Monte Grona 1.736 m. e Cima dei Nipoti 1.736 m.
– “via normale” –
(Italia – Sponda Occidentale del Lago di Como)
dalla cima del Monte Grona si ammirano 3 laghi e una serie infinita di montagne, sia lato Italia che lato Svizzera,
spaziando dalla Valtellina fino al Monviso individuabile nelle giornate più terse…
E’ uno dei punti più panoramici di queste zone, accessibile da 4 vie di salita differenti
Località di partenza: area picnic Piazzuscel 1.100 m.
1° punto intermedio: Alpe Rescascia 1.413 m.
2° punto intermedio: Sant’Amate 1.623 m.
3° punto intermedio: La Forcoletta 1.611 m.
Località di arrivo: Monte Grona e Cima dei Nipoti 1.736 m.
Tempo richiesto: 2h 10 minuti dall’area picnic Piazzuscel al Monte Grona
Il percorso di rientro, lo si completa in 1h 50 minuti e avviene sulla medesima traccia affrontata in salita
Dislivello: circa 636 m.
Segnavia: inesistente
Livello di difficoltà: E / EE
“E” dall’area Piazzuscel fino alla località La Forcoletta
“EE” dalla località La Forcoletta, fino alla vetta del Monte Grona
[scala dei livelli]
Periodo: da metà aprile a fine ottobre
la “via normale” di salita al Monte Grona, essendo esposta a nord è da evitare nel periodo invernale per la
possibile presenza di neve e ghiaccio e per la sua esposizione
La salita può essere effettuata nel periodo invernale da altre vie, previa attenta verifica dell’assenza
di neve e ghiaccio
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Il Monte Grona e la Cima dei Nipoti sono due tra i punti più panoramici del Triangolo Lariano, e permettono di avere
una visuale a 360° da incanto.
Il percorso di salita più rapido, avviene partendo dalla frazione di Breglia.
Ma essendo questa una zona super panoramica, con una vista sul Lago di Como da favola, noi abbiamo optato
per un percorso più lungo, che prevede un punto di partenza differente da quello generalmente suggerito.
Questa scelta ci ha regalato degli scorci e dei paesaggi che apprezzerete ampiamente dall’inizio alla fine del trekking.
Tuttavia bisogna mettere in conto una tempistica di circa 45 minuti in più sulla tabella di marcia, seguendo fedelmente
un’ampia strada poderale che vi farà salire in quota.
Ma questo “sacrificio” (se così vogliamo definirlo), sarà molto appagante e, vi regalerà delle “cartoline di paesaggi”
talmente belli, che resteranno a lungo nel vostro cuore e sarebbe un peccato non approfittare.
Vi spieghiamo tutto in dettaglio e vi faremo vivere una nuova grande emozione.
Benvenuti o bentornati sulle pagine del nostro sito.
In una calda giornata di inizio luglio, decidiamo di salire al Monte Grona e alla Cima dei Nipoti.
Come anticipato, anziché raggiungere la frazione di Breglia, abbiamo valutato di intraprendere un percorso
di salita differente.
Nel nostro caso, l’avvicinamento in auto prevede di arrivare al paese di Rezzonico sulla sponda occidentale
del Lago di Como.
Da Rezzonico, con la macchina, si incomincia a salire lungo una strada asfaltata che ci porterà fino al paese
di San Siro (CO), precisamente all’Area picnic Piazzuscel (c.a. 1.100 m.) dove troverete un piccolo parcheggio,
con accanto un laghetto artificiale.
Il consiglio è di arrivare all’area picnic sul presto la mattina, perché i posti auto a disposizione non sono molti.
Nel caso il parcheggio fosse al completo, è necessario fermarsi a Montuglio 980 m. (dove troviamo un’altra area
di parcheggio), ma bisogna aggiungere circa 30 minuti alla tempistica che vi ho sopra riportato.
L’Area picnic Piazzuscel rappresenta il punto di partenza per l’escursione al Monte Grona e alla Cima dei Nipoti.
Per raggiungere più agevolmente l’area picnic, potete impostare sul navigatore di Google Maps questo indirizzo:
“Parcheggio, Via ai Monti, 22010 San Siro CO”
La salita in auto avviene su una strada secondaria, asfaltata, piuttosto stretta, con molti tornanti e anche diverse buche
alle volte parecchio profonde: prestare attenzione.
Sconsigliato in caso di neve o ghiaccio, quando ci si inerpica con la macchina, lungo il percorso denominato
Via ai Monti, vedrete dei piccoli cartelli che indicano la direzione per il Rifugio La Canua: è corretto, siete
sulla strada giusta!
Da Rezzonico, arriverete dopo 15 – 20 minuti a una prima area parcheggio chiamata Montuglio 980 m. che bisogna
superare per giungere alla successiva Piazzuscel dove lasceremo l’auto.
Troverete un cartello in legno con diverse destinazioni, tra le quali il Monte Grona.
Le tempistiche di salita indicate sul cartello, a nostro avviso sono ottimistiche, e vanno aggiunti circa 20 minuti in più.
Dal parcheggio, si prende a salire dolcemente lungo l’ampia strada poderale che inizialmente attraversa una fitta
vegetazione formata in prevalenza da faggi e betulle e, che, fin da subito, lascia intravvedere i primi scorci
del Lago di Como.
Questo tratto di poderale che dall’area di parcheggio porta fino all’Alpe Rescascia è rilassante, non faticoso,
e avviene tra ruscelli e fiori, incontrando poco dopo, i primi prati adibiti al pascolo per le mucche.
Seguendo fedelmente le dolci curve della strada, si giunge in circa 20 minuti di salita, nei pressi di un’ampia vasca
che serve da abbeveratoio per il bestiame.
Accanto alla vasca, alcune panche in legno con due tavoli, permettono una eventuale sosta per una veloce colazione.
Da qui possiamo seguire la poderale, oppure tagliare per dei sentieri che corrono in mezzo ai prati, fino a raggiungere
dopo pochi minuti l’Alpe Rescascia, rappresentata da un allevamento di mucche, dov’è possibile acquistare il latte e
il formaggio di loro produzione.
Noi siamo andati a trovare i pastori, siamo entrati all’interno della loro cantina, dove su tavole di legno vengono
fatti stagionare diversi tipi di formaggio derivati dal latte di mucca.
Senza voler fare pubblicità a nessuno, vi consigliamo una sosta e l’acquisto dei loro prodotti, che sono davvero buoni,
realmente a km 0 e naturali al 100%
Dall’Alpe Rescascia, la vista verso la sponda orientale del Lago di Como e verso la biforcazione di Bellagio
è meravigliosa.
Seguiamo fedelmente la poderale che sale costantemente, con una esposizione che permette di essere in pieno sole,
(piacevole nelle mezze stagioni, alle volte un pò caldo in estate), ma senza essere mai troppo faticosa.
Attraversiamo dei ruscelli, troviamo dei pascoli con le mucche e, uno sguardo all’indietro ci permette di vedere
tutta la strada percorsa, con l’Alpe Rescascia oramai piccolina, laggiù, in basso.
Alla nostra sinistra invece la bellezza unica, clamorosa del Lago di Como, con le sue acque che lambiscono e
si addentrano per decine di chilometri tra le montagne di queste zone, rendendole uniche al mondo.
Arrivati al termine della salita della poderale è necessario prestare attenzione, perché qui, a nostro avviso manca
un cartello con le indicazioni.
Infatti se dopo la salita, si prosegue in leggera discesa lungo la stessa poderale, si arriva all’Alpe Nesdale e non
al Monte Grona.
Quindi, arrivati al temine della salita della poderale, girate a sinistra camminando lungo un prato in lieve pendenza,
(dovreste trovare qualche sasso con dei bollini rossi e bianchi), per poi intravvedere dopo una decina di minuti
il tetto di una casetta.
Questa casetta, è in realtà la chiesetta del pianoro di Sant’Amate 1.623 m. un piccolo oratorio montano
che collega il Monte Grona e la cresta del Bregagnino.
Superata la chiesetta, troviamo le indicazioni con diverse possibilità di mete, tra le quali c’è la salita al Monte Grona,
da qui segnalata con una tempistica di circa 40 minuti.
Dal pianoro di Sant’Amate si segue l’evidente sentiero che transita lungo tutta la dorsale in un piacevole cammino
in quella che rappresenta un’ampia cresta.
Tratta ben segnalata da frequenti bollini bianchi e rossi disegnati sopra le pietre e che ci porterà in 15 minuti fino
in località La Forcoletta 1.611 m.
Inizia qui il percorso di salita al Monte Grona per la “via normale”.
Il sentiero si inerpica in modo deciso e in alcuni punti richiede l’uso delle mani per aiutarsi nella progressione
che in certi tratti avviene tra le rocce, per poi alternarsi al sentiero classico e ritornare ancora tra le rocce.
Nulla di complicato, prestare tuttavia attenzione ad alcuni tratti dove c’è un pò di esposizione che richiede passaggi
da affrontare con cautela.
La “via normale”, essendo esposta a nord, è sconsigliata nel periodo invernale per la possibile presenza
di ghiaccio e neve.
L’ultimo tratto finale che porta alla croce, anche se breve, è da risalire aiutandosi con il cavo di acciaio fisso posato
tra le rocce, che consente di salire più agevolmente.
In questo caso prestate attenzione, perché le pietre al suolo sono consumate e non garantiscono un buon grip.
Superata in pochi minuti la parte finale, abbiamo davanti a noi la croce di vetta del Monte Grona: siamo arrivati in cima,
dove si ammira uno dei panorami più belli di questa zona.
Forse il termine “panorama” è riduttivo, perché la vista da quassù, comprende il Lago di Como, il Lago Piano e
il Lago di Lugano, incastonati alla base di montagne straordinarie che si accavallano una dopo l’altra su un giro di 360°
Alle nostre spalle, a nord il Monte Bregagno 2.107 m., a est il Monte Legnone 2.609 m., mentre a sud le Grigne,
il Monte San Primo, il Monte Crocione e il Monte Galbiga.
Ma nei giorni più tersi si riesce ad individuare anche il Monviso.
Basta sedersi per godere di quella che è una vista veramente unica, in uno dei posti considerati tra i più belli
del nostro paese.
La particolarità di queste montagne, è data dalla loro conformazione.
Monti che scendono a “zampa di elefante”, con pendii ripidi che affondano direttamente dentro le acque del lago,
lambiti da decine di borghi sparsi lungo le rive, sia lato Italia che lato Svizzera.
Ben evidente davanti a noi la penisola di Bellagio.
Accanto alla croce di vetta troviamo la targa che ricorda l’anno di fondazione del CAI di Menaggio: luglio 1972
Dal Monte Grona, siamo scesi per il breve tratto attrezzato con il cavo d’acciaio e in pochi minuti ci siamo portati
tramite il sentiero sulla Cima dei Nipoti 1.736 m.
La Cima dei Nipoti è un terrazzino erboso, anch’esso molto panoramico, meno frequentato, dov’è possibile
rilassarsi e in silenzio ammirare queste bellezze naturali, che all’alba o al tramonto infuocato, aggiungono un tocco
di magia a una meraviglia della natura.
In totale, i percorsi di salita al Monte Grona, sono 4: la “via normale”, la “via direttissima”, il “sentiero panoramico” e
la “via ferrata del centenario”
La “via normale” è quella che abbiamo percorso noi oggi.
La “via direttissima” in virtù della sua esposizione, è quella più utilizzata nei periodi invernali, per la rara presenza
di neve o ghiaccio.
Il punto di partenza avviene dal Rifugio Menaggio, seguendo il cartello che indica la “via ferrata” e successivamente
seguendo le indicazioni per la “via direttissima”, che risale un ripido canalone esposto a sud.
Questo passaggio ha una maggiore inclinazione ed esposizione rispetto alla “via normale”.
Alcuni tratti con catene aiutano nella progressione, fino ad arrivare all’ultimo tratto con cavo metallico che porta
sulla cima del Monte Grona.
Il “sentiero panoramico” è il percorso più esterno e più spettacolare, dove si cammina sul ciglio della montagna,
risalendo ripidi canaloni.
Ci sono diversi tratti attrezzati con catene, è richiesto l’uso delle mani.
Alcuni tratti con esposizione, sono superabili con attenzione.
Discorso diverso per la “via ferrata del centenario”, una tratta riservata ad alpinisti esperti, con attrezzatura
da ferrata e dove si segue in parte il “sentiero panoramico”.
Tutte e quattro le vie portano sulla cima del Monte Grona.
Il percorso di rientro è lo stesso affrontato all’andata.
Nel nostro caso, avendo optato per un punto di partenza differente da quello solitamente consigliato – quindi più lungo,
ma anche più panoramico -, abbiamo proseguito sul sentiero in direzione della chiesetta di Sant’Amate.
Successivamente abbiamo ripreso la strada poderale che ci ha condotto all’Alpe Rescascia e poi al parcheggio
dell’area picnic Piazzuscel.
Si chiude così una giornata vissuta in un ambiente grandioso, dove ovunque si guarda è uno spettacolo,
dall’inizio alla fine.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj
Note: la salita al Monte Grona e alla Cima dei Nipoti può avvenire attraverso 4 vie.
Noi abbiamo optato per la “via normale”.
Nel nostro caso, il punto di partenza, non è stata dalla “località Monti di Breglia”, (come generalmente consigliato),
ma dall’area picnic Piazzuscel, che allunga il percorso.
Ma il lungo tratto su strada poderale, possiamo paragonarlo a una balconata sul Lago di Como, che sarebbe
un vero peccato tralasciare.
La salita da “La Forcoletta” al Monte Grona, per la “via normale”, non è particolarmente impegnativa, la si affronta
in circa 30 minuti, ma richiede attenzione.
In alcuni tratti c’è un pò di esposizione e ci sia aiuta nella progressione con l’uso delle mani e con un cavo
di acciaio nell’ultimo tratto finale.
Sconsigliata in inverno, in quanto essendo esposta a nord, non è esclusa la presenza di ghiaccio e neve che
potrebbero renderla insidiosa.
Raggiunta la cima del Monte Grona, avrete davanti ai vostri occhi una delle visuali più belle in assoluto
di queste grandiose zone.