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Passo San Giacomo 2.313 m. – itinerario da Riale –
(Italia – Alta Val Formazza / Svizzera)
escursione di trekking molto appagante che si svolge con paesaggi fiabeschi immersi tra la Val d’Ossola, il Lago del Toggia,
il Lago di Morasco, il Lago Kastel e arrivati a destinazione alla croce di vetta, con il panorama di tutte le Alpi svizzere

passo san giacomo

Siamo tornati in quell’incanto, in quella magica poesia della Val d’Ossola, precisamente nell’Alta Val Formazza,
il lembo di terra posto più a nord dell’intera Ossola.

Inizia qui a Riale il grandioso giro di oggi che ci porterà fin sul confine di Stato tra Italia e Svizzera, passando per
il Rifugio Maria Luisa, andando successivamente a lambire tutto il Lago del Toggia, per poi giungere dopo un lungo
traverso su pendio, fino al Passo San Giacomo.
Il panorama, la vista sulle Alpi lato Italia, e la vista sulle Alpi lato Svizzero è qualcosa di unico, e con le foto di queste
pagine, spero di essere riuscito almeno in parte a documentate la bellezza del posto.


Località di partenza:
 Riale 1.730 m. (Alta Val Formazza)
Punto di arrivo: Passo San Giacomo 2.313 m. e croce di vetta di San Giacomo 2.336 m.
Quota di partenza: 1.730 m.
Quota di arrivo: 2.313 / 2.336 m.
Dislivello: 606 m. 
Posizione: Alta Val Formazza
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 2h 30 minuti in andata
si parte dalla frazione di Riale e si raggiunge il Rifugio Maria Luisa
successivamente si prosegue verso il Lago del Toggia e si tiene la sinistra seguendo la poderale fino al
Passo San Giacomo
Circa 2h 10 minuti per il percorso di discesa
Periodo: da metà maggio (previa verifica delle condizioni di innevamento), a metà ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking 
Segnavia: G20
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Buongiorno, benvenuti o bentornati sulle pagine del nostro sito.
E’ una fredda mattina di quasi fine settembre, meteo da favola, cielo azzurro, ma a Riale alle ore 8 siamo a 0°C e la neve
caduta il giorno prima, ha leggermente imbiancato le cime delle montagne che ci circondano.

Ma siamo arrivati attrezzati e ben vestiti, quindi lo spettacolo può incominciare.
Oggi saliremo per raggiungere il Passo San Giacomo, posto sul confine di Stato, un percorso della durata di circa
2h 1/2 molto panoramico e non particolarmente faticoso che volendo può anche essere affrontato in MTB lungo
tutta la tratta.

Il punto di partenza è Riale, l’ultimo paese della Val Formazza raggiungibile in auto.
Per arrivare fin qui bisogna prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi proseguire dopo il
casello sulla SS33 del Sempione fino a Crodo (km 128), dove lasciamo la strada statale per prendere la SS659.

Proseguiamo sulla SS659 fino ad arrivare a un bivio (al km 8,5), dove gireremo a destra seguendo le indicazioni per
la Val Formazza.

Arrivati al paese di Baceno giriamo a destra (sempre restando su SS659), come segnalato da un cartello che indica
la Val Formazza a circa 20 km.

Attraversiamo quindi il comune di Premia e poi quello di Formazza che prevedono il passaggio in varie frazioni intermedie.
Proseguiamo fino alle Cascate del Toce che troviamo al km 40 per poi giungere al km 41,7 alla frazione di Riale e
quindi al parcheggio.

Scesi dalla macchina, un leggero venticello gelido ci ha subito rinfrescato le idee, e il cappuccio con il pile è obbligatorio
per poter avere un discreto comfort termico.

Dal parcheggio, bisogna incamminarsi verso il paese di Riale, dal quale svetta su un cucuzzolo la chiesetta gialla del
borgo, ma non bisogna entrare nel paese, si attraversa un ponticello e si prosegue dritti dove troviamo fin da subito
i cartelli con varie indicazioni, tra le quali il passo San Giacomo identificato con il segnavia n° G20.

Qui ha inizio la salita che può essere affrontata deviando leggermente sulla destra e risalendo per intero la poderale
(percorso consigliato per la MTB), oppure deviando leggermente a sinistra e prendendo il sentiero che si inerpica
fin da subito.

Noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione.
La traccia è ben evidente, il sentiero è ben marcato, ed è qui anche andremo a colmare in circa 50 minuti quasi 450 m.
di dislivello.

Si sale, ma la fatica viene mitigata dalla vista di quello che ci circonda.
Uno sguardo all’indietro, e il parcheggio da poco lasciato ha preso la dimensione di una formica, uno sguardo in avanti
e alla nostra sinistra, ecco comparire la diga del Lago di Morasco.

Più volte il sentiero va ad intersecare la strada poderale.
Mentre saliamo vediamo che il sole incomincia a lambire la parte alta del nostro percorso e a breve saremo riscaldati.

Mentre passiamo accanto ad alcune pareti di roccia, ci fermiamo e restiamo stupiti nel vedere alcune stalattiti di
ghiaccio che si sono formate nel corso della notte: segno intangibile che le temperature sono cambiate e l’estate sta
diventando un ricordo.

Ma ecco che il sole riesce a superare il pendio e come un potente riflettore, accende la vista sul Lago di Morasco e su tutte
le vette appena dietro che circondano il lago stesso.

Un colpo d’occhio magico di una bellezza unica, tra l’azzurro del cielo, il bianco candido della spruzzata di neve che ha
imbiancato le vette e il marrone dei prati che stanno incominciano a prendere il colore classico del periodo autunnale.

Lungo i pendii del versante opposto al nostro, vediamo vari sentieri che salgono in più direzioni e che andrebbero tutti
percorsi per poter avere un altro punto di vista di questi paesaggi fiabeschi.

Alterniamo passaggi sul sentiero, a passaggi sulla strada poderale, dove nei tornanti troviamo dei muri in pietra con
degli archi, che rendono particolarmente caratteristico questo cammino.

Pur avendo percorso questa tratta almeno altre tre volte di quest’anno, quando siamo saliti al Lago Kastel, ai laghi Boden e successivamente al Lago Nero, resto sempre affascinato dall’ambiente grandioso che mi circonda, apprezzando con
il cambio delle stagioni, il cambio dei colori che avviene inesorabilmente e offre quel tocco di magia unico.

Con questi panorami, con l’affanno di voler scattare foto per riuscire ad “immortalare il momento”, superiamo agevolmente
questi oltre 400 m. di dislivello, arrivando su un’ampia poderale quasi pianeggiante che ci porta nei pressi di un bivio.

E’ un bivio che conosciamo bene.
Girando a destra si va in direzione del Lago Kastel, dei Laghi del Boden e del Lago Nero.
Ma noi oggi proseguiamo dritti, seguendo le indicazioni e andando in prima battuta verso il Rifugio Maria Luisa (2.160 m.)
che raggiungiamo in circa 15 minuti dal bivio.

Parliamo di una struttura con 70 posti letto, costruita nel lontano anno del 1936 qui nell’Alta Val Formazza, precisamente
in Val Toggia, ed è di proprietà del Cai di Busto Arsizio.

Il rifugio è aperto in diversi periodi dell’anno, sia in inverno che in estate. 
Entriamo per visitarlo, siamo accolti con un sorriso e con l’ospitalità tipica dei posti di alta montagna, dove l’essenziale
rappresenta il valore puro delle cose.

rifugio maria luisa alta val formazza

Dal Rifugio Maria Luisa proseguiamo in direzione del Lago del Toggia, un bacino artificiale, dove il muraglione della diga
è da qui ben visibile e lo raggiungiamo in una decina di minuti.

La Diga del Toggia (2.191 m.) costruita tra l’anno 1929 e l’anno 1932 in una conca pianeggiante sopra il passaggio del
Torrente Roni, è alta 44 metri e larga 199 metri con una capacità massima di 15.500.000 metri cubi.

Nei pressi del muraglione della diga troviamo due panchine “hitech” con porte USB per ricaricare gli smartphone e
prese di corrente per ricaricare le batterie delle e-bike.

Il lago che compare davanti ai nostri occhi, ha un colore blu / verde scuro che contrasta magicamente con il giallo
secco dei fili d’erba dai quali è circondato.

Proseguiamo dritti, ci teniamo sul lato sinistro del lago e inizia qui alla diga del Lago del Toggia, la seconda parte del
nostro trekking.

Un lungo traverso, mai faticoso che ci accompagnerà in circa un’ora fino al Passo San Giacomo.
Questa ampia poderale oltre ad essere molto rilassante e piacevole, noi abbiamo avuto la fortuna di percorrerla quasi
del tutto in solitaria, potendo così apprezzare a pieno la tranquillità e il silenzio di questi luoghi, interrotto solo dal
fischio di qualche marmotta che abbiamo visto correre lungo i prati erbosi.

Lungo il tragitto troverete sulla sinistra il sentiero di salita verso Punta Elgio 2.837 m. segnavia G26.
Uno sguardo all’indietro ci regala il blu scuro del colore dell’acqua, parzialmente argentato dal sole che si rispecchia
dentro, e “appena dietro” tutta una serie di creste e di punte, tra le quali svetta il Corno Castello 3.128 m.

Davanti a noi invece un panorama diverso, formato da grandi colline erbose, parzialmente accavallate una sopra l’altra,
dove nella parte più bassa ci aspetta la nostra meta.

Superiamo un ponticello in pietra e nei punti tra l’ombra della vegetazione, troviamo qualche residuo della neve caduta
nella notte precedente, con la speranza che sia di buon auspicio per un inverno particolarmente ricco di precipitazioni.

Il panorama e la tranquillità del posto, sono da favola.
I piloni dell’alta tensione, sono l’unico aspetto che deturpa un pò il paesaggio, ma d’altronde la Valle d’Ossola tra i tanti
aspetti positivi, ha anche quello di essere una fonte di “energia pulita”.

Passeggiando e chiacchierando, superiamo le ampie curve e in circa un’oretta dopo essere partiti dal Rifugio Maria Luisa
arriviamo al Passo San Giacomo 2.313 m. dove veniamo accolti da un laghetto senza nome, nel quale si specchiano le
montagne circostanti.

Siamo sul confine di Stato dove un serie di paletti in legno delimitano il territorio italiano da quello svizzero.

passo san giacomo alta val formazza

Un palo con diverse indicazioni, porta la nostra attenzione verso diverse mete possibili, tra le quali segnalo la
possibilità di compiere un anello, passando per i Laghi del Boden, da questo punto raggiungibili in circa 3/4 d’ora per
poi scendere verso il Lago Kastel e successivamente a Riale.

Noi invece decidiamo e vi consigliamo di proseguire in territorio elvetico ancora per 1/4 d’ora costeggiando questo
laghetto senza nome e raggiungere San Giacomo dove troverete una croce di vetta.

Da questo punto avrete una vista da incanto su tutta la catena delle Alpi svizzere che si disperdono all’orizzonte
regalando panorami e scenari veramente suggestivi.

Volendo è possibile proseguire lungo il sentiero che scende in territorio elvetico.
Noi ci fermiamo qui nei pressi della croce di vetta per una pausa e per rilassarci al sole su questi pianori erbosi che ci
cullano nel tepore di inizio autunno.

Un incanto, un posto molto rilassante e piacevole, dove ci si lascia coccolare dall’ambiente che ci circonda,
semplicemente guardando la bellezza di queste zone.

Dopo due orette di relax, considerando anche le giornate più corte, riprendiamo il percorso di rientro che nel nostro
caso è stato il medesimo di quello di salita.

Scendendo ammiriamo questa poderale che corre accanto al Lago del Toggia che credetemi regala una vista incantevole
e dove riusciamo anche a vedere uno spicchio del Lago Kastel.

Davanti a noi la Cima della Freghera 2.728 m., il Corno Orientale di Nefelgiu 2.864 m., il Monte Giove 3.009 m., e una
serie infinita di creste che salgono e scendono nell’azzurro del cielo.

In circa 50 minuti arriviamo nei pressi della diga e poco dopo al Rifugio Maria Luisa.
La discesa su Riale avviene con il sole in fase calante.
Siamo così deliziati con dei colori unici e con le ombre allungate e con i raggi del sole che vanno ad argentare il
Lago di Morasco e a lambire le colline erbose accanto alle ripidi pareti delle vette circostanti.

Si conclude così una giornata di trekking molto appagante, rilassante e piacevole.
Un giro in Val Formazza che anche questa volta ha saputo regalarci dei momenti, dei colori e delle sensazioni uniche.
Ma abbiamo scoperto tanti altri itinerari che ci siamo segnati e che andremo a esplorare a breve.
La Val d’Ossola ha un vero tocco di magia che si riesce a cogliere solo scoprendola, ammirandola, e vivendola.
Credetemi, ne vale veramente la pena.

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj


Note:
la salita da Riale al Passo San Giacomo e successivamente l’arrivo alla croce di vetta di San Giacomo
(quest’ultimo già in territorio svizzero), avviene in un ambiente molto aperto e molto panoramico.

Il dislivello maggiore lo si affronta quasi tutto nella parte iniziale, nella tratta compresa tra Riale e l’arrivo al
Rifugio Maria Luisa, con due possibilità di salita dal sentiero o volendo dalla poderale.

Noi abbiamo optato per il sentiero, rapido e semplice.
Successivamente l’ampia poderale che dal Rifugio Maria Luisa porta fino al passo, sale dolcemente.
Percorso ben segnalato lungo tutta la tratta.
Paesaggio e ambiente grandiosi: quasi un dipinto su tela.

lago di morasco