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Località di partenza: parcheggio di Dondena (al termine della sterrata che sale da Champorcher)
oppure località Cort (all’inizio della sterrata)
Quota di partenza: 1.766 m.
Quota di arrivo: 2.583 m.
Dislivello: 817 m.
Posizione: il Rifugio Dondena è situato al centro della conca omonima in un’ampia zona prativa.
Il Rifugio Miserin si trova sulla sponda dell’omonimo lago in una posizione incantevole all’interno
del Parco del Mont Avic.
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 4h 30’ a/r (partendo dalla loc. Cort)
Periodo: da inizio giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: nessuna
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Assieme alla gita al rifugio Barbustel e ai laghi del Mont Avic, l’escursione nella conca di Dondena
rimane una classica della valle di Champorcher.
Complice la facilità di accesso ai rifugi, d’estate sono molti coloro che vengono a prendere il sole sui prati che
circondano il rifugio Dondena o fanno trekking nei dintorni, spingendosi sulle sponde del lago Miserin.
La conca di Dondena è facilmente raggiungibile con l’auto.
Entrati in Valle d’Aosta, saliamo nella valle di Champorcher fino a raggiungerne l’abitato, e da qui svoltiamo
a destra per Dondena fino al termine della strada sterrata.
Abbiamo ora due possibilità.
Percorrere la poderale che raggiunge il parcheggio a monte, oppure parcheggiare qui in località Cort.
Nel primo caso abbreviamo sicuramente i tempi di percorrenza dell’escursione, ma teniamo presente che
la sterrata è alquanto malmessa per un’auto che non sia un suv o 4×4.
Inoltre il parcheggio a monte è piccolo e subito pieno d’estate.
Partendo da Cort percorriamo a piedi la strada che, in leggera salita, tocca alcune baite e alpeggi e raggiunge Dondena.
Prati, verdi pascoli, ruscelli e cascate sono pronti ad accoglierci e a formare un paesaggio magnifico.
Ovunque vi sono baite ed ex case di caccia reali (lo stesso Rifugio Dondena era una di queste).
Purtroppo c’è una nota stonata in questo ambiente, ed è la presenza di numerosi pali dell’alta tensione installati
nei punti più impensabili di tutta questa conca meravigliosa.
Sembra che la corrente di tutt’Italia debba passare da qui.
Una soluzione alternativa sarebbe auspicabile, se tutte le altre zone di montagna fossero così, eleggeremmo
questi luoghi a centri industriali.
Facciamo finta di niente e chiudiamo un occhio.
Da Dondena in circa quindici minuti raggiungiamo l’omonimo rifugio, preso letteralmente d’assalto d’estate.
Nei dintorni, oltre al Monte Dondena svettano la Cimetta Rossa, il Bec Pragelas, il Mont Dela e il Mont Glacier.
Quest’anno 2020 (inizio estate), molte di queste vette sono ancora imbiancate e creano un contrasto
incredibile col verde dei prati più in basso.
Per arrivare al lago e al rifugio Miserin, dal Dondena possiamo prendere il sentiero che passa sotto lo stesso
monte o seguire la poderale.
A causa della neve ancora presente sul sentiero io ho optato per la strada.
In realtà questa è la strada reale di caccia risalente al 1862, costruita su proposta del re Vittorio Emanuele II con
l’appoggio della popolazione locale.
Si sale con pendenza un po’ più sostenuta sempre circondati da ruscelli e cascate, al cospetto del Tour Ponton e
del Mont Glacier.
Arrivati al rifugio Miserin, sulle sponde del lago rimaniamo a bocca aperta dalla bellezza del paesaggio.
La neve, presente ancora in abbondanza ad inizio estate sui monti circostanti e in riva al lago, fa da
corollario ad uno scenario unico.
Nelle acque limpide si specchiano tutte le cime che chiudono la vallata, le più importanti sono
il Bec Cotasse e la Rosa dei Banchi.
Più lontani da qui il Mont Glacier e il Mont Dela non passano di certo inosservati.
Vicino al rifugio (un antico ospizio per i pellegrini risalente al XVII secolo) vi è il Santuario della Madonna delle Nevi,
ancora oggi meta di pellegrinaggio.
Nonostante la neve, io ho allungato un po’ il giro fino a portarmi sotto la Rosa dei Banchi, ancora in clima invernale
(ma che d’estate si sale seppur con qualche passaggio delicato).
Dal rifugio si costeggia la sponda sinistra del lago fino a portarsi all’altra estremità.
Da qui appare in tutta la sua maestosità anche la Tersiva.
Superiamo una zona acquitrinosa e attraversiamo numerosi ruscelli fino a portarci sotto al pendio.
Data la neve, con ramponi e piccozza saliamo senza percorso obbligato in direzione della Rosa dei Banchi,
assicurandoci della consistenza della neve.
Qui la fatica aumenta, così come la pendenza, ma in compenso la visuale che si ha dall’alto del lago e
del rifugio non ha prezzo.
Ogni tanto incontriamo un ometto di pietre che segna il sentiero estivo.
Buona cosa, li teniamo come riferimento.
La Rosa dei Banchi si avvicina, ma lo spessore della neve aumenta e i ramponi non mordono come dovrebbero,
anzi affondano.
Arriviamo a circa quota 2.800 e ci fermiamo, proseguire con questo caldo sarebbe troppo rischioso.
Seduti su una comoda roccia ci godiamo questo panorama unico d’alta montagna prima di scendere nuovamente a valle.
Una gita superlativa che consiglio a tutti.
A inizio estate, non è raro come nel mio caso partire in assetto estivo e arrivare in quello invernale.
Meraviglie della montagna e della natura!
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Note: una gita tranquilla e bellissima alla portata di tutti.
Il percorso sale dolcemente dall’inizio della strada sterrata che parte da Champorcher e tocca due rifugi e
un lago incantevole.
Percorrendo la sterrata con l’auto fino al parcheggio di Dondena si risparmia una buona oretta di tempo.
Unica nota stonata l’eccessivo numero di pali dell’alta tensione che deturpano in più punti il paesaggio.