Sentiero attrezzato dei Kaiserjäger al Piccolo Lagazuoi 2.778 m.
(Italia – Dolomiti)
bellissimo percorso su roccia in un contesto paesaggistico di prim’ordine che sale al Piccolo Lagazuoi
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Località di partenza: Passo Falzarego (parcheggio Funivia Lagazuoi).
Quota di partenza: 2.109 m.
Quota di arrivo: 2.778 m.
Dislivello: 669 m.
Posizione: sopra il Passo Falzarego a metà strada tra Cortina e la Val Badia, tra i Parchi Naturali di Fanes e
Sennes delle Dolomiti d’Ampezzo, in eccellente posizione panoramica.
Difficoltà: EEA F [livelli difficoltà]
Ore: 5h a/r (1h 15’ la ferrata)
Periodo: nei mesi in assenza di neve
Attrezzatura richiesta: kit da ferrata (casco, imbrago, longe).
Discesa: per il Sentiero del Fronte passando dal rifugio Lagazuoi, oppure per il sentiero delle gallerie del
Lagazuoi o ancora tramite funivia.
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Il Sentiero Attrezzato Kaiserjager al Lagazuoi è un bellissimo percorso su roccia, in un contesto paesaggistico
di prim’ordine che sale al Piccolo Lagazuoi ripercorrendo i passi delle truppe austro-ungariche che
nella Prima Guerra Mondiale occupavano queste montagne.
I Kaiserjager, (cacciatori imperiali) erano quattro reggimenti di fanteria dell’esercito austriaco, truppe scelte che
venivano schierate dove la situazione lo richiedeva.
Il percorso venne costruito da queste truppe per avere un accesso sicuro dal passo alle trincee e alle
postazioni k.u.k. in cima al Lagazuoi, dove i soldati ogni giorno avevano bisogno di viveri, munizioni e combustibile
pari al peso di ogni soldato.
Le truppe hanno risalito così questa montagna per due anni.
Poco distante gli italiani occupavano la Cengia Martini sulla parete sud del Lagazuoi, trasformandola in un bunker
che nemmeno i Kaiserjager riuscivano ad espugnare, nonostante innumerevoli tentativi.
In sei mesi gli italiani perforarono la montagna con una serie di gallerie, arrivando a circa 40 metri sotto
la postazione austriaca sull’anticima, eliminando, con l’aiuto dell’esplosivo un avamposto austriaco.
Questo non servì però ad uscire da una situazione di stallo che si era creata, finchè dopo la disfatta di Caporetto,
le truppe si ritirarono.
Raggiungiamo il Passo Falzarego da Cortina d’Ampezzo, Arabba o l’Alta Badia (passando dal Passo Valparola) e
lasciamo l’auto direttamente nel posteggio di fronte all’impianto della funivia che sale al Lagazuoi.
Seguiamo per un breve tratto il Sentiero del Fronte, che con percorso escursionistico prosegue per il Rifugio Lagazuoi
(lo percorreremo in discesa), e nei pressi di una chiara indicazione deviamo a sinistra iniziando a salire su pietrisco,
sotto la verticale parete sud della montagna.
Percorriamo un tratto costeggiando le numerose trincee di guerra presenti, e ammirando di fronte a noi un’altra
montagna simbolo della zona, il Sass de Stria.
Continuiamo a salire sul ghiaione a zig-zag portandoci verso la parete.
Arriviamo ad una piccola croce di legno dove a fianco si trova un antro nella roccia, probabilmente un ex ricovero militare.
Da qui abbiamo già una visuale incredibile sul Sass de Stria e su tutto il comprensorio delle 5 Torri,
con l’Averau a fare da sfondo.
Uno scenario da cartolina.
Se guardiamo bene, in alto vediamo un ponte sospeso e tra poco lo attraverseremo!
Camminiamo ora direttamente in mezzo alle trincee, ottimamente conservate, raggiungendo la base di un canalino
dove inizia la ferrata vera e propria.
Risaliamo questo punto mettendo le mani su alcune travi di legno che creano gradoni artificiali e aiutandoci con
le staffe nella roccia presenti.
Qui non è presente il cavo metallico dove attaccare i moschettoni ma la progressione non pone alcun problema.
Risaliamo l’ultima parte del canale e arriviamo ad una cengia attrezzata che prosegue verso destra.
Seguiamo la cengia e aggiriamo la parete fino ad incontrare la sorpresina del giorno. I
l ponte sospeso!
Dopo numerose foto di rito, lo attraversiamo raggiungendo il versante opposto dove proseguiamo su facili roccette
ben assicurati al cavo.
Ci fermiamo spesso ad osservare il panorama che man mano che saliamo si amplia.
Compaiono la Marmolada, il Sella e il Fanes.
Più sotto, e ora più minuscolo, il Sass de Stria.
Affrontiamo un balzo roccioso piuttosto verticale, e arriviamo ad un punto dove la visuale si apre sulla parete del
Lagazuoi e sul proseguo della ferrata.
Un pannello illustrativo riporta la foto dei soldati al fronte, intenti a scrivere lettere nelle baracche poste all’interno di
gallerie.
(Dalla lettera di un soldato (1916) “[…] probabilmente siamo a metà della guerra ma così
non può andare avanti! […] così non solo periranno i soldati al fronte, ma anche i nostri cari a casa, moriranno a
causa degli strapazzi o moriranno di fame”).
Accendiamo la frontale ed entriamo a visitare questi cunicoli.
Vi sono molte diramazioni e una baracca di legno ottimamente conservata grazie ai numerosi restauri, il dormitorio
dei soldati, con una lunga panca di legno, un tavolo e una sedia.
Qui vivevano i soldati, anche d’inverno, ad una quota di 2.515 metri.
E’ incredibile pensare ai patimenti da loro subiti durante questi anni.
Usciamo dalle gallerie e continuiamo a salire seguendo ora un comodo sentiero, attrezzato solo nei
punti più esposti.
Ci alziamo parecchio e affrontiamo un tratto su pietrisco con pendenza più sostenuta.
Dopo altri gradoni in legno ci portiamo contro la parete dove torna ad essere presente il cavo metallico.
Facciamo attenzione in questo punto a non smuovere le grosse pietre che potrebbero cadere sulle persone sotto di noi.
Siamo quasi in cima e a tratti appare anche il rifugio Lagazuoi, in alto alla nostra destra.
Affrontiamo l’ultima parte della ferrata percorrendo un punto molto esposto e senza il cavo metallico.
Massima cautela!
Aggiriamo un ultimo spuntone roccioso e siamo fuori.
Nei pressi del crinale giriamo a destra e rimontiamo gli ultimi metri fino alla croce di vetta del Piccolo Lagazuoi.
Qui, una tavola di legno infissa sulla croce, ricorda i caduti nella guerra del 1915-1918.
E’ fatta, siamo in cima!
Che scenario immenso e che spettacolo ci accoglie!
La Tofana di Rozes con l’altopiano del Lagazuoi, il gruppo del Sella, la vastita del Fanes, la Marmolada,
il gruppo Cinque Torri-Averau-Nuvolau, il Civetta, l’Antelao, il Sorapiss, le Conturines, i Lastoi de Formin e più
lontano le Pale di San Martino.
Insomma, buona fetta delle Dolomiti!
Da un luogo così ci devono portare via con la forza.
In questa giornata invece ci pensa il vento, forte e gelido, a farci muovere.
Prendiamo poco sotto la cima il comodo e largo sentiero di guerra, che dopo un percorso in cresta scende
al rifugio Lagazuoi, e alla vicina stazione a monte della funivia che sale dal Passo Falzarego.
Siamo a 2.752 metri.
Ci copriamo maggiormente e facciamo tappa obbligata sulla famosissima terrazza panoramica, normalmente invasa
d’estate dalla massa di turisti.
Oggi, a causa del freddo e del vento, la gente è poca, e ci concediamo lunghi momenti a far viaggiare lo sguardo
su questo scenario e a volare con la fantasia su queste cime.
Incredibile, le Dolomiti sono davvero un posto unico al mondo.
Le possibilità di discesa sono ben 3.
La funivia, (da prendere solo in caso di essere allo stremo delle forze!), il sentiero delle gallerie, (che parte dall’anticima
del Lagazuoi e, nonostante venga spesso percorso in discesa data la pendenza, io consiglio invece di percorrerlo in
salita in un’altra giornata) e infine il Sentiero del Fronte.
Noi prendiamo oggi quest’ultima traccia, non prima di aver visitato alcune postazioni di artiglieria vicino al rifugio.
Solo per alcune non serve la frontale.
All’interno si possono vedere le feritoie da dove sparavano i soldati, le mitragliatrici (ottimamente conservate) e le
baracche dove alloggiavano le truppe, con tanto di tavoloni in legno, pentole e bottiglie ancora al loro posto.
Che vita doveva fare questa povera gente, quanti morti e quanti patimenti!
Usciamo e iniziamo a scendere verso Forcella Travenanzes per un altopiano di ghiaia, dove il sentiero è ottimamente
tracciato e sostenuto da infissi di legno.
Che scenario incredibile abbiamo di fronte, con queste pareti rocciose verticali delle Tofane!
Passiamo accanto ad una baracca degli ufficiali austriaci anch’essa con tavolo, sedie e bottiglie ben conservati e
raggiungiamo la forcella a 2.503 metri.
Lasciamo a sinistra le deviazioni per le ferrate Lipella, Tomaselli e la Val Travenanzes e prendiamo a destra.
Dopo alcuni tornanti, il sentiero passa sotto la parete est del Lagazuoi, dove sono ben visibili altri resti della guerra,
per poi scendere sempre a zig-zag su prati e bassa vegetazione verso il Passo Falzarego.
Luoghi unici da visitare più e più volte, in tutte le stagioni.
Note: un gran bel sentiero attrezzato, ideale per avvicinarsi al mondo delle ferrate, non difficile dal punto di vista tecnico
ma a tratti esposto.
Sono presenti pochi passaggi verticali e un ponte sospeso con passerella in legno.
Dalla cima, si vedrà un paesaggio incredibili sulle Dolomiti.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi