sito.
E’ l’ultima domenica del mese di giugno, di una giornata che il meteo aveva previsto di sole con qualche nuvola,
ma che in realtà si è presentata uggiosa fin dal mattino, con nuvole basse e così è restata fino a sera.
Siamo ritornati all’Alpe Devero, che come sempre ci ha accolti allo stesso modo in cui si accoglie qualcuno per
le “grandi occasioni”: infatti a pochi passi dal parcheggio, si apre davanti ai nostri occhi questa piana verdissima,
con fiori di tutti i colori, sparsi ovunque, stradine sterrate che si disperdono tra ruscelli e torrentelli d’acqua, tra pinete e
casette in pietra classiche di montagna, che formano minuscoli borghi, panche per sedersi e ammirare quello che
ci circonda, fontane e sorgenti….
Veramente un paradiso, di tranquillità, di pace e punto di partenza per decine di escursioni di tutti i gradi e
livelli di difficoltà.
Il percorso di avvicinamento in auto prevede di prendere l’autostrada Gravellona Toce e proseguire sulla strada statale
fino all’uscita di Crodo.
Da qui bisogna seguire la strada per la Val Formazza e arrivati a un tornante, poco dopo il centro di Baceno,
si gira a sinistra seguendo per l’Alpe Devero.
La strada statale che sale all’Alpe Devero è abbastanza ripida, e tortuosa, ma non presenta difficoltà, passerete
in alcune gallerie ricavate all’interno della roccia, attenzione alla presenza di buche lungo il percorso.
A un certo punto troverete una sbarra dov’è necessario ritirare un ticket e si prosegue fino ad arrivare a un ampio
parcheggio scoperto, ma volendo c’è anche coperto all’interno di un silos, dove siamo andati noi in quanto più comodo
e più ampio.
La tariffa giornaliera non è delle più economiche, abbiamo pagato in totale 12€ per aver lasciato parcheggiato la
vettura dalle 8:30 della mattina alle 19 della sera, ma va detto che in un minuto a piedi, vi troverete già sulla
Piana del Devero.
Oggi faremo un percorso ad anello, che ci permetterà di arrivare a un lago, e successivamente in un’altra località che
a breve scopriremo.
Appena entrati nella Piana dell’Alpe Devero, poco prima di un ponticello di legno, accanto a una chiesetta,
si svolta a sinistra e si segue per 5 minuti, un’ampia strada poderale sterrata che prosegue parallela accanto al torrente.
Questi primi passi li farete in una distesa infinita di fiori, e davanti a pinete che salgono i ripidi pendii e si
disperdono nell’orizzonte.
Poco dopo, lasceremo la poderale per svoltare ancora a sinistra e prendere il sentiero che si inoltra nel bosco:
le indicazioni sono chiare, sia per la presenza dei cartelli che per i classici bollini bianchi e rossi.
Il sentiero che sale nel bosco di larici è ben tracciato, tutto in ombra e nel primo tratto avremo accanto il torrente
Rio Misanco che si dirama e che attraverseremo passando su un piccolo ponticello di legno, vicino al quale forma
un laghetto.
Dopo circa 40 minuti di salita, si arriva all’Alpe Misanco, riconoscibile da alcune baite in pietra poste su un pianoro e
immerse nel verde.
Da qui troviamo i cartelli che ci indicano il sentiero da seguire per raggiungere il Lago Nero, tuttavia il percorso è
facilmente intuibile.
Si sale ancora un pò, superiamo alcuni gradini e giungiamo su un falso piano, che in circa 15 minuti ci conduce
al Lago Nero che si materializza davanti ai nostri occhi circondato dalle pinete.
Il Lago Nero è uno specchio d’acqua pulito e trasparente, e il suo nome ha origine per i grandi massi neri che si
trovano al suo interno e che riscaldandosi al sole, permettono di fare il bagno nelle giornate più calde.
L’acqua è comunque molto fredda…..
Conosciuto anche come il “lago dei tritoni”, è possibile intravvedere girini, rane e i tritoni alpini, che popolano l’ambiente.
L’ampiezza del bacino varia a seconda delle stagioni e dell’approvvigionamento dell’acqua che arriva dalle
vallate circostanti.
Nel nostro caso, essendo stato un inverno ricco di precipitazioni nevose, il bacino era tutto riempito d’acqua, ma in
alcuni anni con scarse precipitazioni e verso la fine della stagione estiva, si è ridotto anche di 3/4 rispetto alle foto che
vedete attualmente e che ho pubblicato nella pagina.
Questo a testimonianza, anche se non credo sia necessario spiegarlo, dell’importanza e del valore dell’acqua e delle
nevicate durante la stagione invernale.
Ci siamo fermati una decina di minuti al lago per ammirare il posto e le cime circostanti che, assieme ai larici si rispecchiano
nel colore alle volte verde e alle volte blu scuro del lago.
Successivamente abbiamo ripreso il cammino su un sentiero che in pochi minuti, ci ha condotto fuori dal bosco
dei larici aprendo uno scenario inedito e per noi inaspettato.
In un niente più nessun albero, e davanti ai nostri occhi una piana vastissima, attraversata da ruscelli di acqua limpida,
con prati verdi e circondata da imponenti vette ancora parzialmente imbiancate dai residui delle slavine invernali.
Montagne in parte nascoste dalle nuvole basse e per questo ancora più affascinanti.
Ben visibile sulla cima il Bivacco Combi e Lanza che dall’alto scruta tutto il fondovalle.
Oggi non siamo saliti al bivacco a causa del meteo che con le nuvole basse, non avrebbe garantito uno standard
di sicurezza adeguato.
Ecco il “secondo piano” che ho citato all’inizio di questa relazione: la Piana dell’Alpe Buscagna.
Sembra quasi che la Piana del Devero si sia replicata fin quassù.
Camminiamo e percorriamo queste immense torbiere, attraversate dal Rio di Buscagna, tutte ricoperte da prati verdissimi,
sembra di essere in un paese nordico, quasi surreale, di una bellezza infinita anche senza i colori caldi del sole, che
oggi non ci ha illuminato neppure per un misero minuto.
Proseguendo, vediamo all’orizzonte (ma ancora lontana), una pietraia che all’interno di un vallone porta in
direzione dell’Alpe Veglia che però da qui dista quasi 5 ore (4h e 40 minuti per l’esattezza).
Un giro sicuramente di grande valore di trekking, e di panorami unici e molto diversi tra loro, ma che richiede nella
sua totalità (Devero – Veglia) oltre 6 ore di intenso cammino.
Attraversiamo dei nevai con accanto i bucaneve appena sbocciati, attraversiamo un torrente e ci inerpichiamo
lungo una pietraia formata da grossi massi, sotto i quali scorre un torrentello, che risaliamo per circa 45 minuti,
fino a portarci sotto una cascata.
Da qui ammiriamo dall’alto il panorama sull’Alpe Buscagna e con questa vista, approfittiamo per fare uno
spuntino restando in silenzio davanti a tanta bellezza e guardando il Lago Nero, oramai diventato molto piccolo per
la distanza percorsa, ma anche tutte le vette circostanti.
Indossiamo i pile, non fa freddo, ma non fa caldo e ogni tanto il vento ci ricorda che l’ambiente è quello di montagna.
Lentamente scendiamo lungo la pietraia facendo attenzione ai massi poco stabili e riguadagnamo in circa 3/4 d’ora
il manto erboso dell’Alpe Buscagna che percorriamo innamorati del luogo.
Ma che bellezza di posto?
Ma che incanto !!!
Proseguiamo in direzione di Buscagna che raggiungiamo sul sentiero accanto a questa immensa torbiera
soffice e colorata.
Un cartello invita gli escursionisti a restare sul sentiero per non calpestare i prati adibiti anche a pascoli.
Alla nostra sinistra lungo il percorso di discesa verso Buscagna, le vette del Pizzo Cornera 3.083 m., di Punta
Devero 3.011 m., del Pizzo Bandiera 2.817 m., dello Scherbadung 3.210 m….. un susseguirsi infinito di montagne,
creste, canaloni, pietraie, cascate e ancora molti nevai sui quali vediamo correre le marmotte.
Resterei seduto qui per ore a guardare i confini tra il granito delle pareti e il cielo, percorrendo con lo sguardo tutta la
linea di vetta che da lassù riserva sicuramente un panorama da favola e difficilmente descrivibile, perché alle volte le
parole non bastano.
La tratta Alpe Buscagna – Buscagna è semplice e panoramica, e il Rio di Buscagna in certi punti si allarga formando
dei laghetti di acqua limpidissima dove si vede molto bene il fondale sabbioso.
Qualche “ometto” e i tanti segni rossi e bianchi confermano che il percorso è quello corretto, e scendiamo lentamente
verso l’Alpe Devero da un sentiero differente da quello preso questa mattina.
All’inizio il percorso di discesa è graduale, poi la pendenza aumenta in modo considerevole, ma senza
alcuna problematica.
Dopo una decina di minuti di cammino si apre davanti ai nostri occhi la Piana del Devero che vediamo in basso, piccolina
e in tutto il suo splendore, con la poderale che l’aggira permettendo di percorrerla ad anello e i vari gruppetti di
baite presenti.
Si vede bene il Monte Cazzola e purtroppo anche la pista da sci che risale in parte quest’ultimo.
Pur comprendendo l’importanza di questo impianto di risalita, che sicuramente nel periodo invernale permette di avere
un maggior afflusso di turismo e di introito economico, va comunque detto che la montagna è stata ferita.
Infatti il fitto bosco è interrotto da questa enorme striscia dove passa l’impianto e la pista da sci, e oltre a non esserci più
nessun albero, non c’è neppure più il prato, ma solo terra probabilmente arata dal frequente passaggio dei
gatti delle nevi.
Da amante della montagna e anche dello sci, preferirei preservare e lasciare intatte zone che sono straordinariamente
belle.
La montagna a mio parere va conquistata….
Il sentiero che scende verso l’Alpe Devero, in circa 40 minuti permette di arrivare da Buscagna alla Piana dove
sbuchiamo all’interno di un minuscolo borgo in località Pedemonte, accanto a baite in pietra molto curate, con il
prato appena tagliato che forma un manto verde sul quale mi distenderei a rilassarmi.
Sono quasi le 18 del pomeriggio, non abbiamo voglia di rientrare e decidiamo di fare il giro della Piana del Devero.
Mentre passeggiamo lentamente a conclusione di una giornata molto remunerativa dal punto di vista paesaggistico,
vediamo delle mucche al pascolo.
Ci fermiamo ad osservarle: è ora della mungitura.
Ci sediamo per terra come dei bambini a guardare il lavoro dei pastori e delle mungitrici e il latte che riempie i
contenitori trasparenti.
Timidamente attraverso il recinto, aggiro qualche mucca che mi osserva incuriosita e con la borraccia tra le mani,
chiedo se è possibile riempirla con il latte appena munto.
Certamente si !!
In un attimo mi versano quasi un litro di latte tiepido del calore della mammella della mucca.
Lo beviamo tutto in pochi minuti.
Buonissimo, straordinariamente gustoso, temperatura perfetta, in parte ancora con la schiuma.
Spettacolo !!!
Questa è per me la vita.
La mia montagna, i miei percorsi, i miei sentieri.
E’ ora di rientrare a casa, ma già stiamo pensando a domenica prossima.
Per consolarci iniziamo a organizzare nella nostra testa, il prossimo giro da fare.
Oggi abbiamo vissuto momenti semplici e unici: la purezza e la limpidezza dell’acqua del Rio di Buscagna, le marmotte
sulla neve, la torbiera verdissima e infine il latte appena munto e tiepido.
Questo è vivere: non voglio nient’altro che le mie montagne.
Tutto il resto è relativo.
A presto e alla prossima avventura.
Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: piacevole “giro ad anello” che ci porta attraverso una pineta di larici, prima a un lago e successivamente
alla Piana dell’Alpe Buscagna a ridosso di vette importanti e sul percorso che permette di fare la traversata
Devero – Veglia.
Percorso ben segnalato, e appagante per l’ambiente naturale che si attraversa.