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Rifugio Città di Busto 2.480 m. (Italia – Alta Val Formazza – Riale)
il rifugio è “posato” da cent’anni sul Pianoro dei Camosci, circondato da un panorama incantevole di alta montagna,
dove il silenzio, la pace e la tranquillità sono solo alcuni dei pregi del luogo.

Passeggiando nei dintorni, vi innamorerete del posto e non sarà facile andare via…

corpo alto rifugio citta di busto


Località di partenza: 
Riale 1.733 m. (Alta Val Formazza)

1° punto intermedio: Lago di Morasco 1.815 m.
2° punto intermedio: Alpe Bettelmatt 2.098 m.
Punto di arrivo: Rifugio Città di Busto 2.480 m.
Quota di partenza: 1.733 m.
Quota di arrivo: 2.480 m.
Dislivello: circa 747 m.
Posizione: Alta Val Formazza, dove termina la strada che porta fino al borgo di Riale
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 2h 20 minuti in andata e circa 2h al ritorno
si parte dal parcheggio di Riale e si arriva al Lago di Morasco, poi si prosegue fino a raggiungere l’Alpe Bettelmatt
e successivamente si gira a sinistra e si risale il sentiero seguendo le indicazioni verso il Rifugio Città di Busto

Periodo: da inizio giugno a metà ottobre, (previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking

Segnavia: G00 e G41 seguendo la “via classica”
G00 e G39 seguendo la “via direttissima” (Canalone di Morasco)
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Tre laghi nei dintorni: Morasco, Sabbione e Gries
Accanto ad alcuni importanti passi di montagna
Poco distante dal confine italo – svizzero
Punto di partenza per raggiungere qualche cima da 3.000 m.
Panorama incantevole
Ubicato sul Pianoro dei Camosci
Ottima cucina
Accoglienza calorosa e a fine giornata una sorpresa inaspettata che ci ha emozionato.
Anche questa volta la Val Formazza ha saputo regalarci dei momenti che resteranno a lungo scritti nel nostro cuore.
Vi raccontiamo tutto, cercando di non dimenticare nulla.
Benvenuti.

rifugio citta di busto alta val formazza

Durante la lunga (e interminabile) settimana di lavoro, abbiamo pensato più volte alla Val Formazza,
dalla quale eravamo andati via da poco, ma già ci mancava.

Eh si, perché quando si è innamorati di un posto, si ha voglia di tornare, di viverlo, di percorrerlo, di rivederlo,
di accarezzarlo, di fotografarlo.

In una splendida giornata di quasi metà settembre, abbiamo deciso di salire al Rifugio Città di Busto,
posto a circa 40 minuti dall’Alpe Bettelmatt, per fermarci qui, e rilassarci.

Il punto di partenza dell’escursione di oggi è il paesino di Riale, un minuscolo borgo formato da una decina di case.
Ultimo paese della Val Formazza raggiungibile in auto, poi si prosegue a piedi.
Siamo sulla punta più estrema del Piemonte, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera.
Per raggiungere il paesino di Riale, bisogna prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce,
per poi proseguire dopo il casello sulla SS33 del Sempione fino a Crodo (km 128), dove lasciamo la strada statale
per prendere la SS659.

Proseguiamo sulla SS659 fino ad arrivare a un bivio (al km 8,5), dove gireremo a destra seguendo
le indicazioni per la Val Formazza.

Arrivati al paese di Baceno giriamo a destra (sempre restando su SS659), come segnalato da un cartello
che indica la Val Formazza a circa 20 km.

Attraversiamo quindi il comune di Premia e poi quello di Formazza che prevedono il passaggio in varie
frazioni intermedie.

Proseguiamo fino alle Cascate del Toce che troviamo al km 40 per poi giungere al km 41,7 alla frazione di Riale
che superiamo per qualche centinaio di metri, raggiungendo il parcheggio visibile alla nostra sinistra,
poco dopo l’area camper.

Il meteo oggi è bellissimo, non c’è una nuvola e il sole brilla nel cielo, andando a riscaldare nel giro di poco tempo
la temperatura, che al nostro arrivo era di 10°

Ci incamminiamo sulla strada asfaltata mantenendo la destra, in direzione della diga del Lago di Morasco
al quale si arriva in pochi minuti, risalendo una serie di tornanti.

Curiosità: tutte le mattine alle ore nove, suona per un minuto la sirena della diga di Morasco.
Questo avviene, perché a quell’ora si apre una delle serrande del muraglione della diga, per fare uscire una
piccola parte dell’acqua del lago, e andare così a riempire lentamente il letto del torrente sottostante.

Il Lago di Morasco appare davanti ai nostri occhi in tutto il suo splendore.
Nelle acque blu, si riflettono come su uno specchio le montagne poste accanto, dalle quali individuiamo
la Punta di Morasco 2.831 m. e il Corno Maggiore di Nefelgiù 2.954 m.

lago di morasco

Questo lago nasconde il paese sommerso che si trova sul fondale a diversi metri di profondità.
Nel caso fosse di vostro interesse scoprire la sua storia, a questo link trovare tutti i dettagli.
Proseguiamo sull’ampia strada poderale mantenendo la destra, costeggiando la riva e raggiungendo un primo bivio
sulla sinistra che tralasciamo, (ci porterebbe a fare il giro del lago).

Poco dopo si giunge a un secondo bivio, dove troviamo una palina con le indicazioni: ci teniamo sulla sinistra.
La strada scende leggermente e passa accanto a una costruzione in cemento visibile alla nostra destra,
per poi superare un ponticello in pietra.

Seguiamo l’evidente sentiero sulla destra che incomincia a salire, ben marcato fin da subito con i bollini bianchi e rossi.
Attorno a noi le montagne illuminate dal sole, con le ombre ancora un pò lunghe di inizio mattina.
Il cielo azzurro contrasta ed evidenzia le creste delle vette dalle quali siamo piacevolmente circondati.
In breve tempo arriviamo a un bivio ben segnalato da una serie di cartelli.
Il Rifugio Città di Busto è raggiungibile sia prendendo il percorso che sale alla nostra sinistra
(segnavia G39 “via Direttissima”), sia quello che sale alla nostra destra (segnavia G41 “via Classica”).

La tempistica indicata è la stessa, tuttavia ci sono delle differenze: vi spieghiamo meglio.

Via Classica (segnavia G41)
Al bivio, girando a destra per la “via classica”, indicata da questo punto con una tempistica di
1h 40 minuti,
si andrà a raggiungere la meravigliosa conca dell’Alpe Bettelmatt che andremo a percorrere per intero,
(sullo sfondo il Passo del Gries), per poi risalire in direzione del Rifugio Città di Busto, portandoci nella zona
del Piano dei Camosci.

Questa via, è molto panoramica, appagante, ed è quella da noi oggi percorsa sia in andata che al ritorno.

Via Direttissima (segnavia G39)
Al bivio, girando a sinistra per la “via direttissima”, indicata da questo punto sempre con una tempistica di 1h 40 minuti,
si andrà a risalire per intero il “Canalone di Morasco” ottimamente segnalato, ma decisamente ripido, che taglia
una parte del percorso, ma è anche meno panoramico, andando a escludere totalmente la conca dell’Alpe Bettelmatt
che possiamo considerare come un piccolo paradiso, e la vista sul Passo del Gries.

Entrambe le vie di salita vanno bene.
Tuttavia consigliamo quest’ultima, a colui che già conosce la zona, ed ha l’esigenza di raggiungere il
Rifugio Città di Busto, per poi proseguire per altre destinazioni.

Come anticipato, noi abbiamo preso sulla destra il sentiero G41, andando a risalire il sentiero ben marcato,
che in breve tempo vi farà prendere quota, lasciando alle vostre spalle le acque blu del Lago di Morasco,
che appare incastonato in una conca, e avvolto sui tre lati dalle verdi montagne ricoperte dalla vegetazione.

Accanto al lago, “disegnati” quasi con una matita dal colore marrone chiaro, sono ben evidenti i vari percorsi di salita
che si dispendono in più direzioni, andando a marcare i vari pendii.

lago di morasco

Nel silenzio e nella quiete di questi posti straordinari, seguiamo la nostra traccia, sempre chiara e ottimamente
indicata dai tanti bollini rossi e bianchi, che ci porta in breve tempo a lambire un ampio ruscello.

Ci fermiamo ad ascoltare il rumore dell’acqua limpida che scorre senza sosta, formando dei mini laghetti accanto
al prato verde e ai rododendri.

In circa 30 minuti di piacevole trekking, il sentiero raggiunge l’ampia conca dell’Alpe Bettelmatt.

Parliamo di una enorme distesa prativa, dove regna la pace e la tranquillità più assoluta, solcata dal
Torrente Rio del Gries, nel quale si specchia al suo interno il Passo del Gries.

Un incanto della natura.
Il torrente lo si attraversa agevolmente passando sopra un ponticello realizzato da blocchi di pietra.
Stiamo camminando sui pascoli dell’Alta Val Formazza, quasi al confine tra la Val d’Ossola e lo svizzero Vallese.
Questa è una via che da secoli unisce i due paesi confinanti e mette in comunicazione il vallone di Morasco,
con la vicina Svizzera.

Un tempo questa via era percorsa e attraversata dai muli e dai cavalli che superavano i passi di montagna.
All’orizzonte ben visibile, leggermente sulla destra il Passo del Gries, dal quale si intravvede il sentiero di salita
con i suoi tornanti e, al confine con il cielo, il tetto del bivacco, che abbiamo raggiunto in una precedente escursione
(consultabile a questo link).

All’Alpe Bettelmatt le uniche costruzioni presenti, sono tre piccole baite.
Questo posto è famoso per la produzione dell’omonimo formaggio, (considerato come il tesoro della Val Formazza),
che viene prodotto esclusivamente in 9 alpeggi sopra i 2000 m. di altitudine, tra la Valle Antigorio e la Val Formazza,
all’estremo nord del Piemonte.

Qui, su questi prati, in un determinato periodo dell’anno, cresce l’erba mottolina, capace di apportare al latte
un’aroma particolare.

Questo delicato formaggio è ottenuto esclusivamente dal latte vaccino crudo e intero e proveniente
da una sola mungitura.

alpe bettelmatt
malghe all'alpe bettelmatt
alpe bettelmatt

Attraversiamo l’intera piana dell’Alpe Bettelmatt, portandoci sul lato sinistro, dove si intravvede il sentiero di salita
che ci porterà nei pressi del Rifugio Città di Busto.

Il sentiero ben indicato e ben evidente, si inerpica per circa 40 minuti, facendoci prendere rapidamente quota e
portandoci quasi alla stessa altezza del Passo del Gries, dal quale intravvediamo le eliche delle pale eoliche
che generano energia.

Uno sguardo all’indietro ci permette di apprezzare la splendida piana del Bettelmatt, oramai piccola e
“posata ai nostri piedi”.

Un cartello rosso ben evidente, posto al termine della ripida salita, ci invita a girare a sinistra per raggiugnere
il rifugio del quale intravvediamo fin da subito la sua sagoma.

rifugio città di busto

Si risalgono alcuni gradini, si segue il dolce sentiero, e in circa 15 minuti si arriva al Rifugio Città di Busto 2.480 m.
che si presenta con una struttura in pietra e le sue ante in ferro dal colore rosso vivo.

Poco distante la bandiera italiana che sventola liberamente nel cielo.
Il Rifugio Città di Busto ha circa 100 anni di vita, ed è stato il primo rifugio creato in Val Formazza,
dove i lavori sono iniziati nel 1926 e si sono conclusi nel 1927

Ristrutturato e ammodernato più volte, al suo interno è interamente rivestito in legno e in totale conta 47 posti letto.
La sala da pranzo ha diversi tavoli con panche e sgabelli, oltre a una stufa che garantisce un buon tepore
nelle giornate più fredde.

Al contrario, nella calde giornate estive, una terrazza in pietra consente di mangiare all’aperto, in pieno ambiente
montano, con vista sul Piano del Camosci, sulla diga del Lago del Sabbione e verso il canalone di Morasco
con l’omonimo lago.

Questo rifugio c’è piaciuto veramente tanto, a cominciare dall’accoglienza, calorosa, cortese e simpatica.
Ottimo e con ampia scelta, anche il menù della cucina, nel nostro caso servito da una graziosa e sorridente ragazzina,
artefice tra l’altro di una squisita torta al cioccolato e ricotta.

La posizione del Rifugio Città di Busto è interessante, perché è adatta sia a chi ricerca una vacanza rilassante,
sia per chi invece vuole utilizzare questa struttura per salite più impegnative, quali ad esempio il Blindenhorn 3.375 m.,
la Punta Arbola 3.225 m., la Punta dei Camosci 3.044 m. (segnavia n° G43) o in alternativa il giro alto dei rifugi
(che si incontrano dopo aver superato la diga del Lago del Sabbione).

Il Rifugio Città di Busto è raggiungibile da 2 differenti sentieri, per chi parte da Riale (illustrati a inizio relazione),
o da 2 altri sentieri, per chi arriva dalla Svizzera: via “Bettelmatt” o via “Sentiero Castiglioni”.

Il Piano dei Camosci è una grande e piacevole distesa erbosa, circondata da vette imponenti.
Su questo pianoro, ci sono anche i camosci, ma l’animale più frequente è la marmotta che qui corre in lungo e in largo.
A seguire, stambecchi e volpi.
Vi riporto alcune foto aeree scattate dal nostro drone, che hanno ripreso il Rifugio Città di Busto da
diverse angolazioni.

Rifugio Città di Busto
Rifugio Città di Busto
Rifugio Città di Busto
Rifugio Città di Busto

Dopo una lunga e gradevole sosta sul Piano dei Camosci, in un ambiente piacevolissimo, immerso nel silenzio,
nella natura e con panorami meravigliosi, abbiamo a malincuore ripreso la via di discesa, che nel nostro caso,
è stata la stessa affrontata in salita.

Giunti nei pressi dell’Alpe Bettelmatt, le lunghe ombre create dal sole calante, che si allungano sulla piana,
ci hanno ricordato che l’autunno è oramai prossimo.

In uscita dalla Piana del Bettelmatt, ecco riapparire il Lago di Morasco in tutta la sua maestosità.
La Val Formazza è un susseguirsi continuo di scenari che cambiano, panorami incantevoli e scorci indimenticabili.
Nei nostri giri di trekking siamo sempre ritornati a casa ampiamente appagati e vogliamo percorrere molte altre
vie di queste grandiose zone.

Ma la giornata ci ha riservato un’altra grande sorpresa.
Infatti, lungo il sentiero di discesa dall’Alpe Bettelmatt verso il Lago di Morasco, abbiamo visto a meno
di un metro da noi, qualcosa che si muoveva nei pressi di un buco, che poi si è rivelato essere l’ingresso di una
lunga galleria sotterranea con più uscite…

Incuriositi, ci siamo fermati in silenzio ad osservare.
Il resto del racconto lo lascio nelle fotografie che vi riportiamo qui sotto.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj

marmotta in Val Formazza
marmotta in Val Formazza
marmotta in Val Formazza


Note:
il Rifugio Città di Busto è una accogliente casetta in pietra con le ante rosse, costruita cento anni fa,
sul Pianoro dei Camosci, nell’alta Val Formazza.

Immersa nel silenzio e nella pace di un luogo meraviglioso, è un punto di partenza per diverse escursioni che
permettono di salire fino a 3.000 m. per apprezzare dei panorami e degli scenari di prim’ordine, sia sul lato italiano
che su quello svizzero.

La cortesia, l’ottima cucina, il terrazzo in pietra e l’ambiente curato, sono alcune delle caratteristiche che ci
riporteranno a breve in zona, per altre escursioni che abbiamo già inserito nel nostro programma.