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Località di partenza: parcheggio alla diga del lago di Neves alla testata della valle dei Molini
Quota di partenza: 1.860 m.
Quota di arrivo: 2.420 m. al rifugio e 2.869 m. alla Cimac dei Camosci
Dislivello: 560 m. (1.009 m. fino alla cima)
Posizione: alla forcella di Neves, sullo spartiacque tra la val di Lappago e la val di Rio Bianco
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 3h a/r fino al rifugio, altre 2h 15’ in più per l’a/r dalla cima dei Camosci
Periodo: da metà giugno a metà ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Un trekking tranquillo e adatto a tutti, il rifugio Porro è la meta ideale nella stagione estiva a chi voglia
scoprire e godere delle bellezze di questo posto in Alto Adige.
Un percorso nel bosco e su prati ben segnalato e privo di qualsivoglia difficoltà, con un dislivello modesto che si
compie in meno di due ore.
Il punto di partenza è sempre il bellissimo lago di Neves in alta valle dei Molini.
Da qui si parte anche per raggiungere il rifugio Ponte di Ghiaccio.
Dalla frazione Molini di Tures si percorre tutta la valle dei Molini, si supera Lappago e si sale per la stretta strada
che dal paese conduce al lago.
Si parcheggia lungo le sue sponde, e ci si incammina dritto lungo la strada sterrata superando la
malga Untermaurer, e giungendo ad un ponticello di legno con numerose indicazioni.
Tralasciato a sinistra il sentiero che porta al rifugio Ponte di Ghiaccio, si sale sempre dritto per pochi metri fino
a prendere il sentiero che entra nel bosco (indicazioni).
A circa metà di questo, si gode di una vista unica del lago di Neves e dei monti che lo circondano.
Il sentiero sale per qualche tornante ed esce poi dagli alberi arrivando alla malga Neves e ad alcune baite,
ricongiungendosi con la poderale che sale dal lago (che sconsiglio di fare in quanto più monotona).
Da qui in poi solo prati, ruscelli e natura incontaminata (per fortuna).
Stando ora sulla strada, si superano le baite Neves e si sale molto gradatamente sul bel sentiero fino al rifugio,
già visibile in fondo adagiato sulla forcella Neves.
Sulla terrazzina del rifugio possiamo ammirare il panorama sulla valle di Lappago (appena percorsa) e
quello della valle di Rio Bianco.
Volendo si può raggiungere il rifugio partendo proprio dalla frazione Rio Bianco che si raggiunge in venti minuti
d’auto da Lutago.
In questo caso teniamo conto di raddoppiare il dislivello (1.000 m.) e impiegare 3h a salire.
Dopo un buon pranzo e qualche ora di meritato riposo, possiamo scendere per la via di salita fino al lago di Neves
dove ci aspetta l’auto e magari qualche gustoso assaggio di prodotti tipici della malga.
Chi ha ancora gambe e ha voglia di camminare ancora, può salire come ho fatto io fino alla Cima dei Camosci.
In realtà numerose sono le mete che partono dal rifugio, come la cima delle Pecore, facile, e le cime di
Campo e Gran Mesule, alpinistiche.
Dal pianoro del rifugio, stando sulla porta d’ingresso si vede già la croce di vetta che è proprio di fronte
(ma un po’ più in alto!).
Prendiamo l’esile traccia di fronte al rifugio e iniziamo a salire sulle pietraie seguendo i bolli gialli.
Dopo qualche metro si arriva ad un ometto dove vi è una panca di legno e da qui la traccia si fa molto labile
per scomparire poco più in alto.
Senza percorso obbligato si prosegue cercando la via più agevole fino alla cima, via che conduce alla dorsale a sinistra.
Siamo già molto più in alto rispetto al rifugio e la vista si fa incredibile.
Il lago, nascosto al Porro, è adesso ben visibile e le sue acque risplendono di un blu intenso.
Alle spalle del rifugio la Cima delle Pecore.
Per pietraie ed erba si raggiungono le rocce della dorsale, e da qui aiutandosi anche con le mani, si arriva alla cima.
In questo punto molto aereo, sono vietate le vertigini!
La fatica per arrivare sin qui è ben ripagata e la vista è mozzafiato a 360°.
Le vedrette di Neves con i loro ghiacciai, il lago e sullo sfondo il rifugio Ponte di Ghiaccio, la cima delle Pecore
e tutta la valle con i monti di Rio Bianco.
Da un posto così come si fa a scendere?
La discesa avviene ripercorrendo la dorsale e poi su traccia fino al rifugio.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Note: escursione molto facile su sentieri perfettamente segnalati e tenuti benissimo, dislivello contenuto.
La salita alla cima dei Camosci richiede la capacità di muoversi su terreni sconnessi e accidentati,
passo sicuro sulla cresta e un buon orientamento nel “leggere” e individuare il percorso di ascesa.
Nessuna difficoltà tecnica.