“I Sentieri del Barolo”
Monforte d’Alba – Roddino – Monforte d’Alba
(Italia – Langhe – Monforte d’Alba)
tracciato che si snoda tra colline e vigneti, e che unisce due borghi medioevali molto diversi tra loro.
Ambiente silenzioso di campagna, con panorami che si alternano dalla vista sulla Valle Tanaro nella zona di Roddino,
alla vista sulle prestigiose colline della Langa, sempre presenti lungo quasi tutta la tratta
Località di partenza: Monforte d’Alba 480 m.
Località intermedia: Roddino 610 m.
Località di arrivo: Monforte d’Alba 480 m.
Tempo richiesto: 2h 30’ percorso di andata e stessa tempistica per il percorso di ritorno,
il calcolo non tiene conto della visita nella splendida cittadina di Monforte d’Alba e in quella di Roddino
Dislivello: circa 150 m.
Segnavia: n° 303 – 308
Livello di difficoltà: E [scala dei livelli]
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Sono decine i sentieri che si snodano lungo le colline delle Langhe, risalendo i crinali, passando tra i prestigiosi vigneti,
addentrandosi nei noccioleti e aggirando cascinali e ciabot.
Tutti i sentieri che vi abbiamo descritto, vantano panorami da cartolina in qualsiasi stagione dell’anno,
e sono degni della tela di un pittore.
Ma la particolarità di questi percorsi, è che uniscono tra loro borghi secolari, raggiungibili tramite strade poderali
e frequenti passaggi tra le vigne, che qui rappresentano una delle principali ricchezze di queste campagne.
Oggi, percorreremo prima il sentiero n° 303 e successivamente il sentiero n° 308, che da Monforte d’Alba
ci porterà fino a Roddino e ci permetterà di rientrare a Monforte.
Attraverseremo diversi ambienti, formati da fitte boscaglie, da vigneti, da ampie poderali, ma lungo la tratta,
troveremo anche diversi cascinali e “case di corte” abbandonate da molti anni.
Chissà quali storie e quali risvolti custodiscono queste abitazioni.
Andiamo a scoprire qualcosa in più, con questa nuova escursione di trekking, altrettanto bella come molte delle altre
che vi stiamo poco per volta documentando e che trovate ampiamente descritte all’interno del nostro sito.
Benvenuti o bentornati sulle pagine di abitarelestremo.it
Siamo in una tiepida mattinata di fine ottobre, quando raggiungiamo il borgo di Monforte d’Alba,
questo piccolo comune medioevale in provincia di Cuneo, con circa 2.000 abitanti, che dell’anno 2018 è entrato
a far parte dei borghi più belli d’Italia e dove troverete un connubio tra natura, paesaggi unici, storia,
ottima gastronomia e prodotti di eccellenza.
Il punto di partenza del trekking di oggi è Piazza Umberto I.
Troviamo fin da subito le indicazioni per Roddino, la nostra meta di oggi.
Sui cartelli bianchi e rossi è indicato un tempo di percorrenza di circa 2h per la tratta che da Monforte d’Alba,
porta a Roddino.
Ma a nostro avviso questa tempistica è sottostimata, e andrebbero aggiunti altri 30 minuti; quindi un totale
di circa 2h 1/2 per raggiungere la destinazione.
Da Piazza Umberto I, risaliamo via Vittorio Emanuele II, una strada in acciottolato che passa in mezzo alle case
della parte bassa di Monforte e che si congiunge con via Circonvallazione che andremo a percorrere su strada asfaltata.
Per il primo tratto è lo stesso tracciato che abbiamo percorso in altri due trekking: quello che da Monforte d’Alba
ci ha portato a Serralunga d’Alba e quello che in una nebbiosa giornata invernale, da Monforte d’Alba ci ha
accompagnato prima a Perno e poi a Castiglione Falletto.
Man mano che risaliamo via Circonvallazione, incominciamo a vedere i tetti delle case che abbiamo da poco
superato e dietro di loro le colline.
Alla nostra destra troviamo Villa Gremi che oltrepassiamo, e appena dopo, alla nostra sinistra, la panchina dei giganti
di Monforte d’Alba, con una botte e al suo interno delle grandi matite colorate.
Questa panchina è stata posata in un posto particolarmente romantico, che permette di apprezzare la vista
sulla parte storica del borgo.
In particolare sulla Torre Campanaria che rappresenta uno dei simboli del paese, e poi su Piazza Antica Chiesa
che custodisce l’Auditorium Miecio Horszowski, un’anfiteatro naturale nel quale si svolgono spesso dei concerti,
grazie alla particolare “acustica” che offre questa piazza.
Proseguiamo andando sempre dritto su strada asfaltata, prendendo quella che diventa via Regione Ginestra,
seguendo in questo caso le indicazioni per Serralunga d’Alba, fino ad arrivare a pochi metri dal cimitero di Monforte e
dal piccolo parcheggio con la piattaforma di atterraggio dell’elisoccorso.
Qui, un cartello segnala di girare di 90° a destra, seguendo il sentiero n° 308, per poi girare ancora una volta a destra e
scendere inizialmente lungo una poderale che ben presto si trasforma in un sentiero che andremo a percorrere
per intero fino a sbucare tra dei vigneti.
Su una piccola panchina colorata, posata nei pressi di una betulla, sono state scritte alcune frasi, dove si invita
l’escursionista a “chiudere gli occhi e sognare”.
Eh infatti da qui è propio possibile sognare, anche solo limitandosi a guardare il paesaggio che ci compare davanti,
con le colline che si disperdono all’orizzonte dalle loro forme sinusoidali e interamente ricoperte dai vigneti.
Ben visibile il borgo di Serralunga d’Alba e, alla sinistra, il borgo di Castiglione Falletto.
I vari sentieri attraversano in più direzioni questi luoghi ricchi di magia e di storia.
Sentieri che stiamo poco per volta andando a scoprire e che documentiamo sulle pagine del nostro sito,
per far conoscere le tante possibili escursioni in questi posti particolarmente piacevoli.
Questi sono ambienti da vivere e da esplorare in qualsiasi periodo dell’anno.
Proverete delle emozioni diverse, con paesaggi e colori che cambiano a secondo delle stagioni.
Continuiamo sul sentiero 308 percorrendo un’ampia strada poderale che passando accanto ad alcuni meli e
a delle piante di bacche colorate, ci porta nei pressi della chiesetta di San Giuseppe Patrono.
Qui, bisogna tenere la chiesetta alla nostra sinistra e prendere a destra la via denominata
“Le Coste Soprane – Le Coste Sottane”, seguendo in questo caso l’indicazione per il sentiero “S4” che ci porterà
su una strada asfaltata che seguiremo per circa 20 minuti.
Questo tratto è particolarmente panoramico e nelle giornate più terse, è possibile arrivare addirittura a vedere
la cupola di Superga sulla collina di Torino.
Tuttavia siamo restati incuriositi nell’aver trovato lungo il nostro cammino, svariate vecchie abitazioni in pietra,
completamente abbandonate e in molti casi diroccate.
Parliamo di antichi rustici con una vista bellissima e in location da sogno, ma totalmente dismessi e dimenticati.
Chissà quali storie custodiscono queste case, molto probabilmente abitate in un lontano passato da persone
che oggi non ci sono più.
Famiglie che hanno vissuto, lavorato e amato questi luoghi, ma che per motivi a noi ignoti, non è seguita la continuità.
Si sono andate così a perdere delle tradizioni e parti di vita sociale, di uomini e donne che hanno contribuito a costruire
un pò la storia di questi posti.
Parlando con un signore anziano che abbiamo incontrato in zona, ci ha confermato che molti giovani preferiscono
non seguire la tradizione del lavoro nelle campagne, qui particolarmente intensa nella coltivazione
dei vigneti e dei noccioleti.
Superata località San Giuseppe, si prende una strada poderale che scende ripida tra i vigneti portandoci
nei pressi di altri cascinali dismessi, per poi risalire tra i caldi colori autunnali delle foglie rosse, gialle e marroni delle viti,
sulle quali troviamo ancora qualche grappolo d’uva probabilmente dimenticato dalla precedente vendemmia.
La particolarità dei sentieri che si snodano tra queste prestigiose colline, sono i colori, diversi tra loro in ogni
stagione dell’anno, rendendo particolarmente affascinanti queste stradine che portano in mille direzioni,
immersi nel pieno della campagna e della natura.
Luoghi silenziosi, frequentati dagli amanti del trekking, ma anche delle MTB, con il percorso “bar to bar” sul quale
stiamo camminando oggi.
“Bar to Bar” ha il seguente significato: “da Barbaresco a Barolo”.
E’ un anello lungo 135 km che si sviluppa nel il territorio della bassa e dell’alta Langa interamente percorribile
in mountain bike.
E’ suddiviso in sette tappe, con una lunghezza variabile tra i 14 e i 26 km, e attraversa dei posti da cartolina,
da sogno, che ammirati all’alba o al tramonto, diventano ancora più magici, regalando momenti indimenticabili.
Nei vari borghi, i comuni hanno provveduto a installare delle “stazioni di ricarica” per le bici elettriche, e delle piccole
aeree dov’è possibile fare manutenzione al mezzo, qualora si rendesse necessario.
Gli ultimi venti minuti del percorso di trekking che ci sta portando verso Roddino, avviene su strada asfaltata,
lungo la statale.
Questa è l’unico tratto che a nostro avviso andrebbe migliorato con lo sviluppo di un tragitto alternativo.
Per arrivare a Roddino noi abbiamo impiegato circa 2h 1/2 di piacevole cammino, che alterna lunghi tratti in piano,
a brevi tratti di salita e discesa tra le colline.
Questo borgo piccolino e raccolto, ha una vista decisamente panoramica: da un lato sulla Valle Tanaro e sulla catena
delle Alpi, con il Monviso ben riconoscibile per la sua caratteristica forma a punta.
Mentre dall’altro lato, la vista spazia su tutta la collina della Langa, con i vari borghi medioevali “sparpagliati” all’orizzonte.
Il centro di Roddino è caratterizzato dalla chiesa di Santa Margherita d’Antiochia, situata sulla sommità della collina.
Difronte alla chiesa, troviamo un parco giochi per bambini, pulito e ben organizzato.
Poco distante c’è la “panchina gigante” del paese, posizionata su un piccolo terrazzino accanto a una betulla,
con una vista strepitosa sulle colline.
Vi consiglio di sedervi e guardare questo borgo circondato dai filari dei vigneti che si disperdono verso l’orizzonte,
in un sali – scendi continuo di terreni coltivati da eccellenze italiane di alto valore gastronomico.
Le varietà più diffuse dei vini qui coltivati sono il Dolcetto d’Alba, il Barbera e il Nebbiolo, ma anche il Chardonnay,
la Favorita e la Nascetta.
La buona esposizione che offrono le colline di Roddino, unita ai benefici dell’altitudine e da un clima ventilato
in estate e non particolarmente freddo in inverno, sono condizioni ideali per la coltivazione del Dolcetto d’Alba,
del Barbera e del Nebbiolo.
Lungo le vie di Roddino troverete appesi dei quadri con le fotografie delle persone e delle famiglie che qui hanno
contribuito a fare “la storia del paese”.
Il percorso di rientro avviene sullo stesso tracciato percorso all’andata.
Il calare della sera e i caldi colori autunnali, vanno così a chiudere la giornata di oggi, vissuta in questi luoghi romantici e
particolarmente adatti a chi ama il trekking.
Qui nelle Langhe, i tanti percorsi che vi sto documentando e che trovate all’interno del sito, vi regaleranno paesaggi
epici e porterete con voi dei ricordi piacevoli e particolari, con panorami invidiati nel mondo.
I sentieri 303 e 308 che da Monforte d’Alba conducono fino a Roddino, meritano di essere “esplorati” e percorsi
passo dopo passo, nella silenziosa e sonnecchiante campagna del cuneese.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Elfrida Martinat
Note: percorso di trekking che unisce due borghi medioevali molto diversi tra loro.
Tracciato panoramico, quasi totalmente immerso nella campagna.
Ambienti che si alternano da passaggi nei vigneti, alle strade poderali, dall’attraversamento di boschi,
alla risalita delle colline, per poi “sbucare” tra antiche case di corte.
Seguire con attenzione i segnavia e le frecce che troverete lungo il tracciato, perché ci sono diversi bivi e diramazioni.
Le tempistiche indicate sui cartelli sono a nostro avviso un pò ottimistiche.
Aggiungete circa 30 minuti in più, con un tempo complessivo di 2h 1/2 da Monforte d’Alba per arrivare
fino a Roddino (ovviamente a piedi).