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Rifugio Luigi Gianetti 2.534 m. (Italia – Valtellina)
una salita bellissima in alta Val Porcellizzo, sotto le impressionanti pareti del Badile e del Cengalo

rifugio luigi gianetti
carta percorso rifugio luigi gianetti

il percorso per arrivare al Rifugio Luigi Gianetti e la catena montuosa con le relative punte


Località di partenza:
Bagni di Masino
Quota di partenza: 1.172 m.
Quota di arrivo: 2.534 m.
Dislivello: 1.362 m.
Posizione: in alta Val Porcellizzo al cospetto di due montagne simbolo, il Pizzo Badile e il Cengalo
Difficoltà: E [livelli di difficoltà]
Ore: 7h a/r
Periodo: da metà giugno a metà settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Un ambiente esclusivo di alta montagna e di una bellezza unica, al cospetto di torrioni rocciosi e montagne famosissime
che hanno segnato la storia dell’alpinismo.
Tutto questo si trova in alta Val Porcellizzo, i monti in questione si chiamano Badile, Cengalo, Pizzi Gemelli,
Punta Sertori, Punta S. Anna, Pizzi del Ferro.
Non serve aggiungere altro, serve invece partire subito per vedere questi luoghi!

L’escursione parte dai Bagni di Masino, raggiungibili comodamente in auto.
Provenendo da Milano ed entrando in Valtellina in corrispondenza di Ardenno, svoltiamo a sinistra
ed entriamo in Val Masino.
Superiamo le frazioni di Cataeggio e Filorera ed arriviamo a San Martino da dove la provinciale prosegue
sulla sinistra fino ai Bagni, (la strada asfaltata sulla destra conduce in Val di Mello e il traffico è regolamentato).
Qui parcheggiamo all’interno del cortile delle terme (almeno, lo erano fino al 2015) e ci incamminiamo, zaino in spalla,
lungo il sentiero sterrato fino a raggiungere uno spiazzo con pannelli illustrativi e indicazioni sugli itinerari.
Proseguiamo dritti attraversando un prato e seguendo la freccia per il rifugio Gianetti.

Saliamo a gradoni una bella mulattiera nel bosco che in breve si trasformerà in sentiero e arriverà dopo
circa 30 minuti all’Alpe Corte Vecchia.
Il sentiero prosegue quasi in piano ora arrivando al famoso passaggio delle Termopili, ossia due enormi blocchi
di granito che si sostengono a vicenda formando un tunnel dove noi passeremo sotto.
Arriviamo ad una radura dove il panorama si fa molto interessante, con una bellissima vista sulla Val Porcellizzo
e la Valle dell’Oro (a sinistra).
Incombente sopra di noi la Punta Medaccio.
Saliamo per verdi pascoli con pendenza molto sostenuta e sempre a gradoni, superiamo un tratto lastronato
un po’ umido per la presenza di acqua, (attenzione a non scivolare), e arriviamo nella parte dove il bosco termina.
Un grosso ometto indica che la strada è giusta.
Fin qui la salita ha concesso ben poco respiro, con solo un breve tratto quasi in piano.
La fatica nelle gambe inizia a farsi sentire.

Passiamo ora sotto alcune roccette con pendenza più moderata fino ad entrare in Val Porcellizzo e arrivare
ad un ampio pianoro, dove sulla destra si trova la Casera Porcellizzo (1.899 m.)
Abbiamo il tempo per tirare il fiato e riposarci un attimo, magari lungo la riva del torrente Sione, che scorre
a pochi passi dal sentiero.
Approfittiamone, siamo solo a poco più di metà salita.
La vista è già meravigliosa e abbraccia tutta l’alta valle dove le montagne più famose sono tutte ben visibili, così
come il rifugio Gianetti.
Dal pianoro superiamo il ponticello di legno sul torrente, ignoriamo le deviazioni per il sentiero Life delle Alpi Retiche e
prepariamoci alla parte più faticosa.
La salita da qui al rifugio sarà facile ma ripidissima e non mollerà un istante.
Saliamo prima verso sinistra una fascia di erba e roccia, e poi puntiamo verso destra per un lungo tratto di pascolo
fino ad arrivare ad un grosso ometto a punta.
Non è finita, ma ormai non manca molto.
Per lastroni, sfasciumi e tratti erbosi, ci portiamo verso la meta seguendo l’esile traccia, e facendo attenzione a non perdere di vista i bolli sulle rocce.
Siamo al Gianetti, stravolti, senza più fiato, ma felicissimi.

Il posto dove ci troviamo è favoloso, possiamo toccare quasi con le mani la roccia di queste montagne tanto
sono vicine dal rifugio.
Di fronte a noi l’impressionante verticalità e sviluppo della Val Porcellizzo appena salita.
Ma veramente avremo fatto tutta quella strada?
Davanti al rifugio il gruppo delle cime della Valle dell’Oro, e più in lontananza quelle della Merdarola.
Anche se lungo e faticoso il Rifugio Gianetti è sempre affollato nei mesi estivi (per pernottare meglio prenotare in anticipo).
Oltre agli alpinisti, sono molti gli escursionisti che affrontano la salita da valle o che percorrono l’alta via famosissima
che passa da qui: il Sentiero Roma.
Alla sinistra del rifugio si affronta il Passo del Camerozzo che conduce al bivacco Molteni-Valsecchi.
Alla sua destra il Passo del Barbacan dal quale si scende al rifugio Omio.
Quest’ultima opzione è valida nel caso si volesse anche solo fare un giro ad anello e tornare ai Bagni di Masino.
Occorre tenere ben presente che così facendo, la lunghezza del percorso e la fatica raddoppiano, e che il
Passo del Barbacan presenta un punto molto esposto e delicato attrezzato con catene.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note: una salita bellissima in alta Val Porcellizzo, sotto le impressionanti pareti del Badile e del Cengalo.
Un’escursione senza difficoltà oggettive su sentiero ben tenuto e segnato.
La fatica e il dislivello da affrontare, la rendono adatta a chi ha già un ottimo allenamento nelle gambe
e una buona forma fisica.