Stokvika o Stokkvika – via Lago Dalvatnet (Norvegia – Lofoten – Fredvang)
“l’immensità ai vostri piedi”, questa è la definizione corretta per illustrare Stokvika.
Un falsopiano ricoperto da funghi e bacche rosse, del quale non si intravvede mai la fine, con colline che si accavallano
una dopo l’altra, dalle quali si ammirano in tutte le direzioni, dei panorami e degli scenari di una bellezza scioccante
Località di partenza: il piccolo parcheggio, che si trova nei pressi della spiaggia di Yttersand, incastonata
nella baia di Sandbotnen, (contea di Fredvang), a pochi km di distanza dalla cittadina di Ramberg
Punto di arrivo: giro ad anello con ritorno al parcheggio
Quota di partenza: 0 m.
Quota di arrivo: 453 m.
Dislivello: circa 500 m.
Posizione: sopra la baia di Sandbotnen (isole Lofoten, contea di Fredvang)
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: circa 1h 20 minuti dalla baia per raggiungere l’altopiano, e poi si può camminare per ore e ore sui sentieri
che si diramano in più direzioni
Periodo: dal mese di aprile al mese di ottobre, ma vanno valutate con attenzione le condizioni meteo;
da evitare in caso di nebbia per eventuali problemi di orientamento
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: ==
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
In questo articolo, non sarà semplice per me, raccontare e spiegare cos’è esattamente il percorso di trekking
che abbiamo fatto a Stokvika nelle isole Lofoten.
Sintetizzando al massino, vi dico che dopo circa un’ora di salita, ci siamo trovati su un falso piano
con un’estensione immensa, dove non si vede (e forse non esiste), la fine.
La particolarità del manto erboso alto circa 4 centimetri, che ricopre completamente Stokvika, è che i fiori
sono “stati sostituiti” da migliaia di funghi di tutte le dimensioni, con altrettante migliaia (forse milioni),
palline di bacche rosse.
I sentieri si diramano in più direzioni e ognuno di essi, conduce in posti dove quello che vedrete
è di una maestosità incredibile.
Questo trekking l’abbiamo scoperto per caso, non era inserito nel nostro fitto programma,
ed è stato forse uno tra i più belli.
Anche in questo momento, nel quale sto scrivendo e componendo questa pagina, mi brillano gli occhi
per l’emozione dell’aver conosciuto e vissuto un luogo del quale neppure sapevamo e immaginavamo l’esistenza.
Cercherò di comporre al meglio questa pagina, riordinando le varie emozioni, accompagnandovi in un viaggio incredibile,
tra isole e spiagge paradisiache, montagne che salgono di 600 m. dai fiordi, calette e insenature, e raggiungeremo
anche un bivacco in legno, in una giornata di sole pieno (non così scontata da queste parti).
Il sogno di Stokvika o Stokkvika, inizia adesso.
Benvenuti.
Il punto di partenza dell’escursione di oggi, è il piccolo parcheggio, che si trova nei pressi della spiaggia di Yttersand,
incastonata nella baia di Sandbotnen, (contea di Fredvang), a pochi km di distanza dalla cittadina di Ramberg.
Dal parcheggio, bisogna aprire e oltrepassare il cancello in ferro, per poi girare subito a sinistra,
seguendo l’indicazione per Stokvika.
Piccola premessa.
Alle Lofoten, non è così frequente trovare cartelli lungo i tracciati e, a differenza di come siamo abituati qui in Italia,
molto spesso mancano i segnavia e, (salvo nostre distrazioni), non esistono i numeri dei sentieri.
I percorsi, anche se ben tracciati, raramente sono indicati.
E’ un altro modo di fare trekking… ci si ritrova a “tu per tu” con l’ambiente naturale e ci si orienta o tramite le mappe,
o tramite un eventuale GPS, oppure (come una volta), a intuito.
Superato il cancello, il sentiero incomincia a salire dolcemente, disegnando un traverso su un ripido pendio erboso.
Man mano che si prende quota, la spiaggia di Yttersand – Sandbotnen, inizia a comparire in tutta la sua
straordinaria bellezza.
Se la marea del Mare di Norvegia, è in fase di ritiro, la spiaggia, arriva a quintuplicare la sua estensione e
attraversarla a piedi, sarà molto piacevole e romantico.
Dopo circa 25 minuti di salita, il sentiero devia sulla destra, seguendo il suo naturale percorso.
Alla nostra sinistra, compare Dalvatnet Lake, un lago, adagiato in una conca, dove un’ampia zolla erbosa
fa da funzione di contenimento.
Il colore dello specchio d’acqua è un marrone scuro, derivante dal suo fondale formato da terra simile a torba.
A prima vista, non abbiamo individuato immissari, riteniamo che la sorgente di alimentazione, sia sotterranea,
arrivando fino lì, con chissà quali estrosi e sconosciuti percorsi.
Il vento che alle volte soffia con intensità, crea delle ondine che vanno in più direzioni.
Qui, nei pressi del lago, abbiamo posato uno dei sassi disegnati da Andreina.
Una nostra novità, introdotta da un pò di tempo, e finalizzata a regalare un sorriso.
Il sentiero prosegue e ci porta a voltare le spalle al Lago Dalvatnet, inerpicandosi in modo deciso per altri 25 minuti
e permettendoci di colmare quasi tutto il dislivello previsto per oggi.
Si arriva così su un falsopiano immenso, del quale non si intravvede la fine.
Ed è proprio qui che incomincia il bello dell’escursione.
Ai nostri piedi un fitto manto erboso alto pochi centimetri e formato da diverse tipologie di piantine.
Pensate che i fiori, qui sopra non ci sono.
Al loro posto, si trovano centinaia, forse migliaia di funghi, con accanto un’infinità di bacche dal colore rosso intenso,
che ricoprono per intero l’immensa estensione.
Questa è la straordinaria magia dell’ambiente naturale, che ogni volta riesce a stupirci e ad emozionarci.
Le foto e gli scatti che abbiamo realizzato, non rendono la bellezza del luogo, riescono solo a dare
un’indicazione sommaria.
Per preservare l’intero ecosistema, è raccomandato di restare solo sui sentieri tracciati, senza andare a calpestare
il terreno e permettere così una continuità nella crescita e sviluppo delle piante.
i funghi di Stokvika
I sentieri in questo spazio infinito, si diramano in più direzioni.
Noi cercando di “andare per ordine”, all’andata, ci siamo tenuti sul bordo esterno (a filo cresta), andando a percorrere
una parte del perimetro che delimita questo paradiso.
Mentre in fase di rientro, ci siamo inoltrati verso l’interno dell’immenso pianoro.
Il tracciato che segue e lambisce il bordo di questo altopiano, regala degli scorci e dei panorami pazzeschi,
oggi avvalorati ulteriormente dal sole e dalle nuvole, che hanno creato un gioco di luci e ombre straordinario.
Ai nostri piedi, circa 450 m. più in basso, troviamo la spiaggia di Yttersand, nella baia di Sandbotnen
(punto di partenza di questa mattina).
Appena dietro, tutta la verde campagna della contea di Fredvang e ancora più indietro montagne alte circa 700 – 800 m.
parzialmente mascherate dalle nuvole e che si innalzano direttamente dai fiordi.
Spostando lo sguardo più verso destra, e andando oltre la catena montuosa che compongono le isole Lofoten,
individuiamo all’orizzonte il Mare di Norvegia.
Girando lo sguardo verso sinistra, veniamo proiettati su quello che sembra essere un atollo: l’isola di Sandøya,
con la sua sabbia dal colore bianco che brilla di luce propria, ricoperta da un fitto manto erboso e lambita dalle acque
dal colore turchese del mare.
Quest’isola dalla particolare forma geometrica, non è raggiungibile a piedi neanche con la bassa marea,
ma solo via acqua.
Spostandosi con lo sguardo, complice una giornata particolarmente tersa, si intravvedono perfettamente le linee
di cresta e il profilo delle montagne all’orizzonte, che contrastano con il blu del Mare di Norvegia e l’azzurro del cielo.
Il passeggiare sopra questi immensi panettoni, con scenari di una bellezza unica, con panorami pazzeschi,
con le scollature a “V” delle montagne, dalle quali si intravvede il blu scuro delle acque del mare, che si accosta
al colore rosso vivo delle bacche, vi posso garantire che saprà appagare anche il fotografo e l’amatore naturalista
più esigente.
Mentre raggiungevamo alcuni “ometti” che segnano il punto di arrivo, ma anche di partenza delle varie colline,
abbiamo posato altri due sassi disegnati da Andreina.
Nella nostra semplicità, abbiamo voluto “regalare” a questo luogo magico, una nostra creazione, realizzata con amore
e finalizzata a donare un sorriso per chi avrà il piacere di coglierlo.
Durante questo entusiasmante giro di trekking abbiamo raggiunto sulla punta più estrema un bivacco in legno.
Ancorato al terreno con un sistema di tiranti e funi in acciaio, per proteggerlo dai venti tempestosi, che qui credo siano
una presenza piuttosto frequente, il bivacco ha il tetto ricoperto dalla vegetazione per isolarlo dall’umidità.
Purtroppo era chiuso, ma siamo comunque riusciti a curiosare dalla finestra.
All’interno c’è un sacco a pelo, un tavolo, alcune candele, una stufa a petrolio per riscaldarsi.
Chissà come funziona da queste parti, per poter accedere a questi giacigli e trascorrere qui una notte,
osservare la natura e gli animali, in posti così isolati, lontani da tutto e da tutti.
E’ veramente un abitare l’estremo…
Quello che ci ha sorpreso del giro di trekking di oggi, è l’estensione di questo falso piano, che tramite i suoi sentieri,
conduce in molteplici direzioni e permette di risalire montagne per beneficiare di un panorama ulteriormente amplificato.
Ampie colline erbose si accavallano una dopo l’altra come le onde del mare.
Non si finisce mai di trovare e del voler vedere “quel qualcosa che c’è dopo”.
Considerate che noi abbiamo (piacevolmente) camminato per quasi 7 ore di fila, e siamo riusciti a percorrere
solo una porzione.
Stokvika a mio avviso merita di essere vissuta ed esplorata per almeno due giorni, spaziando in più direzioni
e gustandosi un ambiente naturale veramente unico.
E’ possibile scendere e raggiungere una caletta formata da sassi di media – grande dimensione, per poi risalire
un lungo e ampio vallone che conduce al Monte Fugelhuk 557 m.
Superfluo dire che da lassù il panorama è strepitoso.
Le fotografie e le riprese video, riescono solo in parte a trasferire la bellezza e soprattutto la particolarità di questo luogo.
Solo arrivando qui, ci si rende conto della sua immensità, sotto tutti i punti di vista.
Quello che più mi fa riflettere, e mi appaga, è che Stokvika non era inserita nel nostro fitto programma di trekking:
non immaginavamo neppure dell’esistenza.
Pur essendoci ampiamente documentati, prima di arrivare qui alle Lofoten, questo luogo non era indicato da nessuna
guida da noi consultata.
L’abbiamo scoperto per caso sbagliando percorso con la macchina, e arrivando nella baia di Sandbotnen,
dove la strada finisce, e oltre si può proseguire solo a piedi.
Dal parabrezza, abbiamo intravisto un sentiero che risaliva un pendio e abbiamo deciso il giorno dopo di fare
un “fuori programma” e di venire qui per andare a curiosare.
Poco dopo, si è aperta la porta del paradiso, dal quale non volevamo più scendere.
Ma ci ritorneremo, ve lo prometto, perché Stokvika, ci manca tantissimo.
Troppo.
E c’è molto altro da vedere, documentare e raccontare.
Questa è solo l’anteprima.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano, Andreina Baj e Gaia Giordano
Note: “l’immensità ai vostri piedi”, ecco la definizione corretta di Stokvika.
Dopo circa un’ora abbondante di risalita di un sentiero facilmente percorribile, si arriva su un falso piano del quale
non si intravvede la fine.
Siamo stati accolti da un tappeto di bacche rosse, e migliaia di funghi che curiosamente si sono sostituiti ai fiori.
Il panorama è maestoso, in tutte le direzioni, i sentieri si disperdono e conducono in zone una più bella dell’altra.
7 ore di intenso cammino, non sono bastate, c’è ancora tantissimo altro da scoprire.