Ramponi
sono indispensabili e consentono di avventurarsi su ghiaccio e neve, con qualsiasi livello di pendenza o difficoltà tecnica
Da molti anni la montagna è diventata accessibile anche d’inverno grazie all’utilizzo dei ramponi che rendono più stabile e sicura la progressione su ghiaccio.
Di questi attrezzi però oggi ce ne sono di tanti tipi e modelli, e il più delle volte non è semplice scegliere quale prendere.
Meglio un rampone o un ramponcino?
Meglio un tipo automatico o universale?
E ancora, meglio avere 10 o 12 punte?
Vediamo quindi i vari tipi di ramponi esistenti e come sceglierli in base alle nostre esigenze, facendo chiarezza su modelli e materiali.
Ricordiamoci che il rampone ci mette sempre in sicurezza, preservandoci da rovinose scivolate su ghiaccio.
Vale quindi la pena, scegliere il modello migliore, senza limitarci solo alla variabile del prezzo.
Un pò di storia
I ramponi sono stati i primi attrezzi, o meglio i primi strumenti artificiali usati per affrontare le difficoltà della camminata in
ambiente montano e la loro invenzione risale all’800 (anche se all’epoca non si chiamavano così).
Nonostante da secoli, come riportano le varie citazioni di testi antichi, l’uomo si è sempre arrangiato con calzature particolari
per muoversi su alcuni tipi di terreno in inverno.
I primi alpinisti, tornando più ai giorni nostri, non usavano certo i ramponi propriamente detti per salire le vette più impervie
o per effettuare le prime spedizioni himalaiane.
Impiegavano le scarpe chiodate, inventate ben prima delle due guerre mondiali, che aiutavano nella progressione e nell’ascesa
e la loro tecnica di chiodatura era molto raffinata.
Questo tipo di calzatura da sola, non bastava però, e ad affiancarla vi era la tecnica del gradinamento su neve e ghiaccio
che le guide effettuavano con un lavoro di sacrificio e dispendio di energie.
Fu solo Oskar Eckenstein (1859 – 1921) che iniziò a progettare il primo modello di rampone, esaltandone i benefici che si sarebbero potuti ottenere sul ghiaccio.
Con questo progetto Eckenstein si recò dal fabbro di Courmayeur Henry Grivel che, poco convinto, realizzò i ramponi per
questo signore inglese.
Il successo fu immediato, e il 30 giugno 1912 fu organizzata una gara di scalata sulla seraccata del ghiacciaio della Brenva,
il “Concours de cramponneurs”.
La strada dei ramponi era spianata ma Henry, molto disordinato, non aveva potuto brevettare il suo modello in quanto i topi avevano mangiato buona parte dei disegni originali.
Prima della Seconda Guerra Mondiale veniva inventata anche la suola in gomma da parte di Vitale Bramani (da cui il nome Vibram) che agevolerà da lì in poi anche la calzata dei ramponi.
Col passare del tempo si iniziarono così a progettare modelli sempre più evoluti ma molte cose importanti rimanevano
ancora da fare.
Laurent, ad esempio, primo figlio di Henry pensò di aggiungere due punte frontali per garantire una maggiore presa sui
pendii più duri e ripidi.
Era il 1929, anno di nascita del rampone a 12 punte.
Successivamente Grivel presentò il rampone “superleggero” in acciaio speciale (solo 360 grammi di peso al paio).
Dopo la devastante interruzione bellica, si realizzarono ramponi regolabili per calzarli su diversi modelli di scarpe, ramponi
più rigidi per affrontare pareti anche su ghiaccio duro, e altri vari modelli di ramponi con allacci sempre più perfezionati.
Fin dagli albori vi sono sempre state posizioni differenti sul loro utilizzo in ambito alpinistico, e la scena era divisa tra
coloro che ne erano entusiasti e chi si definiva “purista”, soprattutto gli inglesi, che li rifiutarono totalmente.
Altri ancora sostenevano che in sé non era un’invenzione malvagia, ma sarebbe stato meglio non usarli in quanto sarebbe
venuta meno la tecnica di gradinare le montagne facendo così perdere a queste la reputazione.
Ben presto però, grazie anche allo sviluppo delle tecniche sopra citate e all’impiego in campo militare, si sarebbe capito
che dei ramponi non se ne sarebbe più potuto fare a meno, soprattutto dopo che anche un altro strumento fondamentale
era stato messo appunto, strumento che sarebbe stato legato indissolubilmente ai primi: la piccozza.
Ramponi o ramponicini?
Innanzitutto, iniziamo a distinguere in cosa si differenziano queste due categorie.
I ramponcini, a volte chiamati rampichini, sono praticamente dei denti con una catenella o poco più (foto in alto a destra),
per cui se il nostro scopo è fare una passeggiata ogni tanto su terreni perlopiù pianeggianti o leggermente pendenti,
camminare in paese su strade con fondo ghiacciato, questi attrezzi fanno al caso nostro.
Sono una via di mezzo tra le catene da neve per scarponi e i ramponi.
Non servono calzature specifiche, si indossano facilmente e sono molto leggeri.
In commercio si trovano di vari tipi, ma quelli più diffusi sono quelli a elastico, dotati di una catena con placchette nella parte aderente alla suola dove ci sono piccole punte per fare presa nel terreno.
I ramponi invece sono molto più strutturati dei ramponcini e nella parte anteriore presentano una sorta di telaio che unisce
le varie punte e che poggia sulla base dello scarpone.
Nella parte superiore invece c’è tutto il sistema di allacciatura e fissaggio alla scarpa.
I ramponi rappresentano lo strumento fondamentale per muoversi in montagna su neve dura e ghiaccio nel momento in cui
il pendio diventa più ripido o nella pratica dell’alpinismo.
Certamente legare i ramponi allo zaino significa portare con sé più peso ma, come detto, se non ci limitiamo alla passeggiata in paese (o poco più), è questo il modello sul quale dobbiamo orientarci.
Quale materiale scegliere? Acciaio o alluminio?
Anche in questo caso la scelta è semplice in quanto tra i due tipi c’è una grande differenza.
L’acciaio è infatti molto più duro dell’alluminio e questo significa che ramponi di questo materiale resistono di più e
possono essere “maltrattati” maggiormente.
Con questo materiale possiamo affrontare tratti di terreno o anche su roccia senza problemi e senza romperli.
Il contro di questo materiale è dato dal peso.
L’alluminio, più leggero, se non trattato con cura rischia di rompersi e le punte di piegarsi, non adatti a terreni misti ghiaccio / roccia.
Quante punte devono avere i ramponi?
Solitamente i ramponi hanno 10 o 12 punte e la differenza indica la specializzazione degli stessi.
Più punte significano più presa (o grip), più stabilità e la possibilità di usare il rampone stesso nelle condizioni più difficili
(come il cascatismo).
Alcuni modelli più recenti hanno anche 14 punte con una coppia che può essere rimossa; sono utilizzati dagli specialisti in situazioni particolari.
Sotto le 10 punte troviamo quelli a 6 o 4 ma sono modelli che si avvicinano maggiormente alla categoria dei ramponcini e
quindi non vanno bene per la maggior parte delle attività in montagna.
NOTA IMPORTANTE:
anche se il rampone offre da subito fiducia e stabilità a chi li indossa, bisogna tener conto di una problematica
abbastanza consueta e pericolosa.
In condizioni di neve molle o cedevole, è possibile che si formi un accumulo della stessa sulla pianta dei ramponi.
Durante la camminata su manto nevoso, ma anche ghiacciato, è di fondamentale importanza,
verificare che non si accumuli neve in eccesso tra la suola delle scarpe e i denti dei ramponi.
Un eventuale spessore di neve o ghiaccio, sotto la suola, potrebbe rendere inefficace l’aderenza dei ramponi
sulle superfici e provocare pericolosi e inattesi scivolamenti.
Importante anche camminare con le gambe non troppo vicine tra loro, per evitare di bucare e rovinare pantaloni e scarponi.
Dove per motivi logistici, è necessario camminare quasi “a piedi uniti”, prestare attenzione alla movimentazione
degli stessi.
Tipi di attacco:
i ramponi si distinguono tra loro anche per i diversi tipi di attacco, che si classificano in:
Ramponi universali: sono i ramponi che possono essere montati su qualsiasi scarpone da montagna e per questo particolarmente diffusi.
Sono formati da due gabbie in plastica o fettuccia che, in tensione, avvolgono la punta e il tallone mantenendo fermo lo scarpone.
Usati nell’alpinismo classico e da chi si avvicina per la prima volta al mondo del ghiaccio.
Ramponi semiautomatici (o semi-ramponabili): si adattano a scarponi che presentano un intaglio automatico posteriore ma non anteriore, e che sono meno rigidi rispetto a quelle utilizzati
con i ramponi automatici e quindi più sensibili al contatto con la roccia.
Presentano una gabbia in plastica o fettuccia in punta e leva automatica regolabile nel tallone.
Ramponi automatici (ramponabili): si adattano a scarponi che presentano un intaglio anteriore e posteriore per far posto alla
staffa in metallo e alla leva regolabile di aggancio.
Sono i migliori ramponi in acciaio, e spesso hanno una fettuccia di sicurezza per non perdere il rampone in caso di sgancio accidentale.
Questo tipo di ramponi può essere mono-punta e bi-punta.
I ramponi mono-punta sono indicati per un terreno difficile e per tratti delicati su ghiaccio fragile, come alcune colonnine verticali, che un modello bi-punta distruggerebbe.
I ramponi bi-punta sono indicati per una salita continua su ghiaccio o misto.
In ogni caso i ramponi devono essere fissati e regolati alla perfezione allo scarpone, e devono combaciare allo stesso senza sporgenze di sorta.
Con un buon fissaggio il rampone non oscilla, non si sposta ed evita anche il pericolo di storte.
Anche le cinghie di fissaggio non devono essere troppo lunghe e sporgere, limitando il rischio di inciampare o di restare impigliati.
Utilizzo dei ramponi
Con ghiaccio e firn: la posizione delle gambe è quella allargata a V, appoggiando tutto il piede sulla superficie.
Nel percorrere una cresta molto sottile i piedi sono posizionati a destra e a sinistra della cresta stessa.
Con la neve: i ramponi rimangono ancorati allo scarpone, tuttavia è meglio che gli stessi siano dotati di una piastra
antizoccolo che eviti accumuli di neve.
Ogni tanto è utile servirsi della piccozza per rimuovere la neve residua.
Con la roccia: ovviamente i ramponi sono inadatti, ma solo nel caso di tratti brevi (misto roccia / ghiaccio / neve) e comunque solo con ramponi in acciaio, possono essere mantenuti).
L’unica difficoltà è nel trovare il giusto passo nella camminata per affinare l’equilibrio su questa superficie dura.
I ramponi vengono utilizzati prevalentemente per l’attraversamento di ghiacciai, per salite ripide su ghiaccio e misto e
per muoversi d’inverno su terreni ghiacciati.
Tutte le tecniche di camminata e progressione da una parte minimizzano lo sforzo fisico e dall’altra massimizzano l’efficacia
del movimento.
Prevedono quindi posture e movimenti che favoriscono il maggior equilibrio possibile, garantiscono stabilità e sicurezza
e alleviano lo sforzo.
Le tecniche di progressione variano in base al pendio e al grado della salita, e affiancano l’uso dei ramponi a quello
della piccozza.
A grandi linee vi sono due tecniche di base, quella frontale e la piolet traction.
Nella tecnica frontale si procede con le gambe leggermente divaricate, (anche per non conficcarsi le punte dei ramponi
nelle gambe) su pendii fino a 40°, facendo penetrare nel ghiaccio tutte le punte inferiori del rampone e per questo
appoggiando, a piatto, l’intero piede.
La piolet traction si usa su cascate di ghiaccio e pareti verticali e consiste nell’infilare nel ghiaccio le sole punte frontali dei ramponi, trazionando nel mentre con le braccia grazie all’uso delle piccozze.
Pulizia, conservazione e trasporto.
I ramponi, non necessitano di una grande manutenzione, tuttavia è importante non usare
nessun tipo di acido, sostanza chimica o solvente per pulirli.
Nel caso venissero a contatto con acqua salata, bisogna semplicemente lavarli in acqua dolce e lasciarli asciurare prima di riporli.
Lo stoccaggio del rampone durante i periodi di inutilizzo, è da evitare in luoghi umidi.
E’ consigliato trasportare i ramponi nello zaino, riposti nella loro sacca o scatola.
Generalmente sono prodotti che a secondo del loro utilizzo, durano anni.
Tuttavia per le versioni in alluminio (essendo meno robusti rispetto alle versioni in acciaio), si consiglia di verificare l’integrità delle punte.
I ramponi non devono essere nè modificati, nè riparati in alcun modo: vanno sostituiti.
Quali ramponi possono fare al caso nostro?
Dipende dal tipo di escursione e dal tipo di programma che abbiamo in mente.
I ramponi a 10 punti, sono progettati per progressione su neve compatta, mentre quelli a 12 o più punte, sono pensati per alpinismo su ghiacciaio o tratti misti ghiaccio / roccia.
Gli scarponi hanno un ruolo fondamentale nella scelta del tipo di rampone.
Gli scarponi possono essere ramponabili automatici, semiautomatici oppure non ramponabili.
Relazione e grafica di: Daniele Repossi e Michele Giordano