Le ciaspole
Camminare liberamente in un bosco imbiancato o per un pendio ascoltando il silenzio, osservando le impronte sulla neve
di piccoli animali e magari godersi l’alba o il tramonto con i loro colori straordinari è un momento impagabile.
Quando la neve cade e ricopre ogni cosa, tutto si ferma e la natura assume un altro aspetto.
D’inverno sembra di essere in un altro mondo, dove spesso si percorrono sentieri diversi rispetto all’estate.
Per progredire sul manto nevoso però serve il giusto strumento, le racchette da neve.
Senza, saremmo costretti a camminare affondando nella neve e bagnando scarpe, calze e pantaloni, senza contare che a fine giornata non sentiremo più i nostri arti inferiori!
Negli ultimi anni è esploso un vero e proprio boom inerente l’escursionismo invernale dovuto alla vendita e all’utilizzo sempre maggiore di queste racchette, oggi più comunemente chiamate ciaspole.
In fondo una volta dotati dell’abbigliamento giusto, di un paio di bastoncini e appunto di un paio di ciaspole non serve veramente altro per muovere qualche passo sulla neve.
Si tratta infatti di usare i propri piedi come d’estate “galleggiando” sul soffice manto. Per questo chiunque amante della montagna anche d’inverno può intraprendere questo tipo di attività. Iniziamo col dire che le ciaspole sono proposte in versione uomo/donna e questo non per una questione estetica ma per la differenza di larghezza dell’anca e della dinamica del passo.
Rispetto ad altri metodi per salire e vivere la montagna in inverno o anche ad altri sport (come lo sci classico), questo è anche quello più economico.
Un paio di racchette oggi non costano mai più di 300 euro e la loro durata è garantita a lungo.
Tuttavia anche qui ci sono dei parametri fondamentali da tenere in considerazione prima dell’acquisto.
Non serve spendere il massimo ma nemmeno stare su un modello super economico poco robusto e sprovvisto di accessori utili.
Procedere con le gambe leggermente divaricate e appoggiarsi sempre sui bastoncini
Nelle salite, conficcare la punta nel pendio e postare il busto in avanti, aiutarsi con il bastoncini
In discesa, spostare il peso sul tallone, in posizione lievemente all’indietro e aiutarsi
con i bastoncini
Quali sono questi accessori?
– Il galleggiamento: le ciaspole servono a quello infatti, a camminare senza sprofondare dove il manto è soffice e alto.
Certo, molto spesso si cammina su percorsi magari battuti dal gatto delle nevi ma non sempre è così e può capitare di fare percorsi in neve fresca.
Il galleggiamento dipende dal peso della persona (più il peso dello zaino che dovrà portare) e dalla dimensione della ciaspola.
Più una persona è pesante o alta e maggiore deve essere la dimensione della racchetta.
Nelle caratteristiche tecniche delle racchette vengono riportate la dimensione e il peso massimo trasportabile.
Per fare un esempio una ciaspola di 60-65 cm porta anche oltre i 100 kg.
– Ramponi: fondamentale la loro presenza in tratti gelati o per la discesa.
I ramponi possono trovarsi sulla punta nella misura generalmente di 3 per evitare scivolate all’indietro in tratti in salita, laterali per assicurare un’ottima presa anch’essa su pendii inclinati e inferiori per stabilizzare la camminata.
– Alzatacco: per mantenere il piede il più possibile orizzontale e quindi affaticare meno i muscoli della gamba.
Alcuni modelli hanno anche altre due misure relative allo stesso in caso di tratti pianeggianti o in discesa (per la quale il piede dovrebbe poggiare solo sui ramponi ed essere “libero”).
– Attacco: le ciaspole devono saldarsi in modo ottimale allo scarpone e questo avviene con fibbie, cinturini o sistemi di scatto.
In genere i sistemi di chiusura a cricchetto offrono una maggiore sicurezza.
Teniamo presente che le racchette si differenziano in destra e sinistra e per distinguerle la chiusura dei lacci va sempre rivolta verso l’esterno.
Come ultimo consiglio suggerisco di provare le racchette in negozio.
In particolare testare gli allacci, le chiusure e la comodità generale.
Utilissimo fare il test di toglierle e metterle indossando i guanti da neve, perché poi dovremo farlo all’aperto su tutt’altro tipo di terreno.
Relazione di: Daniele Repossi