“I Sentieri del Barolo”:
Novello – Monforte d’Alba – Novello
(Italia – Novello)
percorso di trekking appagante, molto panoramico, che regala scorci che si alternano dalla catena delle Alpi alle colline
nei pressi di Novello, per poi giungere alle colline del Barolo e di La Morra, con destinazione finale Monforte d’Alba e
il suo auditorio a cielo aperto: una favola…
Località di partenza: Novello 471 m. (CN)
Località intermedia: Monforte d’Alba 480 m. (CN)
Località di arrivo: Novello 471 m. (CN)
Tempo richiesto: 1h 40’ percorso di andata e 1h 40’ percorso di ritorno
tempistica che non tiene conto della visita e del tour nella splendida cittadina di Monforte d’Alba, alla quale
abbiamo dedicato circa 2h
Dislivello: circa 100 m.
Segnavia: n° 307 – 305 – 310 (per una parte del sentiero con partenza dal borgo di Novello)
e n° 301 per il secondo tratto dalla frazione di Panirole, fino ad arrivare a Monforte d’Alba
Livello di difficoltà: E [scala dei livelli]
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Oggi vi raccontiamo e vi descriviamo un altro meraviglioso trekking che unisce due borghi stupendi delle Langhe:
Novello e Monforte d’Alba.
Anche in questo caso, come per tutti i sentieri che si diramano tra le colline di questi posti unici al mondo,
la maggior parte del percorso ci porterà ad attraversare i prestigiosi vigneti, apprezzando non solo dei panorami da favola,
ma soprattutto i colori di queste zone, paragonabili a un dipinto su tela.
Nel nostro caso, i caldi colori autunnali, hanno aggiunto un tocco di magia a un luogo già magico di suo.
Infatti una delle bellezze delle Langhe, è propio il susseguirsi continuo di colline, coltivate con infinite distese di vigneti,
dai quali “sbucano” qua e là borghi con un fascino e con un’accoglienza veramente unica.
Nelle Langhe, oltre alle coltivazioni delle prestigiose uve, hanno saputo creare e sviluppare una rete di oltre 100 percorsi
di trekking che attraversano le colline e uniscono tutte le zone, andando così a interessare (come nel nostro caso) gli
amanti del trekking, ma anche gli amanti della MTB, perché una vasta parte di queste strade poderali sono transitabili
con la bicicletta.
Il nostro obiettivo è quello di andare a percorrere questa “rete di sentieri”, per poi raccontarli, descriverli e documentarli
all’interno del nostro sito, per portare a conoscenza di tutti, uno dei posti tra i più belli e invidiati al mondo, che, a mio
modesto parere, meritano di essere visti e frequentati, vivendo la natura e la campagna in tutte le stagioni dell’anno.
La parte più difficile, sarà quella di consigliare o indicare un percorso piuttosto che un altro.
Perché in queste zone i tanti possibili trekking sono tutti diversi tra loro e tutti con un proprio ambiente, una propria
ricchezza, una loro storia, un loro fascino.
Benvenuti o bentornati sulle pagine di abitarelestremo.it
Oggi partiremo dal borgo di Novello per raggiungere Monforte d’Alba.
Siamo in una calda e limpida giornata di fine ottobre e arriviamo a Novello la mattina presto.
Il consiglio è quello di parcheggiare la macchina in Piazza Monviso che troviamo sulla destra, percorrendo
via Giordano, poco prima di entrare nel borgo di Novello.
Il posteggio non è molto ampio, ma arrivando di prima mattina, non abbiamo avuto alcuna difficoltà.
Il nome della piazza (Monviso) è azzeccato alla perfezione, perché se vi trovate in una limpida giornata, avrete
davanti a voi l’intera catena delle Alpi con la punta del Monviso che sembra quasi “toccare” il cielo e, “alla base”
dell’intera catena montuosa, troviamo la Valle Tanaro.
Questo panorama lo si può apprezzare sedendosi sulla “cadrega” che dal piemontese tradotto in italiano, vuol dire “sedia”.
La “cadrega”, di colore blu e arancione è stata posata e inaugurata nell’anno 2020 in ricordo di un giovane ragazzo
della zona, vittima di un tragico incidente stradale.
Da Piazza Monviso, percorriamo via Giordano per circa 300 m. uscendo dal paese di Novello, per andare a prendere
il sentiero n° 307 che troviamo alla nostra destra e che ci condurrà per la prima parte del percorso.
Appena dopo il bivio, si scende una strada asfaltata che fin da subito si immerge nella campagna dove restiamo
letteralmente “rapiti” dal paesaggio.
Alla nostra destra troviamo i vigneti, e poco dopo il nostro sguardo ci fa restare senza parole: all’orizzonte una serie
infinita di colline “sbuca” tra le prime nebbie mattutine classiche di fine ottobre, mentre il sole illumina e scalda
i colori autunnali, qui particolarmente accesi.
Un campanile fuoriesce dalla nebbia e punta verso il cielo: una meraviglia, con i filari posti uno accanto all’altro,
che corrono in più direzioni, quasi pettinati da quanto sono perfetti.
Appena dietro, alle nostre spalle il borgo di Novello.
Proseguiamo su asfalto nel silenzio più assoluto, andando a sbirciare tra i vigneti che alle volte mascherano un
panorama e un paesaggio fiabesco.
Foglie dai colori rossastri tipiche dell’autunno e piantagioni di cachi dal colore arancione, vanno a colorare in modo
impeccabile questa prima parte di tragitto che nel frattempo mentre lo percorriamo è cambiato, andando a offrire alla
nostra sinistra la visuale sul borgo di Barolo, e “appena più in là” sul Castello della Volta e sul borgo di La Morra.
In questi posti, in qualunque direzione si guarda, si resta incantati dalla bellezza e dalla ricchezza dei paesaggi.
Dopo circa 25 minuti, giungiamo a un bivio, dove lasciamo questa tranquilla stradina in asfalto per girare a destra
seguendo l’indicazione per Monforte d’Alba con il numero del sentiero 310.
Entriamo così nel pieno delle coltivazioni dalle quali intravvediamo un primo “ciabot”.
In piemontese con il termine “ciabot” si vanno a identificare delle vecchie case in pietra, disseminate principalmente tra
i vigneti e che oggi servono come deposito dei mezzi agricoli.
Ma nel passato, questi “ciabot” sono stati utilizzati come “luogo di appoggio” per gli agricoltori che abitando lontano,
e non potendo far rientro la sera nelle proprie case, dopo una intensa giornata di lavoro, si fermavano in zona per
ricercare un minimo di confort, all’interno di queste piccole case in pietra.
Non vi nascondo che queste casette, hanno un fascino particolare.
Pensate che quasi tutti i “ciabot” nella loro semplicità, sono stati nel passato abbelliti, con accanto una pianta di rose
o un albero tuttora esistenti.
Sono casette che hanno tante, tantissime storie da raccontare.
Proseguiamo il nostro trekking su ampia poderale, nel silenzio, sempre “scortati” dai filari dei vigneti nei quali
ci fermiamo per fotografare i colori delle foglie delle viti che variano dal colore rosso, al colore giallo, dal verde al marrone,
con ancora qualche grappolo d’uva “dimenticato” dalla precedente vendemmia e altre foglie ancora bagnate dalla
rugiada della notte.
Il sole illumina e colora l’ambiente rendendo piacevolissima questa rilassante escursione.
Accanto ai pali che sorreggono i vari filari, troviamo delle etichette in carta che riportano il tipo di uva coltivata e il tipo
di vino che ne deriva.
Il Nebbiolo e il Barolo sono le due tipologie di coltivazioni che oggi attraversiamo e che qui rappresentano la ricchezza
di questi luoghi, dai quali deriva un vino apprezzato e venduto in tutto il mondo.
Tra le dolci colline, complice una giornata particolarmente limpida, intravvediamo cascinali e piccole borgate,
uniti tra loro da stradine in terra battuta dal colore marrone chiaro.
Una poesia di paesaggio.
Seguendo le indicazioni e il classico colore bianco e rosso disegnato sui pali, arriviamo in località Panirole 363 m.
una piccola frazione che rappresenta il punto intermedio del trekking di oggi.
In questa minuscola frazione è custodita una storia parzialmente scritta e leggibile sulle pagine di un libro in pietra
riportato nei pressi di un’area di sosta.
Pensate che dall’autunno del 1943 e fino al mese di aprile del 1945, una coppia di coniugi abitanti di questa frazione,
diedero ospitalità a una coppia di ebrei con un bimbo appena nato, di soli 2 mesi, per fare in modo che non venissero
fatti prigionieri dai frequenti rastrellamenti nazisti.
Questi due coniugi abitanti della frazione di Panirole, Giovanni e Genoeffa Blangino, hanno dimostrato che nell’orrore
e nella caduta dei valori della civiltà, è comunque possibile dare una lezione esemplare di umanità e speranza.
Dalla frazione di Panirole si attraversa la strada asfaltata e si prosegue seguendo le indicazioni in questo caso
del sentiero n° 301
Attraverseremo ancora dei vigneti, per poi prendere una strada asfaltata secondaria, dove il borgo di Novello alle
nostre spalle, essendo in una posizione di privilegio, e più alto rispetto al punto dove siamo adesso, ci osserva per una
lunga parte del tragitto.
Tra sali e scendi, il sentiero numero 301 ci condurrà fino alla piccola Cappella della Natività di Maria Vergine.
Da qui percorriamo circa 10 minuti della strada provinciale per poi giungere in quella perla del Borgo di Monforte d’Alba,
nel quale ci addentriamo risalendo via Boeri.
Monforte d’Alba è un piccolo borgo medioevale entrato a far parte dall’anno 2018 dei borghi più belli d’Italia,
ed è piacevolmente assediato e circondato dai vigneti del Barolo.
Stradine ripide e strette in acciottolato, abbellite da lampioni caratteristici e da una breve galleria in pietra, ci conducono
in un sali scendi romantico e poetico fino a giungere nel cuore di questo borgo, rappresentato da piazza Antica Chiesa
dove troviamo gli edifici storici più significativi.
Prima tra tutti svetta la Torre Campanaria, nata in origine come torre di vedetta e in seconda battuta come campanile.
Ma resterete incantanti davanti all’anfiteatro naturale, l’Auditorium Horszowski, inaugurato nel 1986 e ricavato tra gradoni
in pietra rivestiti d’erba, che vanta un’acustica così perfetta che è stata sede di rappresentazioni teatrali e proiezioni di film,
oltre che grandi concerti.
Un palcoscenico fuori dal tempo e dalla norma, dove la sera sarete immersi nella sua luce soffusa e nel silenzio delle
mura antiche, il tutto a cielo aperto.
Ma è qui che sono restato sorpreso e piacevolmente stupito da una musica che risuona tramite degli altoparlanti in tutta
la piazza, creando un’atmosfera gradevolissima che ancora una volta ha saputo dare quel tocco di originalità che solo
questi luoghi sanno offrire.
Una grande accoglienza, un ambiente pulito e curato in ogni dettaglio, un luogo magico.
Qui nel cuore del Barolo, uno dei vini italiani per eccellenza ottenuto da uve di Nebbiolo e apprezzato in tutto il mondo,
abbiamo sotto ai nostri piedi un borgo di una bellezza inestimabile da scoprire passo dopo passo.
Incantati, ci appoggiamo su un muro in pietra a guardare nell’orizzonte di una giornata tipicamente autunnale,
ma calda, limpida, gradevole.
Queste colline e questi suggestivi itinerari che a decine attraversano una delle parti più belle d’Italia e che il
mondo intero ci invidia, sono qui davanti ai nostri occhi.
Mi propongo di percorrerli tutti questi sentieri, per poterli documentare e raccontare, e per tentare di testimoniare e
condividere la ricchezza di questi luoghi.
Vi segnalo che all’Ufficio del Turismo di Monforte d’Alba che si trova in via Della Chiesa, troverete opuscoli e indicazioni
importanti per trekking ed escursioni da fare sia a piedi che in bicicletta.
Dopo un lungo e piacevole giro per Monforte d’Alba, riprendiamo il sentiero di rientro che è lo stesso percorso
in andata.
Nel pomeriggio inoltrato degli ultimi giorni di ottobre, torniamo a immergerci in queste stradine poderali che si diramano
tra i vigneti con un fascino ogni volta diverso.
Stradine che si snodano in decine di direzioni e che collegano tutti gli 11 comuni che fanno parte della Langa.
Lungo il percorso di rientro mi fermo a fotografare un grande pero, che lascia sul terreno le foglie ingiallite, segno
inequivocabile dell’arrivo imminente dell’inverno.
I raggi del sole attraversano i rami oramai quasi spogli.
Lungo i filari, i colori accesi delle foglie autunnali delle viti, ci impongono altre soste per immortalare un ambiente di
una bellezza unica.
Un altro “ciabot”, accanto a un grande albero di cachi, con vista colline e poco distante un grande podere:
ma che terra è questa?
Che luoghi !!
Da questi posti non hai mai voglia di andare via.
Anzi, al contrario, offrono una serenità e una pace che invogliano a fermarsi, a viverli, ad amarli.
Lentamente rientriamo ripercorrendo a ritroso il sentiero.
Arriviamo a Novello nel tardo pomeriggio, un altro borgo di una bellezza unica.
E’ quasi sera, il tramonto e il sole calante offre lo scenario che vi riporto nella fotografia qui sotto.
Non ci sono molte altre parole per descrivere la sensazione.
Si chiude così una giornata trascorsa su un nuovo percorso di trekking e in un ambiente incantevole, romantico e poetico.
Un trekking che saprà rigenerarvi e che vi arricchirà lo spirito, lo sguardo e la mente.
Il pensiero già corre alle prossime uscite sempre in queste zone, che presto troverete documentate all’interno di
questa rubrica e di queste pagine.
Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Elfrida Martinat
Note: il sentiero che dal borgo di Novello conduce al borgo di Monforte d’Alba è molto panoramico, in particolare se
abbiamo la fortuna di percorrerlo in una giornata limpida.
La visuale passa dalla catena delle Alpi con il Monviso, alle colline nella zona di Novello, per poi giungere con lo sguardo
al borgo di Barolo, al borgo di La Morra e arrivare quindi a destinazione a Monforte d’Alba.
Un sentiero ricchissimo dal punto di vista paesaggistico, che attraversa vigneti e coltivazioni prestigiose, nel nostro caso
arricchite dai caldi colori autunnali.
Un gran bel percorso che anche oggi ha saputo ampiamente appagarci, così come lo sono stati in molte altre occasioni
altri trekking in queste straordinarie zone, con questi straordinari ambienti.